L'erede di Kikujima

Epilogo - L'erede di Kikujima

Epilogo

«Allora è così; ritornate in città?» chiedo a Sophian mentre guardiamo il mare seduti sugli scogli. Sono passati dieci giorni dal Ritrovo ma io sono arrivata a Kikujima solo un paio di sere fa. Ho lasciato andare avanti gli altri a sistemare le cose, a spedire lettere e missive, mentre io mi sono fermata al Castello Nero per la convalescenza di Kin, grata del fatto che ogni Yami rimasto gli abbia giurato fedeltà e che le streghe abbiano capito che d'ora in avanti le cose cambieranno. Da quel momento, non ho più visto Dani, ma il suo sguardo perso e abbattuto, dopo la battaglia, non lo dimenticherò mai. L'ho ferito, se possibile ancora di più.

L'ho affidato a Zenco; d'altronde si conoscevano bene e lei mi ha giurato che se ne sarebbe presa cura nel migliore dei modi, sia fisicamente che non... e quella sarebbe stata la parte più complicata. «Come sta?» chiedo al mio Hunter senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte. È l'alba e il vento è gelido, ma non è per quello che le mie mani tremano.

«Sta», mi dice Sophian stringendomi le mani, «ma è comprensibile. Nessuno si sarebbe mai aspettato tutto questo e a tal proposito, ho pensato che se tu sei d'accordo, quasi quasi al mio ritorno potrei vendere i diritti per farci un film... Che ne dici? "La storia della Principessa dei Mostri", oppure, "La terribile Testa Sanguinaria, o...» continua facendomi ridacchiare.

«Basta ti prego; ne ho abbastanza di film sui vampiri o di stronzate sulle teste mozzate e via dicendo» ridacchio arresa al suo solito entusiasmo appoggiandomi alla sua spalla ma so che c'è dell'altro che vorrebbe dirmi ma aspetto che sia lui a farlo. Mi sfioro il collo istintivamente ma la pietra non c'è più. «Grazie di tutto» gli dico sospirando e lui mi strofina il viso sui capelli.

«Grazie a te; senti, c'è una cosa che dovrei dirti», confessa in fine, «io... devo essere sincero. Devo ammettere che ho sempre avuto una cotta per Dani - non mi uccidere ora -, ma quella sera in cui ci siamo ritrovati in Francia, io l'ho baciato» si morde il labbro, «e lui... beh, non ha proprio rifiutato ma stando con te e convinto di ciò che provava, mi ha respinto. Sai, ti ha sempre amata e credo che in qualche modo, vi siate spalleggiati; aiutati a superare ognuno i vostri "mostri". In fondo, non è per quello che si sta insieme? Per sopravvivere». Forse a ragione, ma fa male lo stesso. Fa dannatamente male pensare che qualsiasi scelta io faccia, qualcuno soffrirà. Abbiamo già dovuto affrontare così tanto, abbiamo perso troppo.

«Dì quello che devi» sussurro stringendo le labbra sentendolo allontanarsi appena.

«Ora che tornerà a casa, avrà bisogno di qualcuno. E se me lo permetterai, e se lui vorrà, potrei stargli accanto; in qualsiasi modo, io lo aiuterò. Per il sentimento che mi legava a lui e per quello che mi lega a te, mia regina», dice in tono reverenziale facendomi sbuffare e allora lo guardo dritta negli occhi, tanto chiari da riflettere il cielo. Penso a tutte le nostre disavventure e alle parole di Tina nella nostra ultima cena; lei c'era quella sera in Francia e aveva sicuramente visto qualcosa ma aveva mantenuto il segreto. Non sono arrabbiata, non adesso; le cose che abbiamo condiviso assieme mi fanno adorare il ragazzo che ho di fianco e il pensiero di lasciarlo andare mi fa male. In lui vedo un Hunter, uno Yuki, ma non solo: Sophian è il mio migliore amico.

«Grazie per esserci sempre stato e per essere sempre fedele a te stesso. Abbiamo tutti da imparare dal "Re dello Stile"» dico scuotendo la testa appoggiando le mani indietro, sdraiandomi appena. «In realtà lo sapevo. L'ho sempre sospettato... Stareste bene assieme... Quasi quasi, potremmo fare una cosa a quattro» gongolo lasciando andare una risata che riesce a liberarmi appena.

«Vostra maestà, lavatevi quella bocca!» sogghigna sdraiandosi a sua volta. «Non credo che Dani sia pronto né per una cosa a due, men che meno a quattro, ma ti aggiornerò senz'altro.»