18. Terrore ❤

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Point of view Riccardo.

E intanto i minuti passano e di Alyce nessuna notizia.. Come è possibile stare così tanto in ansia per qualcuno?
"Ragazzi. Dovete mangiare. Vi preparo qualcosa per cena okay?"
Sappiamo tutti quanti che Elizabeth ci propone questo non solo perché davvero si preoccupa, ma soprattutto perché cucinando lei allevia la tensione ed infatti nessuno di noi ha il coraggio di dirle che abbiamo lo stomaco chiuso e che la fame ed il cibo sono proprio le ultime cose di cui abbiamo voglia.
Ormai è qualche settimana che sto in questa casa e mi sono affezionato moltissimo alla mamma di Alyce: Elizabeth è veramente una persona meravigliosa, mi ricorda tantissimo mia madre prima che mio padre se ne andasse, anche lei adorava stare con me e forse è per questo che l'adoro, forse è solo perché ha messo al mondo la cosa più bella che io abbia mai visto e sicuramente perché non conoscendomi ha accettato di accogliermi in casa sua, senza chiedermi nulla in cambio.
"Quando richiamerà secondo voi?"
Cristian, che sembra quello meno preoccupato di tutti, è in realtá spaventatissimo dalla situazione, sia perché a paura per se stesso e per le persone che ama, sia perché comunque, a modo suo, tiene ad Alyce, alla fine è stata anche lei  a spronare Giada ad andare da lui a rivelargli ciò che provava (anche se poi le cose sono andate diversamente).
"Non lo so. Non ne ho proprio idea."
Risponde Elizabeth mentre continua a friggere delle patatine.
Giada non smette di fissare la stessa piastrella da almeno 15 minuti, è incredibile quanto si sia affezionata ad Alyce in così poco tempo, ma d'altronde parlo proprio io?
Kyle, invece, quello stronzo di merda è li', insignificante più che mai, ogni tanto si massaggia la mascella e non parla, mi lancia qualche sguardo di sfida non capendo che questa non è una gara, io non voglio vincere, io voglio solo che lei sia felice e se per esserlo deve stare con lui, che così sia.
La suoneria del telefono si fa sentire, Elizabeth lascia tutto sul fuoco e risponde lei, sapendo che così risentirà la voce dell'uomo che è anni che la sta perseguitando, la conversazione è tutta completamente in inglese ed io non riesco a comprendere proprio tutto, riesco ad interpretare solo parte del discorso.
"Where are you? Please!" (Dove siete? Ti prego!)
Ovviamente non sento le sue risposte perché si è dimenticata di mettere il vivavoce..
"What? No. This not possibile and you know... " pausa. "Why? Tell me why? " Altra pausa. "I can't do this."

(Cosa? No. Questo nom è possibile e lo sai...) (Perché ? Dimmi perché?) (Non posso fare questo e lo sai.)

