Capitolo 38

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<<Sono ancora convinto che questa sia una pessima idea.>> borbottò Michael, rallentando al semaforo e girando lo sguardo verso Marlene. La ragazza se ne stava seduta tranquillamente sul sedile con il telefono in mano, mentre scriveva un messaggio ai suoi genitori. La osservò mentre si mordeva le labbra, colorate da un leggero lucidalabbra e si sistemava il vestito azzurro che aveva deciso di indossare quella sera, dato il caldo asfissiante.

<<Ti fai troppe paranoie secondo me. So come sono fatti i miei genitori e so che per loro non è un problema. E poi ho diciannove anni, Mikey, non potrebbero impedire questa relazione nemmeno volendo.>> parlò la mora, continuando a scrivere rapidamente sul proprio cellulare. La scuola era finita già da qualche settimana, e Marlene aveva finalmente deciso che era il caso di far conoscere il suo ragazzo ai suoi genitori.

<<Se lo dici tu...>> borbottò il ragazzo, passandosi la mano tra i capelli che aveva recentemente ritinto di rosso, anche se un po' più scuro, con grande entusiasmo della sua ragazza <<Però mi hai sempre detto che tuo padre è molto protettivo nei tuoi confronti, non vorrei finire nel suo mirino.>> confessò, sbuffando quando si rese conto che il semaforo era ancora rosso. Marlene si girò verso di lui, poggiandogli una mano sul braccio.

<<Amore, andrà tutto bene, okay? Tu sta tranquillo, ti ameranno. Ne sono sicura.>>

<<Si, Mikey, sta tranquillo. Ne sono sicuro anche io.>> fece il verso Calum, seduto sui sedili posteriori al centro, in mezzo a Luke e ad Ashton che, con la mano fuori dal finestrino, evitava di far entrare il fumo della sigaretta nella macchina. Era riuscito a ridurre di molto la quantità di sigarette, ma ogni tanto una doveva sempre fumarla.
La coppia seduta avanti alzò gli occhi al cielo, e Michael mise in moto, vedendo il semaforo diventare finalmente verde.

<<Mi sento un po' di troppo.>> sussurrò Luke, incrociando le braccia al petto e guardando fuori dal finestrino le case a schiera che scorrevano davanti a lui.

<<È perché siamo di troppo, Hemmings.>> Ashton sbuffò <<Michael, lo sai che odio sedermi dietro in macchina, noi non potevamo venire con la nostra auto?>> Calum sorrise leggermente, annotando un'altra cosa che lui e il suo ragazzo avevano in comune.

<<Sarebbe stato uno spreco di benzina, Ashton, dobbiamo andare tutti nello stesso posto alla fine. Quindi è inutile.>> con queste parole Marlene chiuse il discorso, facendo sbuffare di nuovo il professore di matematica, che però non disse più una parola. Sistemò il braccio sulle spalle del ragazzo accanto a lui, che si poggiò sulla sua spalla. Ashton e Marlene si erano un po' avvicinati in quel periodo, infondo era anche normale dato che la ragazza era fidanzata con il suo migliore amico. Come diceva Sierra, era solo questione di tempo. Il loro rapporto era piuttosto strano, non erano propriamente amici, ma nemmeno sconosciuti, e per sciogliere il ghiaccio ci voleva decisamente tempo. Ma ogni tanto partivano dei piccoli battibecchi, come questo, che potevano durare anche qualche ora, e ogni volta Michael finiva per starsene seduto sul divano a guardarli scambiarsi frecciatine, ridacchiando. Sembravano quasi due cani che marcavano il territorio, Marlene perché, ovviamente, era la sua ragazza, Ashton perché era il suo migliore amico, e non voleva rivederlo stare male solo per una ragazza. Ragazza che, doveva ammettere, col tempo stava diventando più simpatica del previsto. Ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce.

<<Siamo arrivati.>> parlò Michael, stringendo nervosamente il volante con una mano, mentre con l'altra abbassava il volume della radio.

<<Perfetto. Sierra ci raggiungerà tra poco, sta aiutando mia madre con delle commissioni.>>

<<Quindi ora vive da te?>> chiese Marlene, girandosi con il busto verso il suo migliore amico, che arrossì, posando il telefono nella tasca dei jeans.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17 ⏰

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