«Ѐ stato... interessante» commentò Labhraidh, sogghignando mentre mi trascinava sul prato, dove decine di fate stavano già danzando sotto la luce delle stelle.
«Avrei preferito evitare tutta questa drammaticità. Mi è sembrato di essere finita dritta nel centro di una soap opera» borbottai, ondeggiando a ritmo di musica con la fronte posata sul torace del mio migliore amico.
«La drammaticità, purtroppo, è una proprietà intrinseca di Grania; quando c'è lei non la si può evitare».
«Sono fortunata ad avere te, Labhraidh» mormorai, con il cuore traboccante di riconoscenza per il mio migliore amico.
Il ragazzo arrossì e si scompigliò distrattamente i capelli castani: «La cosa è reciproca, Row. Dopotutto, siamo una bella squadra noi due».
«Manca solo Michan all'appello» borbottai, cercando di immaginare cosa stesse facendo in quel momento il nostro amico.
«Già. Mi manca» mormorò Labhraidh, sospirando fra i miei capelli.
Conscia del fatto che egli aveva abbandonato la sua famiglia e i suoi amici pur di seguirmi nelle Terre Oscure, lo strinsi più forte, cercando di infondergli tutto l'affetto che provavo per lui.
«Detesto interrompere questo toccante momento, ma...» la profonda voce di Morven mi graffiò le orecchie, «...Posso avere l'onore?».
Mi voltai e mi ritrovai di fronte il Principe con la mano protesa verso di me, in un muto invito a danzare.
Impallidii e lo stomaco mi si torse in una fastidiosa morsa, ma raddrizzai le spalle e balbettai: «C-certo, mio Principe, sarebbe un onore».
«Buona fortuna» mi sussurrò all'orecchio Labhraidh e quando il suo caldo corpo si staccò dal mio rabbrividii impaurita, desiderando solo afferrare la mano del mio migliore amico e correre il più lontano possibile da Morven.
Le gelide dita del Principe si strinsero fra le mie ed io rabbrividii, assoggettata dai suoi lupeschi occhi gialli.
«Complimenti per l'idea, mezzosangue» mormorò con voce roca, soffusa come un ringhio d'avvertimento, «Erano secoli che qualcuno non metteva Domhnall con le spalle al muro».
Distolsi lo sguardo dalle sue iridi gialle e borbottai: «Io volevo solamente... non essere lasciata sola con i Maledetti. Non sarei sopravvissuta un mese fuori dalle mura» pigolai, cercando di fargli tenerezza. Non dovetti nemmeno fingere di essere terrorizzata, in quanto anche il solo pensare a quelle figure scheletriche e deformi mi aveva causato un intenso brivido lungo la schiena.
Morven mi rivolse un ghigno cospiratorio, come se fosse a conoscenza di tutti i miei oscuri segreti, e mi avvertì: «Spero tu abbia ben pensato a cosa significhi diventare la moglie di Domhnall».
Io aggrottai le sopracciglia, confusa, e il suo sorriso si fece più marcato: «Lui era... ossessionato da Saraid. Lei era già la Signora di Murias quando lui venne al mondo, ma ciò non gli impedì di innamorarsi perdutamente di lei. Crebbe con la sola idea di prenderla in moglie, una volta raggiunta l'età adatta».
«Lei però stava con Lùg» osservai, stranita dalla piega che aveva preso la conversazione.
«Fra Lùg e Saraid le cose non sono mai state... semplici. Pare che prima della guerra lui l'avesse addirittura lasciata, quindi Domhnall aveva creduto di avere finalmente una chance. Quando però Lùg e Saraid tornarono dal Regno Umano, vittoriosi e di nuovo insieme, Domhnall... beh, diciamo che non la prese bene. Arrivò ad odiarla con tutto se stesso».
«Perché mi stai dicendo tutto questo?» domandai confusa.
Morven si fece serio: «Perché Domhnall potrebbe volerti in moglie per amarti, come avrebbe voluto amare lei... oppure per vendicarsi. L'odio e l'amore hanno confini estremamente labili, Rowan».
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Terre Lontane
FantasyTerzo volume, seguito di "Sangue di Discendente". *ATTENZIONE, SPOILER SUL SECONDO LIBRO!* Le fate sono evase dai Tumuli. Rowan O'Brien, insieme ai tredici clan di streghe, è costretta a lasciare la sua amata Irlanda e ad affidarsi alla Fenice, la q...