La sento urlare contro il telefono, evidentemente le ha chiuso il telefono in faccia, guarda lo schermo del telefono e inaspettatamente lo scaraventa contro il divano, lanciando un urlo finendo poi in un pianto isterico. Le corro incontro abbracciandola e lei piange, non so quanto e per quanto tempo, ma non la smette più ed io mi sento sempre più inutile perchè anche adesso non posso fare nulla che le sia di aiuto, se non dire a Giada di spegnere il fuoco.
"Eliz" Dice Kyle, guardandomi come dire "Io la conosco da più tempo cretino." e mi chiedo come cazzo sia possibile che in una situazione come questa lui possa pensare a questa specie di 'sfida' in cui tra l'altro sta giocando da solo, poi continua a parlare: "Cosa ti ha detto?"
Le accarezzo una ciocca di capelli, facendole anche qualche grattino sulla schiena, si deve calmare.. Così rischia un infarto!
Giada si alza dalla sedia e le prende un bicchiere d'acqua fresca, Elizabeth ne beve un sorso e poi fa un grande respiro, dopo tutto ciò ci spiega: "Mi ha detto che se voglio Alyce a casa devo portargli il ragazzo che ama."
Io e Kyle ci guardiamo per un attimo.
"Quando gli ho chiesto perché mi ha detto che vuole farle capire cosa si prova quando la persona che ami, va via da te senza che tu puoi farci nulla."
Tutti stiamo in silenzio, personalmente inizio anche a sentire una forte nausea provocata da tutto ciò.
"Ma stai scherzando? Questo è davvero schizofrenico!" Dice Cristian alzandosi in piedi e tirando un calcio al divano, mentre Giada lo abbraccia per farlo calmare.
"Quindi dovrei andare da lui e farmi uccidere per salvarla?" Chiede Kyle cosciente che il ragazzo che Alyce ama è lui.
Elizabeth annuisce aggiungendo: "Ma non ci andrai, troveremo un'altra soluzione."
Forse e sottolineo forse, per la prima volta, la faccia di Kyle si incupisce, rimane sempre da lurido stronzo, ma diventa più seria, probabilmente perchè adesso a rischiare la pelle è soltanto lui?
"Non so cosa potremmo fare." Dice Kyle, ma non so perché, non mi sembra del tutto convinto.. È inutile  a me sto ragazzo non mi convince per niente.
Elizabeth pensa e pensa, quando alza la testa per parlare è solo per dire: "È tardi ragazzi, andate a casa .. Se chiama dinuovo ve lo facciamo sapere okay? Tanto io qui non sono sola."
Ed in effetti ci siamo io e Kyle con lei.
Giada e Cristian obbediscono, anche perché effettivamente è tardi, oltretutto quella merdaccia di Marco non si è fatto vedere, ma va be, sono dettagli.
Accompagno loro alla porta promettendogli che dirò se ci sono notizie e quando escono di casa Elizabeth ci guarda: "Ho un piano."

Point of view Alyce.

Mi sveglio in un letto, sdraiata a pancia in su, mani e gambe legate e nastro sulla bocca.. O merda! Sono stata rapita! Provo ad urlare, ma il nastro me lo impedisce. La stanza è completamente buia  e l'odore è impossibile da sopportare  ho veramente tanta paura di quello che succederà. Chi è stato a rapirmi? Cosa vuole da me? Potrebbe essere stato Matthew ma non ne sono sicura. Le lacrime escono involontarie, non riesco a fermarmi.. Sono veramente terrorizzata e mi spavento ancora di più quando vedo una porta aprirsi facendo entrare un po' di luce , che basta a farmi dolere gli occhi, ma non è sufficiente per farmi capire chi è la sagoma che sta sulla soglia, si avvicina a me ed io cerco di urlare, cerco di implorarlo a non farmi del male, ma lui, perché riesco a capire che è un uomo , sembra essere divertito dalla situazione.
Parla in inglese, la voce è la sua. È Matthew.
"Dolce e piccola Alyce Lawer.. Hai paura?" successivamente ride, si sposta verso la parete opposta alla mia e accende la luce, una luce appositamente troppo forte, i miei occhi non riescono a stare aperti e questo mi indebolisce, perché non riesco a capire dov'è lui.
Fortunatamente riesco  ad abituarmi dopo un po' e li apro definitivamente, è seduto su una sedia, poco distante dal letto su cui mi trovo, poco distante da me; posizione assolutamente rilassata, un braccio appoggiato allo schienale, ed una gamba incrociata sull'altra, mi fissa e ride, mentre io al contrario piango e cerco di staccare queste maledette manette dal letto:
"Io fossi in te non lo farei."
Provo a rispondere, ma il nastro ovviamente mi impedisce di rispondere.
"Oh vuoi sapere perché?"
Si alza e mi si avvicina, in mano ha un coltello, con la punta della lama mi passa sopra il viso, senza premere pero', non è doloroso fisicamente, solo che sto morendo dalla paura, quando arriva alla bocca, fa più pressione e taglia il nastro, urlo: lo spavento e tutto il resto mi hanno portato a urlare anche se non ha senso.
"Allora? Vuoi sapere perché non lo farei se fossi in te?"
Non rispondo e lui urla, mi urla in faccia, facendomi piangere ancora di più e in preda al panico rispondo di si:
"Brava bambina.. Ti spiego.. Se tu stacchi quelle catene, non ti succede nulla, ma probabilmente dopo ti alzeresti, è qui, sotto il tuo letto, c'è un piccolissimo congegno, se ti alzi, togliendo il peso da qui.. Tu, il tuo visino e i tuoi capelli azzurri salterete in aria." Ride maleficamente, e poi dice "puff" come simboleggiare l'esplosione.
"Non mi alzero' lo giuro, ma ti prego slegami." Chiedo.
"Potresti provare a colpirmi.. Non sono pazzo."
Oh si che lo sei  penso, ma ovviamente sto in silenzio.
"Bimba, se ti ricordi, tempo fa ti ho detto che se mi aiuterai, non ti succederà nulla. Che ne dici se adesso finalmente mettiamo in atto questa cosa?"
"Cosa vuoi da me?" Dico sclerando.
"Ehi, ehi, calma bimba.. Lo sai cosa voglio.. Io voglio tua madre, perché l'amo troppo. Mi aiuterai a stare con lei?"
Mi punta il coltello alla gola, ma non m'interessa, lui mia mamma non la deve più sentire, ne vedere.
"Mai." Dico, non so con quale coraggio.
"Risposta sbagliata." il suo coltello si sposta, preme forte e mi sfregia tutta la guancia dallo zigomo al mento, sono sfregiata.
Urlo per il dolore, fa malissimo e brucia, sento il sangue colarmi sul collo e sul cuscino e di nuovo scoppio a piangere
"E adesso Kyle vorrà la ragazzina dal viso rovinato? Capisci cosa si prova a non poter avere la persona che si ama al proprio fianco?"
E se ne va, lasciando che la mia ferita coli sangue e soprattutto lasciando questo ingegno sotto il mio letto che mi mette ansia e terrore.. Ne usciro' mai da qui?

