"RAGGIUNGIMI"

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Helena

La mattina seguente a quella bellissima sera passata con Regulus a guardare le stelle, a svegliarmi non furono le sue dita che intrufolavano una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio, ma delle gocce di pioggia.

Esse toccarono la mia guancia destra, mentre quella sinistra stava comodamente poggiata sul cuscino che Regulus aveva sistemato per noi la sera prima.

Ebbi l'istinto di alzare il piumone fino alla mia testa per ripararmi, ma quando ben presto mi resi conto che non potevo restare lì perché altrimenti la pioggia avrebbe bagnato tutto, aprii gli occhi e contemporaneamente allungai un braccio per svegliare Regulus, ma quando toccai semplicemente il piumone morbido, mi resi conto che ero già da sola.

Pensai che forse era già fin troppo tardi e che Regulus era dovuto andare via per i suoi "soliti compiti da mangiamorte", ma quando mi alzai a mezzo busto, notai che il cielo mi stava suggerendo che era ancora alba.

Scostai la coperta e mi alzai. Raccolsi tutto, facendo diversi viaggi, per riuscire a prendere tutto e metterli a riparo da una giornata - ben presto - di pioggia.

Nel terrazzo vi era uno sgabuzzino. Lasciai i cuscini, coperte e piumoni lì, ben piegati, per scendere al piano di sotto e vedere se Regulus mi aveva lasciato qualche biglietto nel comodino della sua camera da letto. Solitamente, quando aveva qualche urgenza mi scriveva, così da non farmi preoccupare.

Una volta che raggiunsi la porta della sua stanza, già socchiusa, la aprii del tutto, scovando Kreacher seduto sul letto di Regulus.

Teneva le gambe rannicchiate sul suo petto e sembrava spaventato.
Mi avvicinai e mi accovacciai per terra per stare alla sua altezza.

Da così vicino potei notare che il suo abito era bagnato, e anche le calze che gli avevo regalato per Natale. Pensai che si fosse bagnato a causa della pioggia, ma stava solo piovigginando, e i suoi abiti sembravano fin troppo zuppi.

«Kreacher, perché hai gli indumenti bagnati?» chiesi, prima di far caso alla sua mano che stringeva un gioiello: una collana.
«Questa cosa è?» gliela confiscai dalle piccole mani, e dal suo viso stanco e sconvolto, non oppose neanche resistenza, stranamente.

Presi quella collana tra le mani. La catenina era abbastanza lunga e il ciondolo era un grande medaglione a forma di ottagono.
All'interno portava la decorazione di un serpente. Lo girai e rigirai, non capendo cosa fosse e perché l'avesse Kreacher.

«Cosa è?» chiesi di nuovo.
Quell'elfo rimase in silenzio. Sembrava in fase di shock.

«È successo qualcosa? Parlarmi, Kreacher.» dissi, stringendo quella collana nel palmo chiudendolo a pugno per avere la possibilità di toccare il viso dell'elfo con entrambe le mani. Le sue magre mandibole.

«Regulus dove è?» continuai, notando che le sue labbra restarono serrate.

«Kreacher!» lo scossi perché avevo bisogno che parlasse.

Pian piano aprì la bocca e con difficoltà iniziò a dialogare «Padron Regulus le ha...» fece una pausa «Lasciato una...» altra pausa «Lettera.» e i suoi occhi puntarono dietro le mie spalle, verso la scrivania di Regulus.

Mi voltai verso di essa e mi alzai da terra per raggiungerla, lasciando in pace il viso dell'elfo. Beh, si... Regulus mi lasciava sempre dei biglietti, cosa c'è di strano? Pensai.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora