Capitolo 15
"Le modelle bevono troppo, e anche io"
Il chiasso cittadino mi sveglia come una carezza comprensiva. "Quanto mi è mancato il mio letto". Nonostante sia trascorso solo un mese, quel periodo a Kikujima mi è parso una vita. Ora i volti delle persone che mi hanno accompagnata in quel percorso di riequilibrio spirituale mi sembrano ricordi di un lontano passato; giorni distanti che fatico a scrollarmi di dosso.
La prima cosa che ho fatto una volta sistemata, è stata caricare i vari apparecchi elettronici, poi farmi una doccia veloce e consumare un pasto caldo, preparato da mia mamma. Ho dormito divinamente questa notte, come se non avessi mai riposato davvero in vita mia. Ora l'aroma del caffè mi stuzzica le narici solleticandole fino a farle arricciare e un sorriso spontaneo si crea sul mio viso.
«Buongiorno mondo» mi dico stiracchiandomi e poi apro le persiane venendo colta dal tipico odore di smog e dall'inquinamento acustico, che risulta quasi una coccola sicura.
Guardandomi intorno mi cade l'occhio su una pila di scatole accatastate accanto all'armadio e mi prende un tuffo al cuore quando capisco essere le cose di Dani; mia madre deve averle riposte con cura come, una reliquia. Dovrò decidere cosa farne ora che non c'è più. Non ne ho ancora idea e non credo nemmeno sia il momento adatto per farlo; ho ancora troppa confusione nella testa e quelle cose che ora sto accarezzando tristemente, come se fossero lui, mi riportano alla mente ogni cosa. Quel profumo balsamico tipico del suo dopobarba, l'ammorbidente che esigeva comprassi e che non doveva mai mancare... "il solito viziato!" Mi viene da sorridere rannicchiata lì accanto, ma quando mi accorgo di una scatola diversa, più rigida e formale, con scritto "Svizzera", mi prende il panico.
La apro con le mani che mi tremano come se fossimo sottozero, poi, i brividi mi corrono su per le braccia e la schiena e nonostante il caldo, afferro la coperta di pile piegata ai piedi del letto, e me la metto sulle spalle come un mantello protettivo. Comincio a posizionare gli oggetti, tutti sigillati in buste di plastica trasparenti, davanti a me: le chiavi della macchina, il Kindle, lo Smartphone...
Se non fosse già abbastanza dura da sopportare, da quella posizione scorgo sotto al letto una valigia: la sua valigia. Quella nera con le ruote a sfera e il nastro viola che gli avevo legato al manico prima di partire. "Che nostalgia; che cosa infantile". Gli avevo detto che guardando quel nastro mi avrebbe sentita più vicina.
Apro piano le cerniere aspettandomi quasi di trovare capi insanguinati ma non c'è nulla del genere. "Che sciocca che sono". È tutto piegato ordinato, come se nulla fosse mai stato nemmeno tolto all'arrivo. Poi lo sguardo mi cade nuovamente sul suo Smartphone e mi viene un'idea. Lo attacco al caricabatterie ma non lo accendo, prima devo prepararmi psicologicamente a ciò che potrei o no trovare.
«Buongiorno» dico ancora turbata a mia madre dirigendomi al bancone già apparecchiato con un delizioso brunch.
«Buongiorno tesoro, hai dormito bene? Hai fame?» mormora mentre mi guarda da oltre la spalla. Sta già lavando le padelle; tipico di lei. Mi siedo notando che la mancanza di musica rende l'atmosfera un po' troppo opprimente ma concedo alla mia mente di concentrarsi, capendo che un qualche argomento andrà comunque affrontato, così comincio rispondendo alle sue domande circostanziali, senza troppo impegno.
«Ho dormito benissimo e sono stranamente affamata. Sai che sull'isola, a parte il Ramen, non c'era il cibo spazzatura? Mi è mancata la tua cucina; non sai quanto» le dico cominciando a mangiare, ripensando a quei frullati proteici che alla fine non ho nemmeno provato.
«Ah, grazie! Cibo spazzatura eh...» mi fulmina lei ma poi soprassiede alzando gli occhi al cielo mentre io mi rendo conto della gaffe. «Sai, anche ai miei tempi si mangiava spartano laggiù; questione di abitudine» mormora scrollando le spalle. La guardo sollevando il sopracciglio; "Non sapevo avesse trascorso tanto alla House..."
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L'erede di Kikujima
Fantastik"L'erede di Kikujima" è un romanzo Fantasy, Paranormal Romance, autoconclusivo, consigliato a un pubblico +16. Narra le vicende di una ragazza apparentemente normale; innamorata, con un lavoro stimolante e amici eccentrici. Mia, la protagonista di q...