CAPITOLO DUE
"Quando i miei occhi si posarono su te"
Quella notte, gli ultimi raggi del sole dicembrino lambivano l'orizzonte fino a fondersi con l'oceano stesso. Il crepuscolo: "l'ora delle streghe" lo si chiamava, e non solo dalle mie parti.
Posati i piedi sulla terra ferma, dopo il breve viaggio che era stato carico di silenzi e di apprensione, avvolti nei lunghi e pesanti mantelli, avevamo osservato il nero castello stagliarsi prepotente sulla montagna di fronte a noi. A poco a poco, erano arrivate altre imbarcazioni dalle più svariate dimensioni e forme, alcune delle quali, munite di vele scure e di nera pece rivestite. Da ogni angolo del globo, verso l'isola sperduta in mezzo alla silenziosa ma imprevedibile massa d'acqua, le navi strisciavano silenziose.
Il nostro era da sempre un passo leggero e a volte pareva quasi fossimo sollevati da terra e i nostri movimenti quella sera, erano consapevolmente più lenti del solito; non un gesto azzardato, una parola di troppo... Era un momento importante; forse, la notte più importante che da tempo era trascorsa.
Era la notte in cui i maggiori esponenti delle sei casate originali si radunavano principalmente per omaggiarsi e per presentare i nuovi membri accolti o nati, rispettivamente. Insomma, un modo per tenere sotto controllo quella situazione sempre sull'orlo di una nuova crisi.
Il vento fischiava lame gelide ma a noi non importava; la nostra pelle chiara, che ora rifletteva il pallore della luna, si accordava perfettamente con lo scarno entusiasmo con cui tutti, almeno secondo me, partecipavano a quella ricorrenza che avveniva ogni cinquant'anni. L'isola di Kodai era da sempre il luogo in cui avveniva il "Ritrovo"; custodita nel resto del tempo da umani Donatori, ovvero coloro che votavano la vita ai signori del sangue in cambio di gocce di longevità. Sottomessi mentalmente e fisicamente ai loro padroni, si occupavano della residenza assieme ad altre creature più o meno assoggettate, di organizzare e soprattutto impedire che l'evento finisse nel sangue.
Da loro erano state mandate le carrozze trainate dai Kelpie; oscuri demoni equini importati dalla Scozia, dalle cui zanne colava saliva ad ogni centimetro percorso. Ci scortarono per le strette e irte stradine rocciose fino all'ingresso del castello, circondato da un vasto fossato brulicante di demoni Kappa, Sirene e altre inquietanti creature acquatiche acquattate sul fondo melmoso. I loro occhietti maligni brillavano sinistri.
Nessun fuoco bruciava all'interno delle mura, per lo meno di origine naturale. Luci sferiche fluttuanti e fuochi fatui illuminavano di un chiarore azzurrino i corridoi tetri, silenziosi e umidi. Ma infondo, non eravamo noi per primi a temere le fiamme ed essere creature notturne e senza calore?
"Questo posto, mi dà i brividi".
È la prima volta in cui metto piede nel Castello Nero e solo i racconti uditi sulla nostra isola mi hanno preparata a ciò che accadrà questa notte. Non ho le idee chiare di cosa avverrà da qui a poco; tutto potrebbe cambiare e per quanto mi sforzi di apparire calma e impassibile (questa sera mi aspetta il mio ingresso in società), il mio cuore batte all'impazzata.
«Moderati, Miyako» mi dice in modo calmo mio padre mettendomi la sua mano sottile sulla spalla. Questo gesto mi rassicura e mi spinge a raddrizzare la schiena e a ritrovare il contegno perduto.
Ogni fazione, per arrivare al punto di ritrovo, percorre un corridoio diverso che alla fine porterà alla stanza centrale in cui il ricevimento prenderà vita e che durerà tutta la notte. L'ultima volta in cui mio padre era stato qui, aveva la sua compagna accanto, gravida quasi al collasso, ed era stata anche l'ultima in cui erano stati qui assieme prima che...
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L'erede di Kikujima
Fantasía"L'erede di Kikujima" è un romanzo Fantasy, Paranormal Romance, autoconclusivo, consigliato a un pubblico +16. Narra le vicende di una ragazza apparentemente normale; innamorata, con un lavoro stimolante e amici eccentrici. Mia, la protagonista di q...