Uno schiaffo. Due. Tre. Gemetti, anche se sapevo che avrebbe solo peggiorato le cose.
Mio padre si fermò, la mano ancora sollevata. Si scambiò un'occhiata con mia madre, sorrise crudelmente e mi afferrò per la maglietta, costringendomi in piedi.
«Sei veramente inutile» ringhiò.
Trattenni le lacrime, non volevo mi minacciasse di nuovo, come accadeva fin troppo spesso, con la pistola appesa sopra al camino. Tentai di controbattere, dire qualcosa, ma Billy me lo impedì. Al contrario di ciò che potreste pensare, Billy non è la mia sorellina, o chissà cos'altro. No no, è il mio... come potrei definirlo? Demone interiore? Diciamo che è la parte che odio di più di me. Ciò che mi ha rovinato la vita e che continua a rovinarmela. Gli ho dato un nome, "Billy", appunto, perché non avrei saputo come altro chiamare questa "cosa".
Venni colpito di nuovo e l'impatto della mano, stavolta di mia madre, sulla mia guancia, interruppe il mio flusso di pensieri.
«Dí qualcosa!» mi ordinò lei puntandomi contro un dito.
«I-io...» mormorai.
Sentivo il cuore battere ferocemente contro la cassa toracica, le lacrime pizzicarmi gli occhi.
No. No. No. Non piangere. Calma.«Abbiamo un figlio deficiente» contastó mia madre.
Sentii i miei tre fratelli maggiori, Blake, Oscar e Hudson ridere di gusto. A loro piaceva quando venivo picchiato e insultato.
Strinsi i pugni e mi appoggiai al muro. Dovevo respirare. Solo respirare. Grattai la vernice della parete con le unghie, nel vano tentativo di distogliere la mia attenzione da ciò che stava accadendo attorno a me. Troppe persone. Troppe. Troppe. Il respiro mi divenne corto. Troppe. Non ce la facevo più... Troppe. Volevo solo tornarmene nella mia stanza, chiudermi dentro a chiave e non uscire fino alla mattina successiva. Poco importava che avrei dovuto saltare la cena, anche perché dopo tutto quello avevo lo stomaco in subbuglio. Ebbi l'impulso di alzarmi e andarmene, ma mia madre e mio padre mi stavano ancora insultando. Se avessi tentato la fuga, avrebbero ricominciato a picchiarmi. E ciò avrebbe significato tempo in più da passare lì.
Strinsi i denti e resistetti ancora qualche minuto, fino a che mio padre, dopo avermi gettato a terra, mi finì con un ultimo calcio. Sentii uno scricchiolio che non mi piacque per nulla; probabilmente mi aveva incrinato una costola. Rimasi a terra per qualche secondo, fino a che non sentii i passi dei miei genitori che uscivano dalla stanza. Aprii lentamente gli occhi. Vedevo tutto sfocato, ma almeno ero ancora in grado di camminare. Mi resi conto di essere sdraiato a terra a poca distanza dal divano consunto. Nel salotto non c'era molto altro, solo una poltrona con tutte le molle in vista e un minuscolo televisore. Mentre tentavo di mettermi seduto e fuggire di lì, i miei fratelli mi raggiunsero. Erano identici, tutti e tre gemelli. Avevano diciannove anni, tre in più di me. Al contrario mio, però, che avevo i capelli biondi e gli occhi azzurri, loro avevano i capelli neri e gli occhi castani, come quasi tutta la nostra famiglia.
«Ehilà, nanetto» mi salutò con arroganza Blake.
Non che fossi realmente basso, ma gli piaceva considerarmi inferiore. Tentai di dire qualcosa, ma non ne avevo le forze.
«Sei proprio un coglione» disse allora Oscar.
Repressi la nausea, continuando a non rispondere.
Hudson mi prese per la maglietta, proprio come faceva nostro padre. Avevano preso i loro modi bruschi da lui.
«Lasciatemi!» avrei voluto esclamare, ma Billy, quella sciocca di Billy, non me lo permise.Shhhh, mi impose, tu non vali abbastanza. Chiudi la bocca, Liam. Tu non hai il diritto di parlare.
Tentai di ribattere: m-ma...
Vuoi che la loro opinione di te peggiori ulteriormente? Sta' zitto e subisci.
Non potei fare altro che obbedire. Billy era più forte di me. Billy... Billy sapeva cos'era meglio per me.
Venni picchiato anche dai miei fratelli, e ovviamente i miei genitori non li fermarono.
Era giusto. Billy diceva che era giusto, perciò doveva esserlo per forza.
Mi trascinai fino alla mia stanza, aggrappandomi al muro. Aprii la porta con mani tremanti e caddi sul pavimento.
«Cazzo» borbottai. «Certo che, Billy, potevi anche evitare».
Non ricevetti risposta. Non che me ne aspettassi una. Riuscii a tirarmi su, anche se avevo male dappertutto. Chiusi la porta, girai la chiave nella serratura e poi mi ci appoggiai. Presi fiato prima di muovere qualche passo tremante verso il centro della mia piccola, minuscola, spoglia stanza, e gettarmi sul letto. Lo spazio rimanente era poco: una volta quella stanza era utilizzata come lavanderia. Ci stavano a malapena il mio letto, un comodino, una piccola scrivania e qualche mensola appesa, e la stanza era già stipata. Ci si muoveva a malapena. Ovviamente non importava a nessuno; io non avrei nemmeno dovuto esistere. Non potevo certo pretendere una vera stanza o di essere amato. Come se ci fosse una sola persona, nel mondo, che teneva a me. Avevo imparato da tempo che nessuno mi voleva, e questo anche grazie a Billy.
Quando mi fui ripreso, afferrai il mio telefono. L'avevo comprato dopo aver lavorato per tre anni nel negozio di famiglia, grazie alle mance che mi venivano date probabilmente per pietà. Non che un telefono mi servisse a molto, visto non avevo neanche un contatto. Aprii la fotocamera. Probabilmente, alla vista dei lividi e del sangue che ricoprivano il mio viso mi sarei dovuto spaventare, ritrarre, inorridire. Eppure non battei ciglio, perché ci ero abituato.
Maledissi il signor Davis, l'insegnante di matematica. Era il professore che mi odiava di più, e non si faceva certo pregare per dare brutte opinioni su di me. E il risultato era proprio quello: insulti e botte.La predica di Billy non si fece attendere.
Te lo sei meritato. Ti saresti meritato anche di peggio.Annuii. Sì, Billy.
Risposi come ero abituato a fare.
Hai ragione.
Se lo diceva Billy, doveva essere vero per forza.
*Angolo autrice*
Ordunque... ecco qua il primo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Certo, lo so, non un capitolo molto allegro... ma povero Liam, mica l'ha scelto lui. L'ho scelto io. E sì, mi sento crudele.
Vorrei specificare una cosa IMPORTANTE. Mi sono informata quanto ho potuto riguardo al disturbo di Liam, ma non sono un medico né un'esperta, quindi sono ben consapevole che potrebbero esserci delle incongruenze/cose poco credibili. Nel caso voi foste più pratici, qualunque consiglio/suggerimento è ben accetto.
Abbiamo conosciuto Liam, un personaggio non proprio fortunato, e la sua Billy, una compagnia costante (purtroppo). Nel prossimo capitolo verrà introdotto l'altro protagonista, Andrew. Chissà se sarà più fortunato di Liam?
Se aveste voglia di supportarmi con commenti e/o stelline, mi fareste molto piacere ☺️
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Voglio solo te |🌈|
RomanceQuanto la vita di due ragazzi completamente diversi può essere cambiata per un piccolo, semplice, all'apparenza innocuo incontro? Se state cercando una storia d'amore facile, felice, priva di problemi, questa storia non fa per voi. Se state cercando...