PATTO

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Buon martedì miei lettori!

Sono curiosa di sapere quale famiglia di Harry Potter vi piaccia di più.
A me i Black🖤
E forse, indirettamente, conosceremo qualcuno in questo capitolo🫢

Buona lettura!🤍

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Regulus stava terminando il nostro compito di Erbologia, con la premessa che non avrei dovuto aiutarlo perché avevo già fatto metà del lavoro da sola.

Decisi io allora di non fare nulla quel pomeriggio, anche se avrei dovuto studiare, ma la presenza di Regulus non mi dava la giusta concentrazione.

«Come mai qui?» chiese mentre continuava a scrivere e i suoi riccioli scombinati gli ricadevano in viso.
«Vengo spesso qui, anche se non ho nulla da fare.» iniziai a fare disegni sul telo con l'indice.
«Volevi stare sola?» portò la testa di lato per guardarmi e sorrise, un sorriso di chi sapeva che la sua presenza poteva solo farmi piacere.
«Smettila...» sorrisi anch'io, mentre lasciavo andare la testa sul telo. Misi una mano sulla pancia per evitare che le farfalle prendessero il sopravvento.

«Io speravo venissi.» disse, a bassa voce e io dovetti stringere un pugno sulla mia pancia per evitare che una farfalla se ne andasse verso l'orizzonte.

Smisi di guardare il cielo per mirare lui.
Aveva posato la penna e teneva la testa dritta grazie alla sua mano destra. Aspettava che rispondessi.
«Perché lo speravi?» volevo davvero capire cosa stesse succedendo in quelle ore, neanche giorni, solo ore.
«Dovevo chiederti delle cose.»

Avevo quasi timore delle sue richieste, della sua schiettezza, delle sue verità «Dimmi.» ma feci finta di nulla.
D'un tratto divenne più serio, più teso «Rosier. Cosa mi dici di lui?»
«Rosier?» avevo sentito bene e sapevo bene di chi parlasse, ma non capivo cosa volesse sapere.
«Si, hai presente il biondo con gli occhi azzurri che ti parlava questa mattina? Eri tu? O lo hai scordato?»
Sembrava davvero infastidito. Nessuna nota di sarcasmo. Serietà e basta.
«Ho capito chi è Evan, non capisco cosa vuoi sapere.»
«Evan...» sogghignò ripetendo il nome usato da me, poi si ricompose «Cosa ti ha detto?»
«Mi ha invitata a una festa.»
«In quella festa ci sarò anch'io, te l'ha detto?»
Annuii.
«E che farai? Verrai?»
«Credo di si...» tentennai.

Regulus annuì, lentamente. Lasciò l'appoggio della sua mano per guardare l'albero con qualche gufo posto davanti a sé. Il suo cervello stava elaborando qualcosa, ne ero sicura.
«E come ci dovremo comportare?» chiese.
«Come abbiamo sempre fatto.»
«Cioè?» si voltò di scatto «Come se tu non esistessi per me e né io per te?»
«Ci sarà Alexa alla festa...»
«Ci sarà Rosier alla festa.»

Perché lo metteva in mezzo? Non era un mio ex, né un frequentante, né un amico.

«E quindi?» gesticolai con la mano per approfondire il concetto.
«Secondo te perché ti ha invitata?» il suo fastidio aumentava, forse anche per la mia innocenza.
«Evan è così. Potrebbe provarci anche con le professoresse senza un filo di logica. Gli piace stare al centro dell'attenzione. E questo non vuol dire che sia interessato a...»
Mi interruppe «Vedo che hai studiato per bene anche il suo modo di essere, oltre al mio.» sogghignò.

Lo disse come se io dessi lo stesso trattamento a tutti. E da una persona che aveva iniziato il discorso con: non ti ferirò questa volta, non volevo accettarlo.

«Dovresti imparare a misurare le parole, Regulus.» ora avevo la sua attenzione e anche il suo sopracciglio inarcato «Non ho mai avuto un ragazzo, e lo sai, lo sai che ho sempre provato attrazione per te. Tutti se ne sono accorti, anche Kreacher credo.
Tua madre. Lei, una volta mi ha parlato di questo.»

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora