Capitolo 36

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Marlene aveva sempre adorato il mese di maggio. Si avvicinava l'aria estiva, era sempre bel tempo e, soprattutto, la scuola era vicina alla fine. Non ne poteva più di compiti, verifiche, interrogazioni e alzatacce la mattina. E in più non ce la faceva a vedere Michael nei corridoi tutti i giorni. Stava diventando una lenta tortura doversi girare dall'altra parte o allontanarsi da una stanza per non incrociare il suo sguardo, e in classe provava in tutti i modi a non guardare nella direzione della scrivania, sotto le occhiate tristi di Luke e Calum.

<<Secondo me dovresti andare da lui e parlargli.>> sentenziò il moro al suo fianco, dando un morso al suo panino. La campanella era suonata pochi minuti prima, ed erano usciti nel piccolo giardino per la ricreazione.

<<Tu stai fuori di testa.>> rispose Marlene, accendendosi una sigaretta, sotto lo sguardo accusatorio dei suoi amici <<Ho bisogno di fumare, non statemi addosso.>> Luke alzò gli occhi al cielo, stringendosi nella sua felpa. Nonostante il caldo di aprile, non aveva nessuna intenzione di rimanere a maniche corte.

<<Forse Calum ha ragione. Sono giorni che state in questa strana situazione di stallo, come in una bolla. Arriverà il momento in cui esploderà, e questo lo sai anche tu.>> la mora annuì, guardando la nuvoletta di fumo che usciva dalle sue labbra. Quando finì di fumare si alzò, per buttare la cicca nel cestino e con i ragazzi si avviò verso la classe della lezione successiva, che era proprio storia. Entrarono in aula, dove c'erano già alcuni ragazzi che stava chiacchierando. Marlene spostò lo sguardo trovando anche Michael, seduto dietro la scrivania. Il ragazzo alzò lo sguardo, la guardò intensamente per alcuni secondi, per poi tornare a scrivere su un foglietto di carta. Si sedettero ai propri posti, prendendo subito i libri.

<<È libero qui?>> chiese un ragazzo, di fianco a Marlene. La mora alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo confusa. Aveva gli occhi scuri, come i capelli, e una borsa a tracolla. Aveva un viso conosciuto, probabilmente frequentavano delle lezioni insieme <<Il posto accanto a te è libero?>> chiese ancora quel tipo. La mora accennò un sorriso, liberando la sedia dal suo zaino.

<<Si, certo. Scusami stavo pensando a tutt'altro. Prego.>>

<<Ah, tranquilla. Anzi scusami se ti ho disturbato dai tuoi pensieri.>> disse sorridendo. Marlene lo guardò più attentamente.

<<Scusa se te lo chiedo, ma tu di solito non sei seduto in fondo alla classe?>> chiese, girando il viso per guardare i posti in fondo.

<<Di solito, si. Però diciamo che ho avuto una discussione con i miei amici poco fa e non volevo sedermi lì. Se ti da fastidio posso andarmene.>> mormorò, morendosi il labbro.

<<Ma non mi dai fastidio, puoi sederti qui.>> il ragazzo le sorrise, prendendo le sue cose, pronto per seguire la lezione. Nessuno dei due si era accorto dello sguardo fisso di Michael che li guardava dalla sua postazione. La lezione sembrò durare una vita, Marlene fingeva di prendere gli appunti, ma era completamente distratta, quindi finiva per scrivere una parola e poi perdersi nei pensieri. Venne risvegliata dal suono della campanella, segno che quella lezione, l'ultima della giornata, fosse finalmente finita.

<<La prossima settimana dovrete essere tutti presenti. Inizieremo con le prove per i test di fine anno.>> disse Michael, alzandosi e prendendo la giacca. Un verso di lamento si alzò dalla classe <<Ragazzi, dovete stare tranquilli. Questi test sono fatti apposta per farvi capire come funzionano gli esami finali e per prepararvi. Andranno bene.>> poi li congedò, iniziando a sistemare le sue cose.

<<Marlene?>> la mora venne chiamata alla realtà dal ragazzo accanato a lei, che ricordava si chiamasse Ethan. Si era persa a guardare Michael parlare, distraendosi totalmente da ciò che aveva attorno.

&quot;What about us?&quot; • Michael Clifford •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora