DEBOLEZZA

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Buon giovedì miei lettori
e buona lettura🖤

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Regulus

Evan non capiva che la mia fortuna fosse proprio quella: essere più piccolo di lui, essere coetaneo di Helena perché, in cuor mio, speravo che non le piacessero quelli più grandi.

La mia fortuna era essere quello che Evan non era stato mai.
Lei aveva imbarazzo a parlare con me.
Lei veniva a casa mia e parlava con mia madre, di me. Lei osservava me. Spesso.
E io non ero cieco.

La mia fortuna era che ero stato convincente con lei. Perché? Perché io, al contrario di Evan, non dovevo fingere.

«La prossima volta che vuoi prendere a carico un mio di compito, avvertimi. Almeno non perdo tempo.» era ancora irritato, anche il giorno dopo dalla festa, e a me irritava il fatto che per lui Helena fosse perdita di tempo, anzi no, forse ne ero sollevato.
«A Helena piaccio io, era più semplice che arrivassi a lei.» risposi facendo finta di pensare solo agli interessi, al fatto che lei fosse purosangue, una Grindelwald, e una buona alleata.

Riservavo per me che lei fosse solo... Helena.

«Fortunato.» sogghignò, lasciandomi solo in sala comune.

Riservavo per me il fatto che non volevo buttarla in questa situazione.
Volevo proteggerla.
Dovevo arrivare prima di Evan.
Troppo tardi mi resi conto che non avevo più tempo.

Con il timore che lei mi respingesse, mi feci avanti. Come non avevo avuto il coraggio prima.

Il perché non lo sapevo ancora.
Il coraggio di certo non mi mancava.
Quello che non volevo attorno, forse, erano debolezze. Lei poteva essere una di quelle.

Ero debole ogni volta che girovagava per casa e mi sentivo in più per iniziare una conversazione con lei.
Mi dicevo di alzarmi dalla mia solita poltrona posta vicino alla finestra, di togliere il libro dalle gambe, e dirle qualcosa, anche solo chiederle se volesse dell'acqua.
Ma lei aveva sempre il bicchiere pieno, riempito da mio fratello.

Lui, veniva sempre prima di me.

Ero debole ogni volta che provavo gelosia, chiedendomi perché preferisse passare del tempo con Sirius e i suoi amici piuttosto che con me.

Ero debole quando pensavo che lei fosse innamorata di mio fratello. Ed ero debole quando speravo che non fosse così.
Speravo che lui non fosse felice con lei.
Speravo che non l'amasse. Perché se così fosse stato, avevo un debole così forte per lei da poter cercare di toglierla dalle sue mani, e so che non è un atteggiamento eccellente per un fratello.

Ero debole quando mi facevo paranoie sul mio carattere. Forse troppo introverso, solitario.
Se Helena era attratta da persone come mio fratello, non potevo di certo piacergli io. Neanche come amico. Troppo diversi.
Forse, troppo noioso per lei.
Eppure, a me, non sembrava così tanto diversa da me. O almeno ci speravo.

Ero debole ogni volta che avevo il bisogno di ammirarla, mentre studiava o leggeva.
Aveva il vizio di rannicchiare le sue ginocchia sulla poltrona - dovunque trovasse posto -, poi quando qualcuno entrava in stanza, abbassava le gambe, forse perché credeva fosse irrispettoso stare con i piedi sul tessuto condiviso anche da altri. Ma io capivo che si immergeva così tanto da dimenticarsi che gli altri esistessero, un po' come capitava a me.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora