Capitolo 14
"La testa che vola"
Quando apro gli occhi la testa mi gira terribilmente e un freddo pungente risale le mie vene: la cella.
Ancora quella sudicia e angusta cella. Mi guardo attorno cercando di capire se la sensazione che provo è indicativa del fatto che sono ancora viva e soprattutto intera. Mi fa male ovunque e l'idea che sia stato tutto solo un brutto sogno, passa veloce ma acida come era arrivata. Ayame mi sta guardando con la sua solita aria supponente, con la schiena appoggiata alla parete rocciosa e umida. Appena la osservo mi accorgo che quella sensazione provata poco prima non è altro che una secchiata di acqua gelata che mi ha appena travolta, partita dalle sue candide mani assassine.
«Ben svegliata principessa; allora, come va qui sotto? Sei felice adesso? Sei soddisfatta ora che il principe è stato punito? Ora che il tuo paparino si è inchinato e ha abbassato la testa per te. Per una buona a nulla come te! Che disonore, che vergogna... Per fortuna che da stasera non dovrà più posare lo sguardo su quella tua testolina insulsa» dice la vampira dai capelli color miele avvicinandosi lentamente e poi s'inginocchia prendendomi il mento e fa una smorfia di disgusto quando le mie lacrime le si appoggiano tacite alle dita.
"No, non è un sogno, questa è la realtà; dura e spigolosa".
Mi aggrappo con le unghie alla pietra, finendo per spezzarle, nel vano tentativo di sollevarmi quel poco per risponderle una qualsiasi cosa, ma le forze mi hanno abbandonato nello stesso momento in cui ho capito che quella, sarà l'ultima volta in cui vedrò mio padre. Sempre che mi lascino uscire.
Nell'istante in cui sta per lasciare la presa le afferro il polso, non tanto per ferirla ma per supplicarla. Sì, l'unica cosa che posso fare è quella: pregare la regina di non fare quel maledetto scambio. Preferirei morire cento volte che vedere il volto di mio padre spegnersi a causa mia. «Ti prego, lascia che prendano me; ti supplico.»
Mi guarda con il tipico ghigno beffardo, che ha sempre prima di sferrare un attacco verbale. «E quale sarebbe il divertimento?» dice mollando il mio viso che ricade nella polvere e tornando sui suoi passi continua «Verranno tra un paio d'ore a prenderti; vedi di essere presentabile, la regina non tollera...» e mi fa segno ad indicare le mie condizioni indecorose. Mi lascia e calpesta il terreno lurido come se fosse incorporea e a quel punto ripiombo nel limbo dove le immagini confuse e stridenti si fanno strada nella mia mente intorpidita e ovattata.
Quando rinvengo mi rendo conto d'essere scossa violentemente da qualcuno che non mi sarei mai aspettata di trovare lì sotto. Apro e chiudo gli occhi credendo di essere ancora stordita ma poi, l'immagine di Zenko mi riempie la vista indispensabile come acqua nel deserto. Mi guarda con insistenza e prova a sollevarmi. «Alzati Miyako, fai veloce, dobbiamo andare! La regina non ha solo intenzione di uccidere tuo padre, vuole sterminarci, a cominciare dal re e da... te. Non rispetterà l'accordo! Ho sentito parlare le guardie e hanno detto che dopo l'esecuzione, una volta liberata, ti massacrerà gettando il tuo corpo ai corvi. Forza, alzati.»
Ho il cuore che pompa nel petto come un tamburo impazzito durante la battaglia e il mio corpo è scosso dagli spasmi, gli stessi che mi permettono di alzarmi e mettere un piede davanti all'altro e uscire dalla cella scassinata per seguire Zenko su per le strette scale a chiocciola.
«Cosa facciamo adesso? Dove stiamo andando?» sussurro col fiato corto sperando di non incontrare nessuno ma evidentemente, qualcuno ha già provveduto a liberare il passaggio.
«Ce ne andiamo; scappiamo, nuotiamo» mi dice afferrandomi il braccio violentemente per aiutarmi a correre.
«Scappiamo? Zenko ma mio padre...» ma il suo sguardo mi zittisce, non ammette parole vane e sicuramente sta ubbidendo a un ordine arrivato da qualcuno che certamente ha chiara la situazione, molto meglio di me. Stiamo per arrivare all'uscita quando il cielo si fa stranamente rosso; c'è aria di pioggia e la terra assume quel particolare profumo di decomposizione e morte che ho sempre trovato affascinante. Sempre, tranne che adesso. Non so nemmeno io perché sto notando tutto questo quando l'immagine della regina che sovrasta mio padre inginocchiato a pochi metri da lei, ha già abbassato la testa in segno di sottomissione. Sto per urlare, la voce si arrampica su per la gola graffiandomi inesorabile mentre una mano gentile mi si appoggia alle labbra per fermarmi.
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L'erede di Kikujima
Fantasy"L'erede di Kikujima" è un romanzo Fantasy, Paranormal Romance, autoconclusivo, consigliato a un pubblico +16. Narra le vicende di una ragazza apparentemente normale; innamorata, con un lavoro stimolante e amici eccentrici. Mia, la protagonista di q...