Point of view Marco.

La mamma di Fede è qui davanti a me ed io vorrei insultarla per come lo ha fatto vivere in questi anni e allo stesso tempo vorrei abbracciarla perche' lei è qui, nonostante tutto è qui, ci ha messo un sacco ad arrivare, ma è qui.
"Piacere." rispondo. "Io sono Marco."
Lei mi osserva, cerca di capirmi, di capire forse se sono il ragazzo di suo figlio o comunque che ruolo svolgo nella sua vita, poi si toglie ogni dubbio e me lo chiede direttamente:
"Tu sei il suo fidanzato?"
"È una storia complicata." Ammetto, ma non voglio raccontargliela, non può pretendere di sapere la vita di Fede, se lei fosse stata presente l'avrebbe vissuta e non avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gliela raccontasse ed in ogni caso l'unico che ha il permesso di raccontargliela è soltanto il ragazzo che adesso non si ricorda di me.
"Capisco."
"Signora ora devo andare." È la veritá, devo andare a casa di Alyce, come ho promesso a Giada.
"No, ti prego, vorrei che avesse qualcuno che possa stargli vicino, sarà uno shock per lui vedermi."
Come vorrei dirgli che sono fatti suoi! Che è solo colpa sua, che sono tutte cose causate dai suoi errori, ma non posso, tengo troppo a Fede e l'unica cosa che voglio è che lui stia bene.

***

Fede si volta e stranamente mi sorride quando mi vede, ma la sua espressione cambia quando incontra gli occhi di sua madre.
È impossibile non vedere la sua faccia cambiare stato d'animo: prima stupito, poi arrabbiato.
"Cosa ci fai qui?" Dice, con tutto lo schifo che puo'.
"Sono venuta per te, volevo vederti."
"Bene, mi hai visto, ora vattene. "
Ma lei non lo fa, non si perde d'animo e rimane lì.

Si comincia da capo. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora