Point of view Alyce
La giornata di ieri è stata abbastanza carina, sono riuscita a vedere solo il lungo mare perchè dopo un po' ci siamo seduti, a causa della mia stanchezza e abbiamo iniziato a parlare.. Ho paura che mi vogliano nel gruppo solo perché sono Inglese e non è una cosa di tutti i giorni, ma allo stesso tempo questi ragazzi mi infondono una strana sicurezza, una cosa che di certo ho capito è che Giada è pazzamente innamorata di Cristian,mentre lui è uno di quelli che preferisce "divertirsi", non so se mi intendo.
L'idea di andare a scuola mi fa schifo anche oggi, ma almeno è un po' meno insopportabile perchè so che qualcosa o meglio qualcuno sará abbastanza felice di vedermi.
Mi preparo, oggi non riesco proprio a farmi una coda come si deve, o lascio delle ciocche fuori, o mi rimane troppo bassa, perciò fanculo! Lascio i capelli sciolti, stesso trucco di ieri, ma cambio abito.. Indosso un paio di collant, infilandoci sopra un paio di pantaloncini di jeans, sopra una maglietta a mezzemaniche ed una felpina grigia..Mi guardo allo specchio e tutto sommato non sono male, perciò vado da mia mamma e le dico che sono pronta, lei prende le chiavi della macchina e scendiamo in garage:
" Com'è la nuova scuola?" Mia madre è sempre stata una donna molto apprensiva, perciò aveva paura per l'inizio della mia scuola, volevo raccontarle tutto, ma io sono tornata alle sei e mezza e lei è andata a lavoro mezz'ora prima che rientrassi, tornando poi verso l'una del mattino ed io a quell'ora stavo già tra le braccia di Morfeo.
"È andata abbastanza bene, faccio 4C e siamo in 24."
"Buono.. E i tuoi compagni come sono?"
"Onestamente non lo so.. Mi guardano un po' strano.. Pero' ci sono tre di questi con cui ieri sono uscita per vedere un po' la città."
Mia madre sorride, è felice..pensa che questo mi aiuterà ad accettare il cambiamento, il trasloco ecc ecc, forse un po' è così ma in ogni caso, nulla cambierà le cose, anche perchè entrambe sappiamo che non è solo per il suo lavoro che ci siamo trasferite.Entro in classe, sono di nuovo in ritardo perchè mia madre ha sbagliato la strada per scuola ed io una volta arrivata ho fatto fatica a trovare la classe.
Apro la porta e subito vedo una professoressa un po' bassina, con gli occhiali sulla punta del naso che mi guarda dalla testa ai piedi, Giada mi guarda con una faccia terrorizzata e una mano sulla fronte, che cazzo sta succedeno?
"Lei è la signorina Lawer?"
"Si', sono io."
Avanzo per andare verso il mio banco, ma vengo bloccata da questa insopportabile professoressa.
"Lei non può entrare così a scuola."
"Così come scusi?"
"Lasciamo perdere i capelli azzurri.. Ma l'abbigliamento, non è idoneo ad una scuola."
Mi guardo un po' e vedo i miei pantaloncini con la mia felpa, i pantaloncini dietro sono lunghini, non mi si vede il culo, quindi tutto ciò che si vede sono delle gambe.
"M-mi scusi.. Non sapevo."
"Hai il cambio...Alyce?" Dice il mio nome solo dopo avere guardato sul registro.
"No professoressa."
"Mi spiace ma allora devi uscire dall' aula, almeno per la mia ora."
"S-sta s-scherzando?"
Continua a sorridere, con quella faccia da culo, mentre aspetti che io abbandoni l'aula per andare non so dove, aspettando che questa cazzo di ora passi.
Esco dalla classe dicendo un bassissimo "fuck off"e fortunatamente la prof non ha sentito ed io esco, andando giù al bar, perchè è l'unico posto che mi viene in mente.
"Cosa ti porto?" Il barista è giovane, forse 22-23 anni, ha un bel sorriso e degli occhi verdi, aspetta la mia risposta mentre io lo guardo.
"Ehm..U-un caffè, macchiato freddo."
Lui annuisce e se ne va dietro il bancone, mi metto a cazzeggiare su facebook perchè non ho niente di meglio da fare e aspetto che arrivi la mia ordinazione.
"Ecco a te."
"Grazie..Quanto ti devo?"
"1€"
Prendo il portafoglio e li do un euro e mentre se ne va lo richiamo:" Scusa..C'è per caso l'aria fumatori qui?"
Il ragazzo annuisce e mi spiega dov'è, io bevo il mio caffè e mi alzo per andare dove mi ha detto lui.***
Sono qui, con la mia sigaretta in mano e guardo intorno, è tutto così sconosciuto, tutti così diverso, tutto dannatamente insignificante, non ho nessun ricordo con nessuna di queste cose, nessuna foto, nessuna persona con cui ho parlato..
Tutto è insipido. Aspiro la mia sigaretta, sono quasi alla fine, ma sono cosi nervosa che me ne fumerei altre 10.
Cerco di non pensare alla stronza della mia professoressa, perchè se no mi finisco il pacchetto, ma tra una cosa e l'altra sento gli occhi bruciare e contro la mia volontà esce una lacrima, soltanto una, ma che io volevo restasse dov'era.. È da 5 anni che non piango e devo continuare a non farlo.
"Ragazza, tutto bene?"
Mi volto e lo riconosco, il ragazzo del bar è uscito a fumare ed io sono qui da un'eternità.
"Si si.."
Allungo le mie gambe, continuando a tenere la schiena contro il muretto, il ragazzo del bar si siede vicino a me, imitando anche la mia posizione.
"Piacere, io sono Riccardo."
Mi porge la mano, gliela stringo "Alyce."
Si accende una sigaretta.
"Non sei di qua vero?"
Scuoto la testa in segno di dissenso e lui sorride:
"Immaginavo..Già solo che non sapevi quanto costa il caffè." Ride ed io lo seguo.
"Io mi sono trasferito qui da 3 anni. Inizialmente odiavo questo posto, non mi sentivo mai a casa. Poi mi hanno dato la possibilitá di tornare a Torino, l'ho fatto ma mi mancava di nuovo qualcosa..Questa città ti entra dentro, una volta che ci vieni, non riesci facilmente ad andare via."
Apprezzo il discorso di questo ragazzo, probabilmente ha capito cosa provo, ma io non credo che riuscirò mai ad abituarmi a questa città.
"Lo spero."
"Se ti sto dando fastidio, posso andare via."
"Non mi stai dando fastidio, perchè?"
Arrossisco un po' alla frase che gli ho detto.
"Vedo che rispondi a monosillabi."
"Ah, no.. Sono solo..."
"Timida."
Annuisco, sorridendo e diventando fucksia.
"Va be' Alyce, io devo tornare a lavoro, ci si vede in giro."
STAI LEGGENDO
Si comincia da capo. [In revisione]
أدب نسائيRiccardo..Come mai con me parli?" Fa un mezzo sorriso sonoro, si prende anche lui una sigaretta dalla tasca, l'accende e solo dopo aver fatto una boccata e espirato che mi dice: "Quando ti ho vista, lì al bar, con quei capelli azzurri, ho capito." "...