Io e Fred ci dirigemmo verso la Testa di Porco che erano le dieci meno cinque minuti, con i capelli scombinati dal vento e dalle nostre dita. Gli tenevo la mano, ma la lasciai non appena arrivammo sulla strada principale. Se Fred se ne accorse non lo diede a vedere. Svoltammo in una traversa in fondo alla quale c'era una piccola locanda. Una consunta insegna di legno pendeva sopra la porta, con incisa una testa di cinghiale mozza.
«Che posticino accogliente» mormorai, guardandomi intorno non appena entrati. Era un locale piccolo, angusto e molto sporco, con un forte odore di qualcosa che poteva essere capra. Il pavimento era ricoperto da polvere, fango e sudiciume accumulati da secoli.
Seduti ad uno degli ultimi tavolini in fondo trovammo Harry, Ron ed Hermione, intenti a bere una Burrobirra e parlare concitatamente.
«Siamo i primi?» chiese Fred, prendendo una sedia, girandola e sedendosi a cavalcioni con le braccia appoggiate allo schienale di essa. La mia sanità mentale stava già partendo per la tangente.
«Per ora sì» rispose Hermione, guardando l'orologio, «ma a momenti dovrebbero arrivare tu...oh».
La porta della locanda si era aperta, e da essa era entrata una vera folla. Davanti c'erano Neville Paciock, Dean e, per la mia gioia, mia sorella Daisy, seguiti da Calì, Padma Patil con Cho Chang e una delle sue amiche di Corvonero; poi ancora Luna Lovegood, Katie, Alicia (insieme a Lee), i fratelli Canon, alcune persone di Tassorosso di cui non sapevo il nome, tre ragazzi di Corvonero, Ginny e a chiudere la fila George con Angelina, con annessi grossi sacchetti di carta gonfi della mercanzia di Zonko.
«Be', giusto poche persone» commentò Fred, per poi alzarsi e contare velocemente tutta la folla di gente che era entrata. Mi guardò un attimo, mi fece un occhiolino e si diresse verso il bancone.
«Non puoi fare così» borbottai tra me e me.
«Buondì!», il barista lo guardò con un'espressione tra il sospettoso e l'accigliato, «possiamo avere venticinque Burrobirre, per cortesia?»
Il barista lo guardò male per un attimo, poi prese a passare Burrobirre da sotto il banco.
«Salute» disse Fred, distribuendole in giro. «Fuori i soldi, voi, non ne ho abbastanza per tutti...».
Sorrisi leggermente guardandolo, e presi a ravanare dalle tasche del giubbotto in cerca di monete.
«Stai buona, a te ci penso io» mi sussurrò Fred ad un orecchio mentre mi lasciava la Burrobirra sul tavolo. Dovevo ammetterlo, era bello avere qualcuno che per una volta pensava a te.
Quando tutti ebbero le proprie Burrobirre calò un silenzio teso e carico di curiosità. Fred si sedette al mio fianco, con George e Angelina proprio di fianco a noi. Appoggiò i gomiti sulle sue ginocchia, sfregando le mani tra loro, un po' per il freddo e un po' per la tensione del momento. Io mi imposi di non guardarlo, e non sarei più riuscita a distogliere lo sguardo.
«Ecco...ehm...ciao» disse Hermione. Il nervosismo che le rendeva la voce un po' più acuta del solito. «Be', sapete tutti perché siamo qui. Vogliamo imparare Difesa contro le Arti Oscure, impararla davvero, non quella spazzatura che ci fa studiare la Umbridge...»
Stava andando tutto bene, ma al nominare Voi-Sapete-Chi e Silente gli animi iniziarono a scaldarsi. Tra il gruppo di ragazzi c'era qualcuno che non era mai stato un amico stretto di Harry e che probabilmente aveva delle remore su tutto quello che era davvero successo dentro il labirinto, l'anno prima.
Era legittimo pensarlo, alla fine noi dall'esterno non abbiamo visto altro che Harry tornare indietro con il corpo di Cedric Diggory in braccio, ma allo stesso tempo Silente aveva detto a tutti cosa fosse successo, e non si poteva non credere a Silente.
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Headgirl - Fred Weasley ff
FanfictionPossa il suono di una musica leggiadra e l'eco di una risata irlandese, riempirti il cuore di felicità, che duri e si rinnovi nel tempo. Possano i cardini su cui poggia la nostra amicizia mai potersi arrugginire. Maeve Callaghan, diciassette anni...