domenica (giornata di gara)
Sono tesa come una corda di violino e non sono nemmeno io quella che correrà a 300km/ha tra poche ore.
Lewis è stato giù di morale per i dolori e ho deciso di passare la notte con lui perché non sembrava giusto lasciarlo solo.
Questo fine settimana è probabilmente il peggiore della stagione e tra dolori e pressione mediatica, Lew si sta lentamente sgretolando. Sta cadendo a pezzi, minuto dopo minuto e io mi sento inutile.
Non ho un miracolo per lui, ma posso stargli accanto, non farlo sentire solo ed è proprio ciò che sto provando a fare.
Mi alzo dal letto prima del suono della sveglia e mi dirigo verso il bagno per una doccia bollente.
Prima di chiudere la porta del bagno dietro di me, mi volto e guardo ancora una volta il corpo dell'uomo che mi sta facendo rivedere i miei limiti.
Anche nel sonno non sembra rilassato veramente e mi di stringe il cuore nell'ormai conosciuta morsa di consapevolezza.
Io non lo sto aiutando abbastanza.
Il pizzicore tipico delle lacrime mi fa stringere forte gli occhi mentre chiudo tutto e tutti fuori dal bagno.L'acqua calda mi brucia la pelle e il ricordo di ieri torna a tormentarmi.
Lui mi ha detto che mi ama...
E io?
Io non ho risposto.
So cosa provo, ma le parole erano incastrate nella mia gola e non ho saputo farle uscire.
Dal canto suo, Lewis sembrava aspettarsi un mio silenzio e dopo poco si è mosso verso la porta della stanza, pronto ad iniziare la giornata fingendo di non aver appena messo a nudo i suoi sentimenti.
Mi sono sentita allo stesso tempo sia sollevata che distrutta, ma ho seguito la strada della codardia e ho seguito il suo esempio.
Che stronza!Mentre rivivo in loop lo sguardo dell'uomo che amo cambiare durante il mio silenzio, due mani mi afferrano la vita e un corpo caldo di appoggia alla mia schiena.
"Non ti ho sentito" dico sussultando.
"Era proprio questo l'intento, ma eri così persa nei tuoi pensieri che lo hai reso anche troppo facile." Sorride sul mio collo prima di lasciarci una scia di baci.
"Va tutto bene piccola?"
"Si, solo tesa perché correrai ad una velocità assurda tra poche ore. Ricordati che io ti aspetto, usa la testa ti prego." dico optando per una mezza bugia. Ogni volta che sale su quella vettura, il mio cuore sembra fermarsi, per poi tornare a battere quando passa il traguardo.
Avere la persona a cui tieni che corre come se avesse 9 vite, beh, non è affatto semplice da gestire. Probabilmente tutte le fidanzate e tutte le mogli del paddock si sentono così, come tutti i piloti si sentono sicuri nel girare come folli su monoposto super aerodinamiche.
"Tornerò sempre da te Maya. Non fare questi pensieri, perché stasera saremo proprio qui come ora, solo che finirà nuovamente tra le lenzuola. Per tutta la notte avrò il tuo corpo nudo addosso, è una promessa." Dice allungando la mano sul mio addome, fino a scendere per darmi un assaggio di ciò che mi darà.
Un brivido di eccitazione mi smuove e mi lascio cullare completamente dal petto di Lewis, dai sui baci umidi sulla spalla e dalle sue mani sapienti.
Dove è stato questo magnifico uomo fino ad ora?***
La gara è iniziata e il mio cuore è sulle solite montagne russe. Probabilmente avrò Un infarto in giovane età per colpa di questa relazione.
Da subito noto che Lewis è in seria difficoltà con la sua monoposto e anche con l'asfalto irregolare. Questo tracciato fa veramente schifo.
George non sta andando meglio, anzi, a fine gara saranno entrambi distrutti. Il mio cervello parte e analizza qualsiasi cosa venga ripresa e trasmessa. Ho bisogno di prepararmi per quando potrò realmente fare qualcosa di utile.I team radio di Lewis diventano sempre più preoccupanti però, la sua voce è sempre più strozzata e rabbiosa per il dolore. Sta andando tutto male, sta subendo troppo e non so come riuscirò a tenerlo in piedi dopo questa gara. Se domani non sarà bloccato a letto sarà già un successo.
Cazzo!
Continuo a fare programmi e a rivisionarli nella mia testa, sono talmente presa che quasi non mi accorgo che è finita.
È arrivato nella stessa posizione di partenza, non male, assolutamente niente male.
Ma poi tutto crolla...
"Sembra ci siano problemi per il 7 volte campione del mondo. Hamilton non riesce ad uscire dalla monoposto e aspetta l'aiuto del team." dice un commentatore.
"Sembra proprio una giornataccia per la salute del pilota numero 44. Non ne va bene una da inizio stagione e ora sembrava essersi ripreso, purtroppo non è così." Continua un altro.
Guardo le immagini sullo schermo e mi sento morire.
Ha bisogno di me.
Adesso.
Mi sistemo velocemente e corro come una pazza giù per le scale dell'hotel. Dopo aver rischiato di rompermi l'osso del collo svariate volte, arrivo in reception, dove il personale mi guarda scioccato.
"Un auto. Ho bisogno di un auto ora." quasi grido in faccia alla povera ragazza dietro il computer.
"Subito signora, fuori c'è uno degli shuttle." Indica timidamente l'uscita.
Urlo un grazie mentre mi butto fuori dalla grande porta di vetro e poi verso il piccolo furgone nero lucido.Non ci mettiamo molto per arrivare al circuito, grazie al cielo la città si è bloccata a seguire il gran premio.
Scendo saltando come una vera atleta e poi riprendo a correre senza fare caso agli sguardi scioccati dei vari addetti alla sicurezza.
Ai tornelli mi fermo, non tanto perché volessi farlo, ma due grossi uomini mi si parano davanti.
"Levatevi, ci deve essere il mio pass qui. Maya per Hamilton." Ansimo incazzata nera. Non ho tempo per le loro menti confuse, so che è il loro lavoro, ma il mio fidanzato ha bisogno di me.
"Si calmi signorina..." Inizia uno dei due tenendo le mani in avanti.
"Lei non capisce. Hamilton ha lasciato il mio pass qui, Maya De Santis"
Mentre l'uomo continua imperterrito a guardarmi, l'altro sembra più intelligente e ha controllato un foglio appeso dietro di loro.
"Lasciala, dice il vero." Mi allunga una targhetta legata ad una cordicella da appendere al collo.Non so come arriverò al box Mercedes, ma non ho tempo per pormi domande.
Cammino velocemente, guardando in tutte le direzioni per orientarmi al meglio. Ci sono persone ovunque e non mi resta che seguire la strada, cercando di non urtare nessuno.
Poi finalmente intravedo qualcuno di conosciuto. Sia lodato chiunque abbia dato il gene dell'altezza a George Russell.
Grazie grazie grazie.
Sussurro nella mia mente mentre mi lancio in mezzo alla folla per raggiungere il mio salvatore.
"Ohhh Maya" si sbraccia quando mi nota.
Non devo essere molto invisibile a quanto pare, ma non mi importa, non più.
"Portami da lui" riesco solo a dire quando lo raggiungo.
Senza indugi mi afferra la mano ei trascina letteralmente per non so dove, so solo che quasi cado inciampando su dei gradini di ferro.
Se non mi uccido oggi, non morirò mai più, ne sono certa.
Mi ritrovo in una stanza piena di persone con la divisa della scuderia e sembrano alquanto agitati.
Che succede?
"Dov'è?" Chiedo ad alta voce a nessuno in particolare, facendo però girare tutti verso di me.
È Angela la prima a parlare "è lì dentro, non ha intenzione di parlare con nessuno."
"Ha le interviste da fare, mannaggia a lui" dice istericamente un'altra domanda, mentre agita un tablet come fosse un ventaglio.
"Andatevene, ci penso io" avanzo verso l'unica porta possibile.
"No, lui scende subito. Ha le interviste." Continua la donna mezza impazzita.
"Continua così e sicuramente sarà l'ultima cosa che Lewis farà." Le getto un'occhiataccia oltre la spalla.
Per poi sentire Wolf dire a tutti di andare, che il pilota era in buone mani.
Finalmente!Quando sono sola, busso piano alla porta e respiro profondamente.
"Lew, tesoro sono io. Aprimi per favore."
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Lasciati andare - L.H.
FanfictionM. È una fisioterapista molto brava e conosciuta nel mondo dello sport. L. È un pilota di F1 nella sua stagione peggiore. Aggiornamento 3 volte a settimana: Lunedì, Mercoledì e Venerdì - Ho già pronti più capitoli, quindi la pubblicazione sarà rego...