CERA

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Aspettai Regulus per cinque ore.
Cinque ore passate a Grimmauld Place chiedendomi cosa quella stella stesse combinando in mezzo a tutta quella oscurità.
Tentai almeno di portare luce dentro quella casa, con i continui rimproveri di Kreacher.

Pulire spettava a lui - è così che andava la schiavitù -, ma quell'elfo sembrava davvero esausto, io invece, con semplici incantesimi, feci brillare quella casa.
Nessuna polvere svolazzante e puzza di rinchiuso.
Sistemai anche qualche fiore dentro.
Lo travasai su qualche vaso vuoto e riempii tavoli, mobili all'ingresso e sul davanzale delle finestre.
Ora quella casa profumava di fiori, e dava vita alla vista. Continuava a essere casa Black - seriosa e gotica -, ma con un tocco di colore in più.

Dopo le pulizie, si fece ora di cena, e al solito Regulus non aveva nulla dentro casa da mangiare.

Pensando che di certo questa volta non sarebbe venuto con me nelle cucine di Hogwarts, decisi di andare io. Confiscai qualche ingrediente e lo portai a Grimmauld Place.

Preparai delle verdure al forno, patate e dei crostoni croccanti pieni di burro. Infine un riso all'insalata. Sistemai la tavola nel frattempo e ci misi delle candele al centro. Grimmauld Place era sempre piena di candele.

Quando mi resi conto che avevo dimenticato il vino, tornai ad Hogwarts per prenderne uno bianco fresco; i venticinque gradi richiedevano qualcosa di fresco.

Una volta finito tutto, guardai l'orario: 20:30. Lo aspettai, nonostante non avessimo un appuntamento. Nonostante mi aveva detto di andare via. Ma io restai lì, seduta sulla sedia, con i gomiti sulla tavola, le mani incrociate, le luci spente e le candele accese, mentre il fresco, che proveniva dalla finestra, rinfrescava le mie gambe.

Poi la porta si aprì, ma io non sentii solo la sua voce. C'erano altri.

All'improvviso la mano di Kreacher toccò la mia e ci smaterializzammo fuori, in giardino, dietro a dei cespugli.
«Kreacher...» mi voltai verso l'elfo che stava accanto a me, allarmata; a lui non serviva stare accovacciato.
«Ho l'obbligo di tenerti al sicuro.» lui invece sembrava tranquillo «Padron Regulus mi ha detto che, se non è solo, devo nasconderti se sei in casa.»

Dopo quella rivelazione mirai la finestra della cucina. Regulus portava ancora il mantello, ma non la maschera; quella la teneva già in mano.
Gli altri due invece stavano per toglierla. Quando liberarono il viso, scoprii di chi si trattasse: Barty ed Evan.

Il giardino non era illuminato, riuscivo a vedere semplicemente la luce del fuoco grazie alle candele della tavola. Per il restante, Grimmauld Place era nel più completo buio.

Per fortuna o sfortuna, riuscivo a sentire tutto grazie al silenzio e alle finestre aperte.
I due iniziarono a prendere in giro Regulus dicendo che mangiava a lume di candela con Kreacher. Regulus ci scherzò sopra sulla questione dando un pugnetto sulla spalla di Barty. «Lo faccio per prevenzione, stupido.» ridacchiò «I miei non ci sono e a casa non ci dovrebbe essere nessuno. Le luci danno troppa visibilità, non credi?»

«A proposito, non mi hai ancora detto perché i tuoi hanno lasciato casa al momento.» Barty si sedette su una sedia prendendo un crostino di pane e portandolo alla bocca per mangiucchiarlo.

Regulus mirò quel pane. Conoscevo quello sguardo: era infastidito. Forse irritato dal fatto che quel cibo l'avevo preparato per lui, per noi, non per loro.

«È estate, stanno in vacanza. Solo noi lavoriamo a tempo pieno.» Regulus si sedette a capotavola, proprio di fronte a me, e notai che non toccò cibo, a differenza di Barty che non si scomodò a chiedere.
Evan si sedette alla sua sinistra «Un lavoro faticoso ma la vetta al potere deve essere pagata a caro prezzo.» commentò.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora