IL QUARTIER GENERALE

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Sirius

Sei mesi dopo

1980

"Regulus Black e Helena Grindelwald sembrano scomparsi da mesi ormai.
Le autorità hanno smesso di cercarli, pensando a una presunta morte."

Poggiai il giornale sul tavolo della cucina di James una sera di Febbraio, con la voglia di tornare ad Agosto, a quel giorno in cui io e Helena avevamo discusso su questo tavolo, e negli occhi mi aveva detto che avrebbe preferito morire con lui, piuttosto che farlo morire da solo.

La sua era stata una missione suicida, fin dall'inizio, e io - nonostante fossi arrabbiato per le loro scelte - ora che sapevo che non potevo più vedere quei due giovani pazzi che si amavano contro tutti, avrei voluto togliere loro la libertà di scelta.

Vivrò la mia vita odiando all'apparenza mio fratello per essere stato un mangiamorte e per essere morto da tale.

Vivrò la mia vita facendo finta di non aver mai conosciuto la mia piccola Lena, con la paura che la gente non capisca la mia voglia di lasciarla libera nelle sue scelte. Mi potrebbero dare la colpa. Colpa che sentivo cucita addosso ogni volta che mi dicevo che potevo fare di più.

Ma non volevo imporre le mie scelte, perché io libero non ero stato mai.

Con Helena ero stato insistente, ci avevo provato, ma l'amore per Regulus lo è stato di più. E vivrò la mia vita odiandolo per averla portata giù con sé.

Vivrò la mia vita fingendo che non mi manchino nessuno dei due.
"Hanno fatto la loro scelta", dirò.

Ma nel profondo del cuore ricorderò ogni colazione fatta con mio fratello quando eravamo più piccoli.
Ricorderò che non bisognava mai fargli mancare il latte con i biscotti, mentre io mi facevo andare bene tutto. L'importante era fare colazione insieme.

Ricorderò le ginocchia sbucciate mentre ci rincorrevamo in giardino, facendo scommesse su chi sarebbe arrivato prima a tuffarsi nel lago.

Ricorderò ogni volta che al primo anno di scuola veniva nel banco dei grifondoro per sistemare la sua cravatta da serpeverde perché da solo non era in grado di fare il nodo.

Ricorderò ogni volta in cui, con il passare degli anni, mi sventolava i suoi bei voti in faccia, al contrario dei miei, con un sorriso beffardo sul viso.

Voglio pensare a noi, come fratelli.
Io e lui, senza genitori di mezzo.

Quando eravamo io e lui, le cose funzionavano.
E ora, dopo essermi smaterializzato a Grimmauld Place, a seguito di quella lettura di quel giornale, mi ricordai di quanto le cose non funzionassero quando in casa c'erano i miei genitori.

Ora, senza loro, quella casa sembrava funzionare. Grande, elegante, con un bel giardino, niente urla e litigi.
Era solo una casa.

Una casa che aveva avuto modo di conoscere due ragazzi innamorati.
Guardandola, dopo tanto tempo, pensai che quei due cenassero insieme, dormissero insieme e passassero del tempo al lago. Fantasticai sulle loro giornate estive, e non volli pensare a come erano morti, a dove erano morti.

Ora, non volevo pensare al mio odio verso le loro scelte. Sopratutto perché Kreacher interruppe i miei pensieri.

«Padrone.» si annunciò.
Per lui lo ero ancora. Era servitore dei Black, e io ero un Black.

Mi voltai verso di lui. Sembrava più trasandato del solito. «Kreacher. Abiti ancora qui?»
«Certo. Io vivo per servire la nobile casata dei Black.» fece un mezzo inchino.

Il mio istinto gli volle chiedere se sapeva come Helena e Regulus fossero morti «Non dirmi come...» tuttavia, in realtà, non avrei sopportato di saperlo «Ma tu sai come sono morti? Dimmi solo se eri presente. Dimmi solo se... se sono morti davvero o se c'è qualche speranza che siano ancora vivi.»

«Ero presente, signor Black. Regulus è morto. Helena anche.» Kreacher parlava come un telegramma, perché ogni richiesta fatta da un Black doveva essere esaudita, ma chiaramente, quelle parole lo ferivano, come avevano ferito me.

«Va bene, grazie...» dissi sottovoce.

«Inoltre... Ho un messaggio da riferirle, da parte dei suoi genitori. Mi hanno detto che se un giorno lei sarebbe tornato, potevo dirle che poteva prendere Grimmauld Place, perché loro non vogliono più mettere piede qui.»

Certo, farà di sicuro male pensare che avevano contribuito all'uccisione del loro figlio minore.
Lo avevano incoraggiato.
Di conseguenza, per me, erano complici.

«Grazie ancora, Kreacher.» diedi un ultimo sguardo alla casa. Una casa che di sicuro aveva toccato le mani di Regulus e di Helena per ultimo. Lo notai dal trambusto.
Di certo, uno dei due era morto qui, o almeno aveva cercato di scappare.

Presi la sedia della cucina, una delle quattro poste attorno al tavolo che stava adagiata per terra. La raddrizzai e la rimisi al suo posto.

Dopodiché mi voltai verso l'elfo «A presto Kreacher.» gli dissi, l'attimo prima di tornare a casa di James.

Lì trovai i miei amici leggere quell'articolo di giornale, e io con la mano feci capire che non avevo bisogno di parlarne.

«Dove eri?» chiese Remus.

Misi le mani in tasca e lentamente raggiunsi la finestra che dava al giardino del Manor dei Potter. Gli alberi erano spogli a causa dell'inverno o forse era la vita a essere spoglia.

Voldemort si muoveva a vista d'occhio, a causa dei suoi seguaci, sempre più numerosi.

Ad Albus dovetti dire la verità su Helena e Regulus, e lui ci provò a cercarla, ci provò davvero, ma quando anche Albus Silente non riusciva ad avere nessuna pista, sapevo già che non avevo bisogno la conferma di Kreacher; ora toccava a me dare la conferma a lui.

E ora mi toccava dirlo anche ai miei amici, ma per prima cosa gli avrei fatto presente che avremo avuto finalmente un Quartier Generale per l'Ordine della Fenice, associazione che decidemmo di creare per fronteggiare i mangiamorte e i sostenitori di Voldemort.

Eravamo ancora pochi. Eravamo ancora giovani, ma ci avremo provato. Sopratutto ora che avremo avuto un posto tutto nostro.

Senza guardarli risposi «A Grimmauld Place.» poi tornai a mirarli «Ora quella casa è mia. Abbiamo un Quartier Generale.»

Dopo la mia frase, altre domande vennero accavallate, in quel salone pieno di ragazzi desiderosi di combattere quella guerra tra cibo non proprio sano, birre e spinelli. Insieme, volevamo ancora mantenere l'animo giovane anche se la paura ci faceva diventare vecchi.
La paura di morire ci faceva desiderare di vivere ancora a lungo per diventare vecchi.

Io però quella sera non risposi a nessun'altra domanda. Quella sera, i miei occhi, si soffermarono sul cielo stellato dopo aver spostato la tendina della finestra.

Loro amavano le stelle.
Regulus le guardava in terrazza.
Helena le guardava seduta sul davanzale della mia finestra.
Ai tempi erano divisi, ma le guardavano, uno da una parte, una dall'altra.

Ero sicuro che, decidendo di amarsi, avevano guardato le stelle insieme, tantissime volte.

E io non so come Regulus e Helena siano morti, ma mi auguro che in qualche mondo lontano, loro siano insieme, mano nella mano, come stelle luminose che si fanno luce nel cielo oscuro della notte.

Deatheater ~ Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora