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La prima cosa che feci una volta aperti gli occhi la mattina dopo fu vestirmi decentemente e dirigermi a passo spedito verso la Sala Professori. In realtà, in sala Professori cercavo di andarci il meno possibile, e ci mettevo piede solo se sotto invito di qualche insegnante. Si trovava al pianterreno, ed ai lati della porta d'ingresso c'erano due gargoyle parecchio inquietanti, di guardia. Entrambi però mi conoscevano, e mi lasciarono passare dandomi solo un'occhiata guardinga. Era una stanza grande, rivestita di legno, piena di sedie di legno scuro ed un lungo tavolone. Alle pareti erano appesi ritratti di vecchi insegnanti, che se la ridevano e chiacchieravano tra di loro.

Al momento, la stanza era praticamente vuota. Vidi ad un angolo del tavolo la professoressa Sprite alle prese con la correzione di alcune pergamene, e il professor Vitious che mi salutò con un caldo sorriso. Fortunatamente, la professoressa McGranitt era presente, e si stava godendo una tazza di tè davanti al camino acceso.

«E' permesso?» chiesi, rimanendo sul limitare della porta. Non mi sarei mai permessa di entrare senza essere espressamente invitata.

Vitious mi fece un chiaro segno di entrare con un gesto del braccio ed un lieve inchino, ma fu la professoressa Mcgranitt che, dopo avermi guardato per un breve istante, annuì leggermente e mi chiese: «signorina Gallaghan, che ci fa qui?»

«Avrei...avrei bisogno di parlare con lei, professoressa» ammisi, facendo un passo verso l'interno, «se è possibile. Se no, posso tornare in un altro momento».

Avevo sempre avuto una sorta di ammirazione verso la professoressa McGranitt, e già dal primo anno avevo il pallino del "voler diventare come lei" da grande. Mi aveva sempre dato l'impressione di essere una donna forte, sicura di sè, che non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno. Da ragazza era stata una promessa del Quidditch, ed aveva lavorato nel Ministero prima di diventare insegnante ad Hogwarts. L'avevo sempre venerata come si venera un eroe.

«Vieni pure» mi invitò lei, indicandomi una poltroncina vicino alla sua, «c'è qualche problema che concerne la casa di Grifondoro?»

«Oh, no» risposi io immediatamente, sedendomi vicino a lei. «Era più una cosa...personale...»

La professoressa Mcgranitt mi guardò con tanto d'occhi. Non era solita avere a che fare con i problemi personali dei propri studenti. Di solito, cercava sempre di mantenere una certa distanza tra lei e i suoi allievi e i loro problemi adolescenziali.

«Cos'è successo?» chiese la professoressa, in barba al rigore e alla distanza che aveva tenuto per tutti quei lunghi anni.

«Si ricorda al quinto anno? Quando ci ha chiesto di iniziare a pensare a cosa avremmo voluto fare da grandi?» incominciai, lisciandomi la gonna con la mano per non guardare la professoressa in volto, «io le avevo risposto che sarei andata a lavorare al Ministero, con mio padre. E l'ho pensato davvero...per un certo periodo...»

«E poi cosa è cambiato?»

«Io non lo voglio fare» affermai, alzando lo sguardo, «non voglio rinchiudermi in un vecchio ufficio polveroso. Voglio insegnare».

Il fatto di averlo detto per la prima volta ad alta voce lo aveva reso estremamente più vero. Volevo insegnare, ed ero pronta ad urlarlo al mondo intero.

«Be'...questo è oltremodo particolare...»

«Spero di aver dimostrato in questi anni di essere all'altezza» aggiunsi, arrossendo un poco ma ferma nelle mie convinzioni, «di avere le competenze giuste....e l'iniziativa. E la voglia, ho tanta voglia di aiutare gli altri, professoressa McGranitt, ma non so come fare».

«Ne parlerò con il professor Silente» promise la professoressa McGranitt, «hai ancora tutto un anno di scuola da passare, e dei M.A.G.O da superare. Ti consiglio di concentrarti sullo studio, per il momento. Se davvero questa è la tua strada, arriverà il tempo in cui tutto ti sembrerà più chiaro».

Headgirl - Fred Weasley ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora