PIOGGIA

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Se non vedevano me, e neanche Regulus, la gente avrebbe fatto due più due.
Alexa avrebbe calcolato molto bene il problema.

Ma ormai quella stella stava girovagando per la mia stanza, e io non riuscivo a fermarla, come se fossimo lontani anni luce.

-"È proprio come la immaginavo." disse mentre girava su se stesso dando un'occhiata a troppe cose.

Si era immaginato la mia stanza?

-"Hai un bagno personale, Grindelwald." disse sorpreso.

Stava toccando maniglie. Stava guardando i miei effetti personali. Stava facendo tutto quello che non aveva mai fatto in sei anni.

-"E hai anche la finestra più grande rispetto alle altre." continuò, sedendosi sul davanzale, mentre io restai ferma al centro della stanza, con i piedi scalzi sul parquet. Cosa di cui mi vergognai.
-"Ti sembra più grande perché c'è meno gente con cui condividerla." risposi con freddezza.
-"In questo caso nessuno."

Si riferiva a me, o a lui?

-"Siediti qui con me." toccò il marmo accanto al posto che aveva occupato. Disse quelle parole quasi sussurrandole, con il viso rilassato, che non sempre dava a vedere.

C'era troppo poco spazio lì, nonostante lui pensasse che la finestra fosse più grande.
In realtà non era troppo, perché se ci fosse stato Sirius al suo posto, o chiunque altro, mi sarei seduta senza che nessuno me l'avesse richiesto.

Il problema era lui.
Ma per Regulus non ero un problema, e quindi feci finta che non lo fosse neanche per me.

Mi incamminai e lui seguì ogni movimento.
Mi sedetti e lui ritrasse le gambe il più possibile per farmi spazio.
Solitamente poggiavo la schiena sul muro portando le gambe sul marmo dopo che i miei piedi prendevano spazio su esso, abbracciavo le mie ginocchia e miravo il cielo, quando facevo una pausa dalla lettura.
Ma quella sera non l'avrei fatto. Avrei mantenuto le gambe a penzoloni, perché altrimenti avrei dovuto avvicinarle troppo alle sue. Non c'era spazio. Per nulla.
Quella finestra era tutto tranne che grande.

-"Sei scomoda così. Non puoi poggiare neanche la schiena, a meno che tu non voglia buttarti dalla finestra." non era una battuta la sua, rimase serio, come se avesse capito che volevo mantenere le distanze.
-"Sto comoda così."
-"Non sei onesta." si sistemò ancora meglio per farmi spazio -"A casa - mia - ti sistemi sempre come sono messo io adesso."

Quando aveva visto ogni mio movimento?
Quando aveva deciso di essere onesto con me?

-"Ho capito che sei infastidita per quello che ho detto. Ma non ti dirò che mi dispiace... quello che ho detto lo penso." continuò.

Ero infastidita solo perché... quella verità mi stava stretta. Ma era pur sempre una verità.

-"Hai detto semplicemente quello che era giusto dire." risposi -"Avrei preferito più tatto."
-"Non volevo ferirti... su questo mi dispiace."

Aveva visto quanto spazio avevo messo tra me e Noora quella sera. Tra me e Sirius. Tra me e i suoi amici. Così tanto spazio da essere qui, da sola. L'aveva visto, e ora si trovava con me.
Voleva che io gli dessi spazio?

-"Hai detto che vuoi essere onesto con me." trovai il coraggio di poggiare la schiena sul muro e incastrare le mie gambe con le sue.
Notai però che sporse subito il suo bacino più avanti, smettendo di darmi tutto quello spazio; ormai aveva ottenuto quello che voleva.
Mi guardò dritto negli occhi mentre notai il suo avvicinamento, non fece nulla per spiegarlo.
Mi tolse quel poco spazio, punto e basta.
E io cercai di... continuare il discorso.
Lui però mi scavalcò.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora