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Point of view Alyce.

Dio santo che periodo.
Ieri i miei amici hanno saputo di Matthew e nonostante la paura iniziale, mi sono stati tutti vicini e non so come ringraziare per questo, non tutti l'avrebbero fatto, ma loro si.
Poi c'è Kyle, che momentaneamente è in giro, non so dove, non so a fare cosa e questo un po' mi disturba, è vero, non stiamo insieme e non siamo fidanzati, ma è anche vero che ci siamo baciati e lui sa bene quanto vale questa cosa per me, perciò avrebbe potuto passare un po' di tempo con me al posto che andare a fare qualcosa in giro, ma va be'.
Riccardo è sempre più distante e sto proprio andando in camera sua adesso, perchè ho bisogno di parlargli, di chiarire e chiedergli scusa per lo schiaffo, anche se in realtá se lo meritava.
Busso alla porta e apre subito, anche perchè sono sempre da sola a casa, mia madre ha raddoppiato le ore di lavoro e non la vedo praticamente mai, quindi potevo essere solamente io.
"Ehi.." Mi dice, ma è assente, non capisco cosa gli passi per la testa in questo ultimo periodo.
"Come stai?" Gli chiedo.
"Bene e te?" Apre la porta per farmi entrare e vedo una valigia sul letto, allora è tutto vero. Se ne va, adesso che ho bisogno di lui, se ne va.
"Senti Ricky, scusa per lo schiaffo." Dico pentita  perché è quello che sono veramente.
"Non fa nulla, me lo meritavo."
Risponde, sistemando una maglietta dentro la valigia e tornando all'armadio per fare poi la stessa cosa.
"Quindi te ne vai davvero?"
Con una smorfia mi risponde e in quella smorfia c'è un po' di tutto, dolore, tristezza,ma soprattutto riesco a vedere rabbia. Ma perché poi? Cioè seriamente non comprendo. Gli ho chiesto scusa, mi sembrava aver capito che le avesse accettate.
"Perché?"
Alza lo sguardo verso di me.
"Cosa perchè?"
"Perché te ne vai? Perché sei arrabbiato?"
Non si capacita di come io non capisca tutte queste cose, ma io realmente non le capisco, forse sono stupida ed ingenua, ma non è colpa mia.
"Non mi è mai piaciuto fare il terzo incomodo."
"Cosa? Ma tu non sei assolutamente il terzo incomodo Ricky."
A questo punto, immagino di aver toccato tutti i punti che non dovevo toccare.
"Prima che Kyle arrivasse."  Pronuncia il suo nome con un mix di odio, schifo e rabbia. "Noi ci eravamo avvicinati un sacco, stavamo bene insieme, tu sei riuscita a farmi parlare con le persone, mi hai salvato da mia madre."
Abbassa la testa, muovendola come dire " no"..
Si avvicina a me ed ogni passo corrisponde ad una mancanza di un mio respiro.
"Poi lui è arrivato e di colpo io sono scomparso. Ricky non c'è più.. La sigaretta sul terrazzo non c'è più, quelle labbra sfiorate non ci sono più."
Mi prende una mano e mi guarda negli occhi.
"Ricky io.."
Mi interrompe.
"Sai cosa mi fa male? Sentirmi usato. Hai provato a dimenticare lui con me, ma poi è arrivato lui ed allora io posso essere gettato. Mi fa male che tu menta a te stessa dicendo che non provi nulla per me.. Ma guardami negli occhi e dimmelo, dimmi che non conto nulla, che non mi vuoi, che non mi vuoi baciare ed in quel caso ti chiederó scusa e me ne andrò immediatamente, perchè vuol dire che di te non ho capito niente."
Oh cazzo, ed ora come faccio? Non posso dirglielo, direi in effetti una bugia, mi ha sempre preso, con corpo ed anima, dal giorno in cui mi ha tenuto compagnia sul terrazzo della scuola, da quando mi ha scritto su facebook, azzeccando tutti i miei problemi, mi ha sempre preso, c'è sempre stato feeling tra di noi, sempre.
Ieri quando è entrato in casa e mi ha visto baciare Kyle ho visto la sua espressione ed era veramente triste. Ma come faccio io a dirgli che ha ragione se ieri ho baciato Kyle? Ho forse sbagliato persona?
"Non posso dirtelo Riccardo."
Rispondo guardando dritto nei suoi occhi.
"E perché no? Ti manca il coraggio?"
Nego.
"No, perché direi una bugia."
Mi lascia il braccio ed è ancora più arrabbiato di prima, io proprio non lo capisco sto ragazzo.
"Cosa c'è adesso?"
"Allora non hai mentito solo a te stessa, ma anche a me ed al tuo amato."
"Senti Ricky, non so che cosa dirti okay? Sono confusa.. Sono impaurita.. Potrei morire da un giorno all'altro, ieri lui era li' e mi sembrava quello giusto. Poi sei entrato tu e ho visto i tuoi occhi e ho capito che sono davvero in difficoltà. Provo due cose diverse per voi e non è colpa mia se sono un disastro umano, se commetto sempre errori e se vi metto nei guai in continuazione, se provi davvero qualcosa per me, sai che sono così e mi accetti per quella che sono."
Non gli do il tempo di rispondere ed esco prima dalla "sua" stanza, poi esco dalla porta principale, non badando che sono vestita come una barbona, esco e cammino per 10 minuti, poi il suono di un clackson mi fa voltare, vedo una portiera aprirsi ed in meno di 2 minuti mi ritrovo intrappolata con un odore strano sotto il naso che in poco tempo mi fa svenire.

Si comincia da capo. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora