La mattina della gita ad Hogsmeade era limpida ma ventosa. Dopo colazione ci mettemmo in fila davanti a Gazza, che controllava i nostri nomi sulla lunga lista degli studenti che avevano il permesso di andare al villaggio.
«Weasley» disse, picchiettando con la piuma sulla pergamena, come se stesse cercando una scusa qualsiasi per impedire ai gemelli di andare ad Hogsmeade. «Lo sapete che dall'Emporio degli scherzi di Zonko non...»
«Possiamo portare niente di pericoloso» lo interruppe Fred come se ormai avesse imparato quelle parole a memoria.
«Come Caccabombe, Tazze Mordicchianti o Frisbee Zannuti» concluse George alzando le mani a mo' di resa. «Ce lo ripeti ogni volta da quattro anni a questa parte».
«Li terrò d'occhio io» mi proposi, «non si preoccupi, signor Gazza»
«Bene, andate» disse con voce gracchiante, come se non vedesse l'ora di toglierseli di torno.
Oltrepassammo le due alte colonne di pietra sormontate dai cinghiali alati e svoltammo a sinistra verso il villaggio, con i capelli negli occhi per il vento.
«Odio come tu debba sempre essere gentile con tutti» dichiarò Fred dopo qualche minuto, guardandomi di sottecchi. «A te non viene mai voglia di insultare qualcuno, ogni tanto?»
«Non sai quante volte ho avuto voglia di insultare te, Weasley» risposi io, beandomi poi della sua espressione particolarmente colpita. «Ma essere gentile con chi non mi tratta come dovrebbe assume un sapore totalmente diverso».
Era vero, spesso e volentieri mi dimostravo gentile e disponibile anche con chi non se lo sarebbe meritato, ma lo facevo esattamente per quel motivo. Perché mi rendevo conto che rispondere alla cattiveria con altra cattiveria non avrebbe reso migliore né me né nessun altro. C'era già abbastanza ingiustizia in giro, non mi andava di alimentare con il mio rancore e le mie piccole vendette un calderone già strabordante. Perciò tentavo di compensare con un po' di sano buon senso e amore verso il prossimo.
«Sei proprio strana» concluse lui, avvolgendomi le spalle con un braccio e tirandomi verso di sé. Io mi misi a ridere, lasciando correre. Alla fine, un po' strana lo ero veramente.
George e Angelina camminavano qualche metro davanti a noi, e sembravano particolarmente assorti in una conversazione della quale non riuscivamo a carpire se non poche parole. Non si toccavano, quei due. Però i loro corpi si muovevano come se ci fosse stata una sorta di forza di attrazione che li attirava l'uno verso l'altra. Come se per George, Angelina fosse il suo sole e lui un minuscolo pianetino del Sistema Solare. Come se per Angelina, George forse un immenso buco nero nel quale buttarsi nella speranza di un futuro migliore. Mi chiedevo quando mai si sarebbero resi conto che erano fatti per stare insieme.
Lee, dal canto suo, ci camminava a fianco, con le mani nelle tasche. Ogni tanto calciava qualche ciottolo che ostacolava il suo passaggio, e borbottava tra sé qualcosa di sconclusionato. Nel mentre, imboccammo la strada principale, che era piena sia di studenti di Hogwarts che di abitanti del piccolo villaggio.
«Ho sentito dire da Alicia che oggi sarebbe dovuta andare a spedire un pacco all'Ufficio Postale» dissi a nessuno in particolare. «Un regalo per la madre che compie gli anni».
Fred, che aveva il dono di capire sempre le mie intenzioni al volo, mi diede man forte affermando che: «Sì, mi sembra di averlo sentito anche io. Un pacco grosso, doveva essere. Forse ha bisogno di una mano».
Il nostro caro amico, che aveva drizzato le orecchie nella nostra direzione non appena avevo pronunciato il nome della mia compagna di dormitorio, sembrava essersi illuminato.
«Io...mi sono appena ricordato che devo andare a comprare delle pergamene, non c'è bisogno che mi accompagnate, ci vediamo alla Testa di Porco» ci informò concitato, salutandoci poi con un veloce gesto della mano e avviandosi di gran carriera verso quello che chiaramente era l'Ufficio Postale.
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Headgirl - Fred Weasley ff
FanfictionPossa il suono di una musica leggiadra e l'eco di una risata irlandese, riempirti il cuore di felicità, che duri e si rinnovi nel tempo. Possano i cardini su cui poggia la nostra amicizia mai potersi arrugginire. Maeve Callaghan, diciassette anni...