INVISIBILE

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Il Quidditch univa ogni studente. Io non conoscevo ogni regola, non ero appassionata di sport, ma mi trovavo sempre in prima fila per dare supporto a Noora e - bisogna ammetterlo - per perdermi nei movimenti di Regulus.
Sempre attenti. Veloci. Eleganti.
Quanto un boccino d'oro.

Ma quel pomeriggio obbligai i miei occhi a non distrarsi perché, quel sabato di settembre, unì me e Alexa. Lei seduta accanto a me; non lo faceva da tempo.

-"Come stai?"

Chiese, dopo trenta minuti dall'inizio della partita e silenzi.

Alexa portava una coda alta con due ciocche libere davanti. Non aveva le mani curate e non portava gioielli. Ricordo che lei amava spendere del tempo per scegliere i gioielli per le diverse giornate. Ne aveva così tanti che li sceglieva in base al suo umore.
E se non ne portava, quale poteva essere l'umore di oggi? Era sempre bellissima, ma meno raggiante del solito.

-"Bene, Alexa..." feci una pausa dimenticando l'ultima volta che mi aveva chiesto come stavo
-"Tu?"
-"Bene..."
Ovviamente era una menzogna ma non avevo più una confidenza tale da chiederle come stasse davvero.
-"Mi fa piacere." dissi infine.

Altri secondi di silenzi, ma anche di applausi per le azioni dei giocatori serpeverde. Noora stava dando il massimo di sé. Regulus invece era a cercare il boccino d'oro chissà dove; lo sapevo perché... i miei occhi avevano deciso di non darmi retta.

-"Senti Helena voglio essere chiara e concisa con te..."
La mirai, ma Alexa non guardava me. Fissava dritto davanti a sé.
-"Dimmi..."
-"È successa qualcosa tra te e Regulus quest'estate?"

Anche lei stava dando il meglio di sé quel pomeriggio.

-"Stai scherzando?" il mio cuore iniziò a palpitare per l'agitazione.
-"No." voltò leggermente il capo per guardarmi con la coda dell'occhio -"Vorrei che me lo dicessi, se è successa qualcosa tra voi."
-"Ma per chi mi hai presa? Credi che ti farei una cosa del genere?"
-"Ci siamo lasciati no? Avresti potuto."
-"Cosa c'entro io con la tua rottura? Cosa c'entro io con il post-rottura? Non conosco Regulus più di un buongiorno e buonasera, come non riesco più a riconoscere te."

Lo studente tassorosso che si dedicava alla telecronaca ci interruppe perché proprio Regulus aveva catturato il boccino d'oro, portando la vittoria ai serpeverde.

Il frastuono dei nostri compagni, le mani alzate, gli applausi, non mi fecero perdere solo la conversazione accesa con Alexa, ma anche i miei occhi si persero.
Regulus, con una mano sulla scopa e l'altra sul boccino d'oro, dritto e composto, nonostante ci fosse il caos attorno a lui.
Lo consegnò, e mentre lo fece guardò verso la mia direzione.

Avrei dovuto smettere di guardarlo. Dissimulare. Fare finta di nulla. Avrei voluto dirgli: "Perché mi stai guardando? Non l'hai mai fatto."
Ma restai semplicemente in silenzio a soffermarmi sui suoi capelli bagnati leggermente dal sudore.
La sua mascella serrata perché quando stava in tensione la scaricava lì.
Mi fece un cenno e notai che rilassò il suo sguardo, mentre io irrigidì il mio.

-"Tu c'entri sempre." Alexa si alzò dal suo posto a sedere e non ebbi il tempo di aprire bocca perché era già andata via a passi veloci.
Regulus la seguì con gli occhi, come feci anch'io. Poi però si soffermò su qualcuno tra gli studenti seduti come spettatori: Sirius.
Suo fratello stava guardando me, e quando vide che me ne accorsi, spostò le pupille verso il campo. Era serio. Fin troppo. Non l'avevo mai visto con quelle vesti.

Decisi di parlargli nel pomeriggio, alla serra.
Gli studenti non potevano stare fuori oltre il crepuscolo, ma noi preferivamo quel momento della giornata per fumare erba in santa pace.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora