Capitolo 20

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Luke si poggiò con le mani ai lati del lavandino nero, stanco, quasi senza forze, sentendo un altra lacrima che gli bagnava la guancia, e tentò in tutti i modi di trattenere un singhiozzo.
Guardò il suo riflesso allo specchio per l'ennesima volta, e quello che vide non gli piacque per niente. Si era levato la felpa perché sentiva un forte dolore al fianco, e infatti proprio in quel punto aveva un piccolo livido, ancora fresco. Il suo sguardo si spostò al piccolo taglio vicino al labbro, al lato del piercing, e agli occhi completamente rossi a causa del pianto.

<<Piccolo, ti prego apri. Mi dispiace, non volevo.>> dall'altra parte della porta, che aveva chiuso a chiave già da dieci minuti, Nick bussava delicatamente, aspettando che il fidanzato gli aprisse.

Quel giorno Nick aveva deciso di vedersi, e Luke aveva saltato il pomeriggio da passare con Calum per poter stare con lui. Si erano visti a casa del riccio, avevano giocato un po' alla play e il biondo si era divertito veramente tanto. Non rideva in quel modo con il suo ragazzo da quando si frequentavano qualche settimana prima, quando ancora non lo conosceva a fondo. Ma quel pomeriggio sembrava essere tornato il vecchio Nick, scherzoso, divertente, dolce. E lui si sentiva in paradiso sentendo gli occhi del ragazzo su di se, che lo guardava come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.
E così il tempo era volato, fino ad arrivare all'ora di cena, quando avevano deciso di ordinare delle pizze. Fu durante l'attesa che la situazione iniziò a degenerare. Erano entrambi seduti sul divano, a chiacchierare come ai vecchi tempi, con la testa di Luke poggiata sul petto del riccio, quando Nick inizió a far scendere la mano dal braccio del ragazzo fino alla patta dei pantaloni. Le parole che il biondo stava dicendo iniziarono ad essere sconnesse, dato che quella mano lo stava distraendo. In un gesto veloce gli sbottonò il pantalone e infilò la mano all'interno, massaggiandolo da sopra i boxer. Luke emise dei gemiti sommessi, mentre stringeva un po' troppo forte il cuscino del divano. I gemiti crebbero quando Nick superó anche i boxer, afferrando la sua erezione e iniziando a pompare velocemente. Da quella posizione non poteva vedere il viso del ragazzo, ma dai sospiri che stava emettendo vicino al suo orecchio sentiva che si stava eccitando anche lui. Con un coraggio che non pensava di avere decise di ricambiare il favore. A fatica, dati i brividi che il riccio gli stava procurando, riuscì ad infilare la mano all'interno dei pantaloni di tuta del ragazzo e copiò i suoi stessi movimento. In poco tempo erano entrambi in uno stato di estasi, i gemiti riempivano la stanza mentre si procuravano piacere a vicenda. Luke venne per primo, ma continuò a muovere la mano, finché non venne anche Nick.

Entrambi con il fiatone si sistemarono sul divano, per guardarsi negli occhi e il riccio fece la sua mossa. Si fiondò sulle sua labbra, famelico, infilando subito la lingua all'interno della sua bocca. Luke era un po' shoccato, ma non si oppose, approfondendo il bacio. Fu quando Nick provò a sfilargli la felpa che il biondo decise di fermarsi.

<<A-aspetta Nick, fermo. Non sono pronto.>> ma il ragazzo non gli diede retta. Lo teneva fermo con la schiena sul divano, stringendogli un fianco con molta forza, provando a baciarlo ancora. Ma Luke spostò la testa, cercando di allontanarlo.

<<Statti fermo cazzo.>> urlò Nick, dandogli un pugno sul fianco. Il biondo gemette per il dolore, e il riccio continuò il suo lavoro, tentando di levargli i jeans.

<<Ti prego fermati, Nick ferm->> la voce di Luke gli si spense in gola dato il forte schiaffo che il ragazzo gli aveva tirato sulla guancia. Sentiva un dolore fortissimo provenire dal piercing, probabilmente dato il movimento doveva essersi tagliato il labbro. Con una forza che non pensava di avere lo spinse via da sopra di sé, e corse in bagno.

E ora si trovava chiuso lì dentro, con un livido, un taglio, e la paura di uscire da quella casa. Voleva mandare un messaggio a Marlene o a Calum, ma aveva lasciato il telefono fuori.

&quot;What about us?&quot; • Michael Clifford •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora