21. Liam: lui è perfetto

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Avevo avuto il coraggio di dire la verità ad Andrew

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Avevo avuto il coraggio di dire la verità ad Andrew. Avevo ignorato Billy.

Andrew mi aveva migliorato la vita, mi aveva dato un coraggio che non avrei mai pensato di poter possedere.

Odiavo separarmi da lui, quando l'orario di visita giungeva al termine. Quando uscivo da quella stanza, sentivo immediatamente una mancanza dentro di me, un buco nero nel mio petto; una sensazione di vuoto mi attanagliava. Quando accadeva, chiudevo gli occhi e pensavo a lui. Al suo bellissimo viso, ai suoi capelli castani, ai suoi occhi verdi magnetici, che sembravano sfidarmi, che mi divoravano senza toccarmi, che esprimevano tutto ciò che Andrew non riusciva a dire.

Avevo sempre pensato che Andrew fosse coraggioso; tuttavia, questa faccenda mi stava dimostrando il contrario.

Certo, capivo quanto fosse difficile per lui. La società fingeva di aver accettato gli omosessuali, ma fin troppe persone desideravano mandarci al rogo come fossimo nel medioevo. Secondo loro meritavamo soltanto la morte, l'esilio, la vergogna. Pensieri antiquati, superati - o meglio, avrebbero dovuto esserlo.

Però, come potevo non rimanere ferito nel dover nascondere la cosa più bella che mi fosse capitata nella vita? Qualcuno che mi amava, così com'ero, che mi aveva permesso di comprendere me stesso, che mi dava coraggio.

Quel flusso di pensieri era dovuto al fatto che stessi lasciando l'ospedale, in quanto ormai era sera. Mi ritrovavo sempre sommerso dai pensieri quando lo lasciavo lì.

Sospirai, era inizio dicembre e perciò il mio respiro si condensava in una nuvoletta, per poi sparire poco dopo.

Andai a piedi fino a casa, nonostante si gelasse e fosse un tragitto non proprio corto. Camminare mi aiutava a pensare.

***

Era circa mezzanotte, ero nel buio della mia stanza e non riuscivo a dormire. Ero ad occhi spalancati, osservando a tratti il soffitto e a tratti il cellulare.

Alla fine mi arresi, afferrai il telefono e chiamai Andrew.

«Pronto?» mormoró lui.

Rispose subito, ma con la voce impastata dal sonno.

«Cazzo... scusa, non volevo svegliarti».

«Sta' tranquillo, questo letto è così scomodo che mi sono svegliato già tre volte. Dimmi pure».

Ridacchiammo brevemente.

«Volevo... volevo sentire la tua voce. Anche vederti, in realtà, ma mi accontento».

Non provai vergogna nel dirlo, perché era ciò che sentivo. Era la verità. E, finalmente, riuscivo ad accettarlo.

Billy premeva per uscire allo scoperto, per rovinare tutto di nuovo...

Scossi la testa, non volevo pensare a lui, e tornai in me.

Zittii Billy e mi concentrai su Andrew, sul mio bellissimo Andrew.

«Posso rimediare».

Dal tono di voce compresi che stava sorridendo. Lo conoscevo benissimo, meglio di quanto conoscessi me stesso probabilmente. Sicuramente più di quanto lui si conoscesse.

In quel momento mi arrivò un suo messaggio. Era una sua foto, nella penombra della stanza. Sdraiato nel letto, finalmente senza più aghi nelle braccia.

«Stai meglio?» chiesi.

«Dovrebbero dimettermi entro un paio di giorni» confermò lui. «Non vedo l'ora».

«Già, anch'io...» risposi.

«Sai, potremmo... avere un vero appuntamento. Possibilmente, senza far capire agli altri che sia tale. Qualcosa che si possa scambiare anche come una serata tra amici».

Le mie emozioni erano confuse. Un po' di delusione, tanta euforia. E, finalmente, vinse l'emozione positiva.

Iniziai a tormentarmi le cuciture del pigiama. «Che ne dici del bowling?»

«Mi piace giocare. Ci sto».

«Mi manchi, Andrew» sussurrai.

Fu allora che disse qualcosa che mai mi sarei aspettato. «Anche tu».

***

Due giorni dopo, Andrew fu finalmente dimesso. Andai a trovarlo di pomeriggio, lo trovai steso sul divano a giocare ai videogiochi. Indossava una tuta, ma chissà come gli calzava addosso benissimo.

Certo, lui è perfetto, a differenza di te.

Rise malefica Billy.

Per quanto avessi imparato a ignorarla, non ero ancora pronto ad accettare il mio aspetto. Strinsi le braccia a me, come nel tentativo di proteggermi dai mali del mondo, dagli insulti, dagli sguardi delle persone.

«Ciao» mi salutò alzandosi e venendomi incontro.

Mi abbracciò, attirandomi a sé per i fianchi. Sentii le farfalle nello stomaco e feci per abbassare lo sguardo, ma lui mi prese il mento e lo sollevò.

I nostri occhi si incastonarono, i suoi smeraldi nei miei zaffiri. Mi accarezzò la guancia, e sentii un formicolio piacevole nella zona interessata.

Andrew sorrise, sorrise in quel suo dannato modo che mi faceva impazzire, quello che metteva in mostra la sua fossetta. 

Avvicinò le sue labbra alle mie, ma non abbastanza perché si toccassero. Esse si sfioravano a malapena, i nostri respiri si incrociavano.

«Sono felice che tu sia qui» sussurrò Andrew, piano, così che sentissi ogni parola impressa sulle mie labbra, che mi godessi il suo fiato caldo.

Mi mancò il respiro, desideravo baciarlo, lasciargli la mia essenza sulla bocca, imprimere un po' di me in quella perfezione.

Il sorriso di Andrew si allargò. Aveva capito l'effetto che mi faceva.

Avvicinò ancor di più i nostri corpi, eravamo come una cosa sola. 

Mi aggrappai a lui, pregandolo con lo sguardo, e finalmente lasciò che le nostre labbra entrassero in contatto. 

Fu un bacio inizialmente lento, che in seguito divenne vorace, bisognoso. Ci aggrappammo l'uno all'altro, perché in fondo ci eravamo salvati a vicenda dalle nostre gabbie, costruite attorno a noi dalla nascita.

Non capivo più nulla, sentivo solo la sua bocca sulla mia, tutto l'amore che provavo per lui, che rischiava di farmi esplodere da quanto era intenso.

Riversai tutto quello nel bacio, in Andrew.

Lui era il mio posto sicuro. Era l'unica persona con cui riuscivo ad essere me stesso; grazie a lui cominciavo ad accettarmi.

Avrei voluto pronunciare quelle parole. «Ti amo».

Ma io non ero mai stato coraggioso, così esse mi morirono in gola.

Ci separammo, lui mi prese la mano. Quel gesto così scontato mi fece stare bene, mise in pace i miei sensi.


Angolo autrice

Che ne dite di questo capitolo?

È la prima scena così dettagliata e romantica che scrivo, perciò qualunque critica costruttiva o parere è ben accetto --->

Le cose vanno sempre meglio... speriamo che non crolli di nuovo tutto...

(Sì, mi sento crudele).

Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere con commenti e stelline ♥

Grazie in anticipo a chi lo farà, siete importanti per me.

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