Capitolo Cinque - L'Erede di Kikujima

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Capitolo 5

"Incontri del terzo... ma anche del quarto tipo"

«Allora, ti senti meglio?» mi chiede Haki mentre aspetta che io mi disseti. «Sarai molto stanca... Dai, andiamo, abbiamo un bel po' di strada da fare ma tranquilla, la carrozza non è così distante» continua mentre io la guardo interdetta; già il fatto di sapere che il Wi-Fi sia praticamente inesistente sull'isola, mi ha profondamente demoralizzato e ora... Sorpresa! "Una carrozza!".

Mi chiedo dove diavolo io sia finita e se andando avanti scoprirò che manca anche l'energia elettrica. Haki mi guarda e sorride o forse ride di me; mi domando se sia una semplice guida, un'ospite della House o addirittura un'insegnante... I suoi lineamenti sono quelli di una ragazza pressoché della mia età, ma i fili argentati nei suoi capelli sembrano svelare il contrario e nei suoi occhi si legge qualcosa di più. Può darsi che il merito sia perché uno è azzurro e l'altro verde; è molto attraente e invidio il colore della sua pelle ambrata e quell'accento particolare che ha quando parla; fa quasi invidia.

"Ecco la carrozza" penso vedendola arrivare; non ne ho mai vista una prima d'ora; insomma, forse da piccola durante le passeggiate al parco dietro casa dove in effetti, ora che ci penso, si organizzavano gite in calesse trainate da asinelli... Ma questa è una "Limousine" al confronto.

Il signore che la guida ha un aspetto simile a quello che c'era sul peschereccio; ha la pelle rinsecchita dal troppo sole e i capelli radi, ma ha modi gentili e si offre subito di aiutarmi a caricare i bagagli. Ho portato poco con me; beh, tutto dipende da cosa s'intende per "poco". Mi vergogno un po' in effetti, ma considerando che non so quanto durerà il mio soggiorno e come si vestono gli ospiti che alloggiano qui (visto come si è presentata conciata Haki), non credo che avrò problemi nel passare inosservata.

Una volta partiti mi concentro sul paesaggio circostante e finalmente preso un lungo respiro, mi concedo un breve viaggio nei ricordi; è quasi mezzogiorno e il sole è caldo e provoca sulla mia pelle uno strano riflesso tipo quello prodotto da un prisma esposto alla luce. L'isola è meravigliosa, proprio come la ricordavo, riempie lo sguardo con la sua natura selvaggia e sembra quasi che l'uomo, lì non sia mai arrivato.

Respiro un'aria familiare e mi rendo conto di ricordare molto di più quello che credevo ed è come se dove mi aspettassi di trovare un fiume o una radura, in effetti ci sono. Quella strana sensazione continua per l'intera l'ora successiva mentre i sobbalzi ci accompagnano per tutto il tragitto. Appena scesa dalla barca ho avvertito come una scossa di adrenalina; dei brividi freddi che mi hanno attraversato il corpo, come se stessi davvero lasciando il mondo moderno all'esterno per entrare in quel piccolo angolo di paradiso.

«Come ti sembra questo posto? Sembra che tu riesca a ricordare qualcosa» mi chiede Haki riportandomi alla realtà.

«In effetti è così; provo una sensazione strana... Avrei giurato di non ricordare nulla... Sai, per me non è facile ritornare qui dopo...» confesso cercando di non sbilanciarmi; non ho idea se lei sappia cosa sia accaduto dieci anni prima proprio su questa isola e quindi rimango sul vago, stupita di me stessa per quella quasi confidenza. Non amo parlare del passato e Haki non è certo una amica intima; non ancora.

«Immagino che non lo sia... Però adesso sei qui e sono certa che saprai cosa fare; sei venuta per questo d'altronde e noi ti aiuteremo. Non sei sola» sussurra, lasciandomi stranita inclinando il viso, lanciandomi uno sguardo d'intesa che accompagna un gesto della mano che allunga verso di me, appoggiandola sulla mia spalla. Cercando di non sembrare a disagio mi chiedo se non sia finita in una specie di setta o roba del genere ma la fiducia che ripongo in mia madre è tanta; non credo proprio che avrebbe mai potuto farmi uno scherzo del genere. Sospiro e stringo le labbra distogliendo lo sguardo fissandolo sui miei piedi.

L'erede di KikujimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora