14 Maya

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Parigi ore 14:00 (sabato)
Miami ore 08:00 (sabato giorno di qualifiche)

Dalla chiamata di ieri ho dovuto dire qualche bugia al pilota facendogli credere di essere al lavoro e per risultare più normale possibile ho inviato una foto mia di qualche giorno fa. Dal mio rientro ci inviamo spesso foto di ciò che stiamo facendo mentre stiamo scrivendo e sono certa di non aver dato motivo di sospettare qualcosa.
Lewis si è dimostrato una persona completamente diversa da ciò che si dice di lui sui giornali di gossip. Tutti gli articoli lo dipingono come un uomo che pensa solo a se stesso, a cui piace essere visto come un Dio, ma in realtà sa essere molto premuroso e disponibile quando vuole. Ognuno poi ha un carattere un pochino difficile, solo che alcuni lo nascondono meglio di altri, lui in questo caso non lo nasconde proprio ed è vero al 100%.
In pista è inutile valutare la sua persona visto che chi corre a 300km/h lo fa ad un solo scopo, vincere ed essere il migliore. Neanche io regalerei nulla a nessuno se facessi un lavoro che mette a rischio la mia vita ogni fine settimana.

Sono in aeroporto da due ore ormai e finalmente è giunto il momento di prendere posto e aspettare il decollo.
Terzo volo oltreoceano di questa settimana ed è il primo volo che vivo con l'adrenalina pura che solo un viaggio simile può regalare. Sarà che non sono stanca, ma voglio vivermi questi giorni appieno e non ho intenzione di arrivare e sprofondare nel letto come faccio solitamente.
Ho provato più volte nelle ultime ore a immaginarmi l'espressione dell'inglese quando mi vedrà, ma sono certa che quando arriverà il momento nessun mio filmino mentale sarà all'altezza della realtà.
Non lo ammetterò ad alta voce neanche sotto tortura, ma sono felice che presto lo rivedrò.

Durante il volo rispondo alle mail più importanti e il mio commercialista mi conferma che è tutto in ordine per quanto mi riguarda e la pace interiore che provo adesso è qualcosa di meraviglioso che quasi non ricordavo esistesse. Sapere di non avere obblighi verso nessuno se non verso me stessa è rilassante, posso vivere i giorni come mi va e soprattutto non ho scadenze che mi terranno chiusa in una stanza davanti allo schermo di in PC oppure in una sala massaggi o in palestra.
Dopo aver conseguito l'ultimo master un mese fa avevo promesso a me stessa di concedermi del tempo solo per me e le mie esigenze, ma come sempre sono stata più con la mente sul lavoro che sul cosa realmente avessi voglia di fare. Sono 10 anni che mi prometto cose che poi neanche provo realmente ad avere, in parole povere vivo mentendomi da sola.
Cosa ho detto ieri? Ah sì, basta adesso volto pagina!
Questa volta lo farò davvero.

Ho dormito, letto un libro sul telefono e riposato gli occhi un altro poco prima di atterrare nella calda città della Florida.
L'adrenalina è tornata più forte di prima e mi muovo continuamente come se fermandomi rischiassi l'autoconbustione.
Esco dall'aeroporto e passo il peso da un piede all'altro cercando un taxi libero e quando lo intravedo mi ci fiondo a tale velocità che esigo subito una medaglia d'oro nei 100m.

Vivo quasi un deja vu tra taxi, indirizzo, hotel, reception e ascensore per arrivare al piano e poi tutto cessa perché la stanza è diversa dall'ultima volta.
Poso tutto e mi rinfresco velocemente perché ho poco tempo per preparare la sorpresa che ho in mente.
So che Lewis ora deve fare l'ultima sessione con Angela quindi la chiamo per farmi aiutare.

Chiamata

A: Hei Maya come va?

M: Ciao tesoro, tutto bene però devi aiutarmi, sei sola?

A: Aspetta...
Eccomi sono uscita, sono sola adesso, dimmi tutto.

M: Non odiarmi, ma sono qui a Miami. Voglio fare una sorpresa al rompiballe e mi servi tu. Sto aspettando il taxi ora.

A: Oddio, tu sei matta!
Poi mi devi delle spiegazioni eh, voglio il gossip tra te e quello che non mi racconta più nulla.

Rido perché devo ancora abituarmi alla vena frizzante che si impossessa di lei quando è in un ambiente come quello della formula1.

M: Promesso!

A: Io e lui adesso andiamo alla sala massaggi dell'altro giorno, chiamami quando sei fuori che con una scusa esco.

M: Sei la migliore, non farti scoprire eh, pochi minuti e arrivo.

Ci salutiamo e nel momento in cui chiudo la chiamata il taxi chiamato prima si ferma a pochi centimetri da me, che tempismo.

Arrivo all'hotel dove alloggiano i piloti e mi lascia sempre sbalordita lo sfarzo e l'eleganza della hall.
Mi risveglio dai miei pensieri e mi avvio nella zona riservata alle terapie e ovviamente prima devo dare il mio nome alla reception per non sembrare una fan in cerca di autografi.
Stranamente ho ricordato la strada corretta e sono riuscita a non perdermi e mentre cammino e guardo i numeri delle sale per trovare quella corretta, una voce mi fa fermare.
"Sei un nuovo preparatore atletico? Ti serve aiuto?" mi chiede in inglese un uomo con la maglia della Ferrari.
"Come scusa?" chiedo non capendo il perché della sua curiosità.
"Qui il passaggio è permesso solo a coloro che devono lavorare...non so se capisci.." ora sembra titubante e impacciato.
"Ah, scusami. Si devo lavorare tranquillo, sono nella parte giusta." rispondo in italiano questa volta perché il suo accento l'ho sentito bene.
"Si sente così tanto che sono italiano? Comunque piacere Andrea Ferrari."
"Abitudine, ma parli bene. Maya De Santis piacere mio." dico sorridendo, non avrei voluto dire il mio nome, ma per educazione mi sono sentita obbligata.
"Maya De Santis quella del blog sulla fisioterapia? Ti leggevo prima che smettessi di aggiornare." lui sembra super contento di avermi riconosciuta, io capisco che parte del mio non volermi fare conoscere è già andato a rotoli e mi maledico. Non pensavo che qualcuno potesse ancora avere ricordo del mio blog, ma a quanto pare non è così. Quel piccolo hobby lo avevo creato per aiutarmi a ripassare ciò che avevo studiato per un esame, poi ho cominciato ad avere un bel seguito, ma ad un certo punto il tempo a disposizione era così poco che ho smesso.
Restiamo a parlare giusto un altro minuto e poi me la svigno con la promessa di bere un caffè prima o poi.

Giro l'angolo e mi fermo davanti alla mia meta e faccio squillare il cellulare di Angela che subito riattacca ed esce.

"Vi lascio soli" sono le uniche parole che pronuncia dopo avermi abbracciata e se ne va con un sorriso malizioso in volto. Quando dovrò spiegarle tutto mi farà 200 battutine, già me lo sento.

Entro nella stanza e trovo Lewis seduto su un tappeto che mi da la schiena mentre medita. È senza maglietta e mi incanto a guardare la perfezione delle sue spalle e della sua schiena tatuata finché non parla.
"Ti suona spesso il telefono stasera, va tutto bene?" pensa che sia Angela, è il momento di entrare in scena. Mi avvicino con delicatezza a lui e mi piego sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza, mi sporgo per avvicinarmi al suo orecchio e sussurro "sorpresa signor pilota". Lui dapprima si irrigidisce, poi salta su in piedi con uno scatto che rischia di spaccarmi il naso e quasi urla il mio nome.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora