7 Maya

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"Lewis sei un pessimo bugiardo" lo apostrofo. Siamo seduti sul grande letto matrimoniale appoggiati alla spalliera e stiamo parlando del più e del meno da un bel po'ormai, tanto che nel frattempo ho finito le valige e sistemato il bagaglio a mano, spedito le due importanti mail al rettore universitario e spiegato ad un pilota curioso i file che preparerò per Angela durante il volo.
"Te lo giuro, non sono un tipo che perde facilmente la calma. Ok..forse non sono io più paziente del mondo e i miei team radio lasciano molto a desiderare, ma al di fuori della pista adoro la tranquillità e so essere molto calmo e pacato." dice con spensieratezza e sembra spegnersi un pochino quando nomina la sua vita fuori dalla pista e infatti poco dopo mi rende partecipe dei suoi pensieri " secondo te finirò per ritirarmi quest'anno? Per favore sii sincera." chiede intrecciando la sua mano destra alla mia sinistra.
"Ooh bello, non permetterò una tua resa dopo tutto il Jet Lag che sto subendo e che subirò a seguirti." cerco di alleggerire la situazione dicendo comunque la verità mentre gli stringo la mano. Parlare con lui è stato così semplice da subito, talmente naturale che non so spiegare come ci siamo ritrovati entrambi sul letto a parlare delle nostre giornate. Sono le 17.20 e tra pochissimo devo avviarmi all'aeroporto, ma ora che le nostre mani sono nuovamente legate vorrei solo aumentare questo calore che mi avvolge, sistemarmi tra le sue braccia e godermi la sua protezione per tutta la notte.
Lui dopo aver sorriso alla mia risposta si è richiuso nei suoi pensieri con lo sguardo basso sulle nostre mani mentre gioca con le mie dita. Deve essere in uno dei peggiori periodi della sua carriera e il bisogno di pace sia mentale che fisica lo sta portando giù a picco, devo andare, ma non posso neanche lasciarlo così.
Con la mano libera gli accarezzo la guancia facendoli alzare lo sguardo sui miei occhi "a cosa stai pensando?" domando curiosa senza smettere di accarezzare il profilo del suo viso.
"Che saranno settimane lunghe, molto lunghe" sostiene sconsolato e purtroppo non posso fare a meno di annuire perché ha ragione. Purtroppo non posso promettere che per per il mio ritorno lui sarà tornato in forma, le variabili sono troppe e io non prometto mai senza una sicurezza assoluta di ciò che esce dalla mia bocca.
"Non ti mentirò, sarà dura e dovrai stringere i denti nei prossimi Gran Premi. Sei 7 volte campione del mondo, dovrà pur significare qualcosa no? L'unica cosa che posso fare per te è prometterti che se avrai bisogno il mio telefono sarà acceso anche di notte finché non torno." Mi fa male non poter aiutare veramente un atleta, so che il mio lavoro ha spesso bisogno di tempo per dare i suoi frutti, ma resta comunque quell'amaro in bocca ogni volta che preannuncio un lento recupero.
Amo quel che faccio e non mi sono mai pentita del mio lavoro in questi anni, a volte però vorrei sapere fare qualche strana magia perché ci tengo tantissimo ai miei clienti, nuovi o vecchi che siano.
Inaspettatamente, mentre ripenso ai miei traguardi passati per incoraggiarmi in questo ingaggio, mi sento stringere da due braccia possenti e mi incanto a guardare la sua pelle tatuata che cinge la mia vita con fermezza, come stesse cercando di trovare tutta la forza possibile per superare le difficoltà che lo attendono.
Mi lascio andare a quel gesto d'affetto e tiro la testa all'indietro appoggiandola alla sua spalla. Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta in cui mi sono sentita così bene a contatto con qualcuno, probabilmente anni.
L'ultima relazione seria che ho intrapreso è durata 7 mesi ed è finita perché sono stata messa davanti ad una scelta, più che scelta era risultata da subito una mezza minaccia.
Con me o con il tuo lavoro, non c'è posto per entrambi.
Queste erano state le parole di Sebastian, imprenditore edile residente a Parigi, ma con origini svizzere. Ricordo la mia pacatezza nel dirgli che sceglievo me stessa e il mio lavoro, ed è da quel giorno che è sparito completamente dalla mia vita ben 4 anni fa.
Spesso penso di non essere nata per una relazione, un matrimonio e una famiglia perché sinceramente sono cose a cui non penso mai, erano almeno 2 anni che non riportavo a galla il nome di Sebastian quindi non penso di averne bisogno.
"Si sta bene qui" la voce roca di Lewis mette fine ai miei ricordi e mi riporta alla magnifica realtà.
"Già, molto bene" dico accoccolandomi meglio al suo petto "peccato che tra 10 minuti devo proprio andare." uno sbuffo finale sottolinea la mia poca voglia di allontanarmi dal pilota inglese.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora