40 Maya

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Sabato 11 giugno (giornata di qualifiche)

Come ieri mi sono svegliata da sola nella mia stanza e come ieri ho anticipato la sveglia per avere il tempo di prepararmi e arrivare dal bell inglese in anticipo.
Stiamo mantenendo la parola data, lui non fa i capricci quando torno in stanza e io mi organizzo al meglio per dedicarci dei momenti insieme.
La giornata di ieri è stata molto pesante per il fisico di Lew, tre turni in pista sembravano averlo provato più del previsto e sono tutt'ora preoccupata per questa nuova sfida.
Gli ultimi GP sembravano essere andati meglio, ma il tracciato di Baku sta mettendo la schiena di Lewis a dura prova, talmente tanto che ha quasi piagnucolato durante l'ultima sessione di terapia di ieri sera.
Mi dispiace per la sua condizione, ma ciò che mi manda completamente fuori di testa è che non ho soluzioni aggiuntive da proporre. Quando ieri sono rientrata in camera, ho cercato per ore su internet e nella mia mente qualcosa che potesse tornare utile, ma la verità è che stiamo già facendo il possibile. Non rimane altro che sperare in un miglioramento della monoposto e io odio affidare la speranza della riuscita del mio lavoro a qualcun altro, soprattutto a persone che neanche conosco.
Mi permetto l'ultimo sbuffo infastidito prima di bussare alla porta di Lew che in teoria dovrebbe già essere in piedi. Devo restare positiva per lui, altrimenti il suo malumore avrà la meglio già da inizio giornata e dato che sabato è una giornata folle per quanto è impegnativa, non si può partire col piede sbagliato.
Non ho il tempo neanche di vederlo aprire la porta che vengo trascinaya per un polso e le labbra carnose dell'uomo sono sulle mie.
"Alla faccia del buongiorno" dico appena ci stacchiamo per riprendere fiato.
"Ti stavo aspettando dire il vero." Dice grattandosi la nuca e solo ora noto che stranamente è già vestito e pronto a scendere. Ricontrollo l'orologio al polso perché ero convinta di essere in anticipo e in effetti lo sono, di ben 30 minuti.
"Va tutto bene?" oso chiedere mentre lo scruto attentamente. I suoi occhi sanno parlare e vedo tanto tormento. Le sue mani sono tese e di nuovo arpionate ai miei fianchi, mentre il suo sguardo cerca di sfuggire al mio.
Annuisce soltanto ed è l'ultimo indizio che dovevo ricevere.
"Sai vero che puoi dirmi qualsiasi cosa? Io sono qui tesoro, sono qui unicamente per te, non tagliarmi fuori." Gli accarezzo la guancia e nello stesso momento lui si appoggia del tutto al mio tocco.
"Mi hai chiamato tesoro?" Sorride vittorioso cercando di nascondere il suo stato d'animo.
"Non ci provare neanche signorino. Non cambieremo discorso." Lo rimprovero bonariamente.
"Ho paura piccola, una fottuta paura che questa sia la stagione che metterà fine alla mia carriera. Questa settimana sta andando di merda e oggi non sarà diverso. Cosa cazzo farò se dovessi ritirarmi? O peggio smettere per sempre?"
Sta camminando su e giù per la stanza sull'orlo di una crisi isterica in piena regola.
Lo lascio parlare ancora qualche minuto per farlo sfogare e poi decido che è abbastanza.
Mi metto davanti a lui bloccandogli la strada e mi faccio seria.
"Sei Lewis Hamilton per l'amor del cielo. Immagino che queste crisi non le hai avute manco alla tua prima gara in formula 1. Sei un campione, hai e stai scrivendo parte della storia di questo sport, non puoi buttarti giù così adesso. Vincerai un altro titolo? Boh, forse, ma questo non toglie che tu abbia ancora molto da dimostrare." Afferro il suo fido tra le mie mani obbligandolo a guardarmi.
"Non ci deve interessare adesso cosa faremo domani o tra un anno, l'importante è oggi, è Baku, è dimostrare a tutti che The Hammer non si fa abbattere neanche dal peggior fine settimana della sua vita."
"Ma tutto..." prova a dire, ma io non ho ancora finito.
"La vedo la fame di vittoria nei tuoi occhi ogni volta che parti per il circuito. Io lo so che non sei pronto a mollare e sono certa che stringerai i denti finché le cose non migliorano per poi tornare nello specchietto retrovisore di Verstappen e in zona Drs cavarli la posizione mentre lo saluti con la mano."
La risata di Lewis riempie la stanza e io sorrido fiera di me stessa.
"Lo saluto con la mano in zona Drs mentre lo supero?" ride ancora più forte.
Scuoto la mano come a dire "sisi una cosa del genere" e lo tiro a me per un bacio.
"Io credo in te, fallo anche tu." Sussurro sulla sua bocca.
"Ti amo" risponde lui facendomi congelare.
Mi ama...
Cosa devo rispondere?
Si aspetta una risposta?
Mi sta guardando e io non so come reagire, non so neanche se il mio corpo è capace ancora di muoversi a dire il vero.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora