Il dito schiacciato sul campanello di casa. L'ansia che stava schiacciando me.
La signora Walburga che schiacciò me, in un abbraccio con poca enfasi.
Fece un passo indietro. Passò una mano sul viso del figlio, senza guardarlo, perché stava ancora guardando me «Sono contenta di rivederti.» disse, facendo un sorriso poco caloroso.Mi chiesi come una madre possa essere contenta di vedere una sconosciuta piuttosto che suo figlio, e come figlio non intendevo Regulus, ma chi mancava: Sirius.
«Entrate.» ci fece spazio. Regulus poggiò una mano all'altezza della mia schiena per farmi avanzare per prima, e questo mi diede il coraggio di entrare; ero molto agitata.
Solitamente ero l'amica di Sirius, semplicemente quello. Ma credevo che per quella famiglia - essere la ragazza di Regulus - fosse importante. Credevo che fosse impegnativo, e dovevo capire ancora perché.
All'ingresso c'era Kreacher, che mi fece dimenticare per un secondo i membri di quella famiglia.
«Ben tornata signorina.» mi prese la mano e mi diede un finto bacio.
Poi quando vide Regulus si inginocchiò all'istante, lasciando la mia mano «Padron Regulus.»Sentii quest'ultimo ridacchiare e le sue scarpe avvicinarsi all'elfo. Più che avvicinarsi, inginocchiarsi, per arrivare alla sua altezza.
«Ti ho detto mille volte che non devi inginocchiarti.»Per Regulus, era davvero un membro della famiglia; solo per Regulus. Per gli altri, compreso Sirius, era solo un servo.
Sirius odiava quell'elfo, e Regulus odiava il fatto che suo fratello maggiore lo maltrattasse.Quell'ammirazione era condivisa, perché quell'elfo considerava Regulus l'unico membro della famiglia «È più forte di me, Padron Regulus.» rispose.
«E allora te lo ordino.»Kreacher indossava un vecchio straccio di colore grigio. Nonostante Regulus non lo trattasse come servo, gli elfi domestici - nel mondo magico - erano visti come tali. Perciò la famiglia di Regulus non poteva permettersi di regalare degli indumenti, perché altrimenti lo avrebbero reso libero.
Non indossava né scarpe, né calze e nemmeno guanti durante l'inverno, e ricordai l'episodio di un Natale precedente - quando ancora io e Regulus non conoscevano nulla dell'altro.
Mi trovavo nella stanza di Sirius, insieme a James e Peter.
Quell'ultimo Natale, Lily e Remus non erano presenti alla cena - dove vi erano invitati anche altre famiglie influenti oltre i Black-, ma Sirius li avrebbe fatti entrare di nascosto durante la notte per passarla tutti insieme, dopo la festa.
Quell'anno mi ero chiesta perché Sirius non poteva più invitare tutta la squadra al completo, ora - con alcune consapevolezze - ne capii i motivi.Avevamo fatto la conta per decidere chi doveva scendere al piano di sotto per prendere una bottiglia di whisky dalla ricca dispensa dei Black, in attesa dell'arrivo di Lily e Remus.
Alla fine aveva toccato a me.Avevo cercato di fare più piano possibile per non svegliare nessuno. Ma mentre scendevo le scale avevo notato una luce provenire dalla sala da pranzo. Pensai che potesse essere Kreacher che puliva, ed ero già pronta per inventare una scusa, ma quando sporsi il viso oltre la cornice della porta per capire se ci fossero altri, notai Regulus.
Quest'ultimo era seduto sul costoso tappeto adagiato sul pavimento di fronte al camino, mentre Kreacher stava in piedi.
Aveva sussurrato «Perdonami. Sai che non posso donarti nulla di più caldo.»Dopo una giornata di lavoro per l'elfo - a causa dei preparativi della cena natalizia -, Kreacher sembrava esausto e infreddolito.
Quel Natale aveva nevicato.Pensai che Regulus non poteva permettersi di essere empatico con l'elfo di fronte a tutte quelle ricche famiglie - compresa la sua -, perché da loro, Kreacher, veniva visto come razza inferiore; un essere da sfruttare.
Per Regulus invece sembrava diverso; era un amico. Per tale motivo, a fine serata, lo aveva portato davanti al camino e gli aveva ordinato di riscaldarsi. Aveva preso lui il posto dell'elfo e aveva deciso di mettere a posto.
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Deatheater ~ Regulus Black
Fanfic"Hai mai conosciuto Regulus? Conoscerlo, per davvero, intendo? No? Io si. È la stella più solitaria che conosca. Ma anche la più bella."