Capitolo 17
"Il segreto del Bloody Mary corretto"
Mentre la costumista ritira gli abiti infilandoli in buste di plastica trasparenti in modo da non rovinarli, Diana si ritira nel piccolo bagno che usa per cambiarsi tra una foto e l'altra, sparendo con l'aria snervata. Quando lavora con Alessia il suo umore non è mai dei migliori; quella è un'autentica rompiscatole. Il suo modo di fare, il tono di voce, ogni cosa in lei esprimono arroganza e altezzosità. Capelli neri lisci lunghi fino a metà schiena, occhi piccoli che tiene stretti come un falco, naso aquilino su cui poggiano occhiali a goccia che spesso scivolano sulla punta del naso; labbra sottili e chiare come la sfumatura dermica che la caratterizza. Non so come faccia a sopportarla col suo modo da "so tutto io", per non parlare di come le sposta e muove i vestiti sul corpo; credo sia in parte gelosa di Diana; tutti sono invidiosi di lei e della sua bellezza o meglio, tutti la venerano per quello ma lei, Alessia, sembra davvero non sopportarla. Le aggiusta le maniche e la lunghezza dei capi con vigore senza mai sputare un sorriso e noi zitte la osserviamo facendoci contagiare dal suo umore perennemente cupo. La reggiamo per via del contratto vantaggioso con l'agenzia, di cui lei è imparentata con la proprietaria e quindi non possiamo fare altro che abbassare la testa e lavorare. Ma quando finalmente mi saluta mostrando un inquietante smorfia che credo sia un sorriso sforzato, faccio un cenno con la mano e quella sparisce sbattendo la porta. Non so se sia lo spiffero dell'aria autunnale o la vibrazione che si lascia dietro ma i peli mi si rizzano sulla nuca.
«Maledetta strega!» sibila Diana riemergendo con noncuranza dalla stanza da bagno. Rido scuotendo la testa cominciando a scaricare le foto sul Pc. Mi si affianca sedendosi agilmente sulla scrivania cominciando a commentare ogni singolo scatto.
«Ti prego... ma la smetti?» le chiedo dopo l'ennesimo "NON MI PIACE" che dice guardando le sue foto con rimprovero. Non si piace mai, il che è imbarazzante perché se lei non si piace mi chiedo cosa possa pensare di noi poveri mortali ma essendo abituata ai suoi commenti cerco di non dargli troppo peso. «Devo fare qualche ritocco e poi le manderò all'agenzia... per quando servono?» le chiedo aprendo l'agenda per controllare. Finalmente il calendario sta allentando, ho avuto quattro matrimoni e dei servizi di compleanno e maternità e ora il carico di lavoro da smaltire è tanto ma per fortuna si uscirà poco... non amo molto il freddo e l'estate mi manca già moltissimo. Mi scuoto ancora da un brivido quando Diana, mi ricorda la scadenza che sarà a metà novembre, un po' in apprensione ma io sono certa che saranno pronte prima e la rassicuro. Chiudiamo tutto e alle diciotto e trenta finalmente usciamo.
Ci dirigiamo nella torteria che ha scoperto assieme a Tina un paio di mesi ed è la prima volta che ci vado; me ne hanno parlato così tanto che alla fine abbiamo scelto proprio quella per andare a fare un'apericena dolce. Quando entriamo, finalmente accolte dal tepore e dal delizioso profumo di croissant e zucchero a velo, la mia mente si dilata. Una simpatica ragazza vestita di rosa con un grembiulino bianco ci viene incontro per prenderci le giacche e già quella cortesia ci riporta il buon umore. Sedute al tavolino rotondo, abbinato allo stile Shabby chic del locale, cominciamo a leggere il menù. Da quando mi sono confidata con Sophian mi sembra davvero di essere finalmente tornata in me; mi sento più leggera e anche se nulla è effettivamente cambiato il mio intero essere lo è. Sto andando avanti e finalmente la vita ha di nuovo senso. Gli incubi si sono quietati, quelli che avevo avuto appena tornata dall'isola in cui Ayame e l'altra ragazza strana, Sato, e tutte le cose paranormali che mi erano accadute, avevano fatto emergere paure e timori che solo con un piccolo aiuto esterno formato gocce, erano riuscite a sedare. Incredibile a dirlo ma mi sono anche iscritta ad un corso di Yoga con Tina e assieme andiamo il lunedì mattina e il giovedì sera; mi aiuta a rilassarmi e a centrarmi tanto che effettivamente, mi sembra di non necessitare più di supporto, tranne le pillole per la mia particolare forma di anemia... quelle le ho ricominciate, poiché mi sono accorta che senza era davvero dura andare avanti; ero spossata, stanca, affamata. Ma ho ridotto la dose; ora cerco dentro me stessa di riequilibrarmi.
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L'erede di Kikujima
Fantasia"L'erede di Kikujima" è un romanzo Fantasy, Paranormal Romance, autoconclusivo, consigliato a un pubblico +16. Narra le vicende di una ragazza apparentemente normale; innamorata, con un lavoro stimolante e amici eccentrici. Mia, la protagonista di q...