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Domenica 29 maggio (domenica di gara a Monaco)

La settimana è passata velocemente grazie alla riunione avuta mercoledì in università, da cui poi ho avuto molto altro lavoro da svolgere. Il rettore si è mostrato entusiasta del mio lavoro preliminare sulle lezioni e i temi che voglio portare e soprattutto il come ho intenzione di esporli. Dopo aver accennato i nomi dei possibili ospiti, ha voluto che iniziassi subito a stabilire più o meno le date a cui ognuno di loro può partecipare e ho dovuto passare interi pomeriggi al telefono. Aleix, Angela, Andrea e Pyry sono stati i più complicati da inserire nel programma, in quanto lavorando in F1, sono più liberi solo per un breve periodo invernale. Ho adorato l'entusiasmo di tutti e quattro e non potrò mai ringraziarli abbastanza per l'aiuto e l'interesse che hanno mostrato per il mio progetto.

Lewis l'ho sentito per messaggio qualche volta al giorno, notando la sua voglia di sentirmi, ma allo stesso tempo non starmi addosso. Ha il terrore di fare qualcosa di sbagliato e purtroppo si sente il disagio e l'incertezza in ogni parola che mi scrive. Mi dispiace aver forse esagerato con lui e aver portato il nostro rapporto a ciò che è ora, ma il mio passato e i miei ideali che mi hanno tenuta in piedi fino ad oggi, non sono facili da abbattere.
Il litigio con Neymar è stato proprio perché io non mi avvicino mai troppo ai miei assistiti e il rapporto con Lewis sta prendendo la stessa strada.
L'unico problema è che Lewis non è Neymar, Lewis mi piace e mi manca da morire chiacchere con lui in modo spensierato e mi mancano le provocazioni continue tra noi.
Ad alcuni messaggi mi manca letteralmente il respiro per quanto siano impersonali e distaccati.
La voglia di sbattere la testa contro il muro è forte.
Sono una stupida e lui è uno stupido anche peggiore.
Sarebbe bastato mi difendesse subito...sarebbe bastato il giusto tempismo e ora saremmo insieme e sorridenti entrambi.
Guardo l'orologio e vedo che sono le 9.18, sono ancora in tempo a chiamarlo se voglio augurarti buona fortuna in modo decente.
Accendo la macchinetta del caffè, metto la cialda e mentre carica l'erogazione della mia bevanda preferita, afferro il cellulare.
È ora di fare un passo verso di lui.

Chiamata

L: Buongiorno

La sua voce mi arriva fredda e seriosa, smorzando subito le mie mere illusioni.

M: hei Lewis, tutto bene?

Proviamo fingendo sia tutto a posto tra noi.

L: abbastanza dai, tu?
M: abbastanza bene anche io, grazie.

Il silenzio che segue è imbarazzante anche se siamo in due stati differenti.

M: mi manchi un pochino.

Sussurro per sentirlo sospirare poco dopo dall'alto capo del telefono.

L: anche tu piccola e non solo pochino. È strano non averti qui, mi ero abituato ormai.

M: anche per me, ma possiamo rimediare a qualcosa se vuoi.

L: a cosa? Sei qui?

Mi dispiace smorzare la sua euforia, ma io sono nel mio soggiorno a Londra, con un perfetto caffè italiano tra le mani.

M: non sono lì, ma posso sempre ricordarti di concentrarti, non rompere a chiunque sia nel tuo raggio visivo e correre come sai fare. Mi aspetto una chiamata al tuo rientro in hotel.

Lo sento ridere di gusto.

L: non mi aspettavo il solito rimprovero da hall prima della partenza per il circuito.

M: non era questo che ti mancava di me Lew?

L: forse, ma ti assicuro che ci sono cose migliori che mi mancano decisamente di più.

M: non so di cosa tu stia parlando, ma a Baku, il prossimo weekend potresti mostrarmelo se vuoi.

L: verrai? Davvero? Ti prego dimmi che non scherzi.

M: non scherzo, ho bisogno di parlarti. Non sono cose brutte quindi tranquillo, voglio solo trovare il modo di tornare noi, tornare quelli che eravamo fino a 7 giorni fa.

L: mi hai appena reso l'uomo più felice del pianeta Maya. Guarderai la gara? Io ora devo andare...

Sembra sinceramente dispiaciuto di dover chiudere.

M: certo! Ci sentiamo dopo se vuoi, dai il massimo.

L: dopo questa chiamata non posso dare meno del 100% tesoro, mandami un bacio di porta fortuna.

Ridacchio e lo accontento con un sonoro schiocco del bacio che li mando attraverso il microfono prima di chiudere.
Ora posso sedermi e godermi la gara veramente.
Mi sento leggerissima dopo aver appurato che lui è sulla mia stessa lunghezza d'onda. Lui stava aspettando la mia decisione.
Non mi è facile fidarmi, anche se so che lui non è suo padre o suo fratello e neppure chiunque altro abbia lo stesso pensiero. Ho dovuto decidere tra la mia reputazione immacolata, senza malelingue e tenere il pilota nella mia vita.
Non potevo perdere anche Lewis, sarebbe rimasto in me il dubbio di come sarebbe potuta finire e quel pensiero mi avrebbe pian piano spenta del tutto.

Come spesso capita a Monaco, Lewis è partito ottavo ed è arrivato al traguardo restando nella stessa posizione. Il vincitore è Perez, pur sempre una Red bull purtroppo per la Mercedes.
Riguardo alla salute fisica del mio pilota, mentre faceva le interviste sembrava camminare meglio delle ultime volte. Forse il nostro lavoro sta finalmente dando i sui frutti.

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Il capitolo è corto, ma è un capitolo di passaggio in vista dei prossimi 2, che saranno pieni di emozioni.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora