35. Liam: novità

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«Credo di dover tornare a casa

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«Credo di dover tornare a casa...» sospirai osservando l'ora.

Era mezzanotte passata, avevo sonno.

«Non voglio che torni in quello schifo, con quelle persone orribili» ribatté Andrew.

«Ho scelta?» sospirai sconfitto.

«Vieni a casa mia. Magari permanentemente...» propose senza esitazione.

Mi sembrava surreale, poter essere libero. «Davvero?»

Andrew mi accarezzò la guancia. «Certo! Per oggi ti presto io un pigiama e qualche vestito, e domani andiamo a casa tua a prendere le tue cose».

Sentivo che stavo per scoppiare dalla felicità. Non sarei più dovuto tornare in quella casa, con la mia famiglia, con delle persone che mi odiavano, deridevano ed escludevano.

Sarei stato felice, con Andrew.

***

Marta e Patrik - mi avevano chiesto espressamente di chiamarli così - furono più che felici di accogliermi.

Li trovammo in cucina, ancora vestiti di tutto punto, probabilmente appena tornati da lavoro. Andrew disse loro ciò che era accaduto, affermando che non potevo restare con la mia famiglia.

Marta annuì. «Liam fa parte della famiglia ormai. Può rimanere tutto il tempo che desidera».

La donna spostò poi lo sguardo sui misteri abiti che indossavo. «E forse sarebbe opportuno comprarti qualcosa di nuovo...»

Arrossii. «Non è necessario, davvero...»

«Anche il suo telefono è da cambiare» intervenne Andrew, ignorando le mie proteste.

«Davvero, non serve...» mi opposi con quanta più educazione riuscii.

«Certo che serve! Sei un nostro ospite, Liam, e fai parte della famiglia» Patrik mi batté gentilmente una mano sulla spalla.

«Non vorrei disturbare...» mormorai, mentre il rossore sulle guance si intensificava.

«Nessun disturbo, caro» insistette Marta. «Andate a riposare, voi due, domani avete scuola!»

Andrew sorrise, lasciò che suo padre gli scompigliasse i capelli e che sua madre gli desse un bacio sulla fronte, in seguito si avviò verso le scale. Mentre lo seguivo, cercavo di reprimere l'invidia che mi bruciava dentro. Sapevo quanto fosse sbagliato e meschino, ma Andrew aveva una così bella famiglia, due genitori affettuosi che gli volevano molto bene. Io invece ero stato quasi ucciso da mio padre perchè gay.

Mi lasciai sfuggire una lacrima entrando nella stanza di Andrew. Lui non se ne accorse, era intento a frugare in un cassetto. Pochi secondi dopo si alzò, mi porse un suo pigiama. Il suo sguardo si bloccò sul mio volto arrossato dal pianto. Senza chiedere nulla mi strinse a sè, mi posò un bacio sulla tempia.

Adagiato sul suo petto tonico e scolpito, rassicurato dalle sue carezze, mi calmai piano piano. Rimasi comunque immobile, era una così bella sensazione essere al sicuro, essere protetto, percepire l'amore che qualcuno provava per me.

«Che succede, amore?» mi domandò dopo avermi dato un altro bacio.

Il mio corpo venne scosso da brividi. Era la prima volta che mi chiamava così, la prima volta che qualcuno mi chiamava così. Era una sensazione così strana, ma così bella...

«È solo... strano per me» borbottai vergognandomi.

«Cosa è strano?»

«Vedere una famiglia così unita e amorevole» rivelai.

Andrew tornò a stringermi. «Ora fai parte anche tu di una famiglia affettuosa».

Mi abbandonai a lui per lunghi momenti, lasciandomi cullare come un bambino. Quando, alcuni minuti dopo, ci infilammo sotto le coperte, Andrew tornò a stringermi, e mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

***

«Andrew, che fai?»

Accanto al suo letto, appena tornato dal bagno, ero in procinto di vestirmi, quando avevo visto Andrew vestirsi. Data la sua sospensione, ero stato appositamente attento a non svegliarlo, ma lui era in piedi e si stava preparando.

«Mmm?» Borbottò fingendosi innocente

«Perché ti stai vestendo? Sei sospeso per due settimane!»

«Il preside deve sapere che è un ingiustizia. Mi sono organizzato con gli altri, protesteremo, faremo in modo che sappia la verità».

«E perché non mi hai detto nulla di ciò?»

«Perché mi avresti fermato».

«Certo che ti avrei fermato! È una pazzia! Ti caccerai ancora di più nei guai!»

«Non importa. La giustizia è più importante» concluse sicuro Andrew prima di superarmi e uscire dalla stanza.

Sospirai. Non sarebbe accaduto nulla di buono.

Angolino autrice

Eh... guai in vista. Di nuovo! Chissà come andrà a finire...

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