21 Lewis

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Siamo decollati da circa 20 minuti e anche se Maya non mi è vicina il mio corpo fatica a capire che è ora di mettersi a riposo. Prima volevo metterla alla prova, ma nonostante abbia ammesso che non le sono indifferente, ho capito che ho giocato più contro me stesso che contro di lei che sta seduta in disparte con il PC. Mi sono fregato da solo perché io sto ancora pensando al suo corpo addosso al mio e lei invece sembra non avere pensieri al do fuori di ciò che sta facendo.
Non resisto più, adesso vado da lei!
Quando mi decido ad alzarmi dal mio posto, la mano di mio padre mi si appoggia sulla spalla rispingendomi sulla poltrona.
Merda!
Mi si siede di fronte e so già che partirà con il solito discorso.
"Figliolo, che cosa combini con quella?" mi chiede poco gentilmente e al sentirlo chiamare Maya "quella" come fosse spazzatura mi fa incazzare.
"Nulla e comunque ha un nome. Si chiama Maya."non sono fatti suoi di cosa faccio o non faccio, dopo 7 titoli non penso possa ancora rompere riguardo alla mia vita. Ho dimostrato di saper tenere separato il lavoro dalla mia vita privata, non servono altre dimostrazioni.
"Maya eh, nuovo anno e nuova ragazzetta che vuole notorietà. 37 Lewis, 37 anni e ancora ti lasci abbindolare per qualche notte accesa?" ha ripetuto il suo nome come lo facesse vomitare anche solo nominarla. Lewis respira e mantieni la calma.
"C'è una cosa che dovresti imparare papà, non giudicare chi non conosci." dico alzandomi per andare da lei.
"Comunque lei è la mia nuova fisioterapista e pensa, odia il mio mondo tanto quanto tu odi lei da quando l'hai vista." il discorso ora è sicuramente chiuso. Mio padre resta in silenzio con gli occhi increduli perché non si aspettava una mia risposta irriverente e soprattutto perché Maya non è una facile come sosteneva.
Non perdo altro tempo e mi avvicino alle mie due donne che stanno sedute vicine. Faccio una richiesta silenziosa ad Angela perché ci lasci soli e lei recepisce subito il messaggio.
"Attento che ti sbrana." mi sussurra prima di proseguire verso i colleghi.
Prendo posto e mi perdo qualche istante a guardare la sua espressione concentrata sullo schermo e le sue dita che velocemente digitano parole in inglese. Sta lavorando per l'università sicuramente e so che sta cercando in ogni modo di non distrarsi, ma io non resisto più al suo silenzio.
"May parlami per favore. Ho esagerato lo so." non ho mai implorato tanto per ricevere attenzioni da una donna, ma con lei sembra che io non faccia altro.
"È meglio che mi lasci stare fino in Francia. Potevi farmi sapere che c'era la tua famiglia lì e potevi evitare di farmi fare la figura della scema davanti a tutti. Che hai esagerato lo diceva, anzi lo urlava la tua erezione quando sei salito sul jet stai tranquillo." l'occhiataccia e la sua lingua tagliente erano da sole molto eloquenti.
"Lo sai perché hai guardato, dolcezza ti stai fregando da sola." mi sto già divertendo e aspetto che il rossore le compaia sulle guance. Tutto mi aspetto, ma non che lei mi si avvicini tanto da sentire il suo respiro sulle labbra per poi con sguardo di vittoria dirmi "dolcezza sappi che l'hanno notata tutti, compreso tuo padre." mi lascia un bacio sulle labbra talmente leggero e veloce che potrei averlo immaginato soltanto.
Che figura di merda...
"Se sto zitto posso stare qui con te?" ormai ho perso, non ho modo per ribattere, ma non voglio allontanarmi da lei neanche ora che mi ha appena distrutto a parole.
"È il tuo jet, sei libero di stare dove vuoi." dice con un sorrisetto fiero che non cerca neanche di nascondere.

È passata un'ora e non so come faccia questa donna a scrivere di continuo senza sosta da così tanto. Ora sta ricontrollando ciò che ha scritto e ha appoggiato il braccio sul bracciolo in mezzo a noi, ne approfitto per intrecciare le mie dita alle sue. Mi guarda con la coda dell'occhio e sorride nel vedere la speranza nei miei occhi, speranza che non si ritragga dal mio tocco. Mi perdo a guardarla mentre le accarezzo la mano con il pollice.
Sono completamente rapito dai miei pensieri quando decide finalmente di rompere il silenzio tra noi.
"Come vanno i dolori?" Chiede, avrei preferito altre domande, ma sempre meglio di nulla.
"Adesso va. Sei ancora arrabbiata?" chiedo nella speranza di vivermi queste ultime ore insieme rivolgendoci più di 3 parole ogni ora.
"Averti ammutolito prima è stato abbastanza divertente da farmi abbassare la voglia di ucciderti. Non voglio pensare a cosa pensa tuo padre di me ora, altrimenti finisci giù dall'aereo senza paracadute." dice ridacchiando e io muoio di rabbia al ricordo della conversazione poco piacevole di prima con mio padre.
Chiude il PC e per farlo lascia la mia mano. È il mio momento, non resisto più a starle vicino e al tempo stesso così lontano. Le afferrò il polso e la faccio alzare insieme a me, poi guardando verso Angela le mimo la parola massaggio fingendo un espressione dolorante ed è quando annuisce che inizio a trascinare la ragazza dietro di me fino all'unica stanza privata presente qui dentro. Entriamo e velocemente richiudo a chiave la porta dietro di noi.
"Che cavolo stai fac..." Maya inizia ad agitarsi e la fermo subito.
"Avevo bisogno di privacy. Devo parlarti." L'ho praticamente messa in trappola con la schiena contro la parete e il petto ormai contro il mio.
"Dimmi allora" sussurra mentre mi guarda intensamente, francamente a nessuno dei due importa veramente parlare, ma stiamo cercando entrambi di resistere alla voglia di baciarci. Lo so che anche lei fa fatica a trattenersi, può dire quello che vuole, può sostenere sia tutto un errore, ma non crederò mai a nessuna delle cazzate che dice per autoconvincersi.
"Giura di non fermarmi, non farlo May" le dico ormai al limite dell'autocontrollo, se fino a qualche minuto fa sembravo mentalmente stabile nonostante fosse vicino a me, ora che siamo soli non resisto oltre.
"Che dici Lew, fermarti da cosa?" mi guarda confusa e vederla con quegli occhi così dolci e innocenti mi manda fuori di testa.
"Da questo" dico soltanto per poi avventarmi sulle sue labbra. Ci mette un po' a rispondere al bacio, ma quando le mordo leggermente il labbro superiore sembra riscuotersi e da lì è la fine. Esistiamo solo noi, solo le nostre lingue che si cercano, solo le nostre mani che cercano di aggrapparsi ad ogni lembo di pelle dell'altro. La mia mano scivola lungo la sua schiena mentre l'altra è ben stretta sul suo fianco destro. Mi sposto a baciarle il collo mentre le afferrò la coscia portando la gamba all'altezza del mio fianco, voglio che senta il mio corpo attaccato al suo il più possibile, voglio che senta l'effetto che mi fa.
Dalle sue labbra esce un piccolo gemito che non è riuscita a tenere per sé e questa è la prova che le sue parole erano cazzate.
"Vedi quanto siamo perfetti insieme" le dico tra un bacio e l'altro con il fiato sempre più corto.
"Lew taci, ti prego"mi afferra dietro il collo e mi spinge nuovamente su di lei agganciando la gamba al mio fianco, tanto che sento il tacco a spillo che appoggia sotto la mia natica.
Questo è il paradiso, lei qui con me è il paradiso in terra.

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Questo doveva essere il capitolo per domani, ma l'ho scritto così di getto che non riuscivo ad aspettare per pubblicarlo. Lo adoro troppo e spero anche voi.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora