Capitolo 6

2 1 0
                                    

Aprile

Ricordo che era aprile, non so dire il giorno preciso. Quando si è troppo presi da qualcosa o qualcuno il tempo diventa relativo: certe giornate si riducono in pochi secondi, altre trascorrono nell'immobilità più assoluta. Queste sono le più fastidiose. Aspetti che succeda qualcosa, sai che dovrà succedere, ma non accade. In questi casi non rimane altro da fare che attendere, sdraiato sul letto oppure in un bar a bere qualcosa, che tutti gli eventi che si sono accantonati lì, in quell'angolo di universo, ti piombino addosso con una forza micidiale. Perché è così che funziona. Non succede nulla per un mese magari e poi di colpo tutto insieme, le tue certezze si sgretolano e vieni rivoltato come un calzino.

Ricordo che il giorno prima il cielo non prometteva nulla di buono, era una di quelle giornate di preludio alla tempesta.

I raggi del sole filtrarono in camera svegliandomi di buon'ora, li ignorai così come la sveglia e mi concessi un'altra mezz'ora di sonno. Era proprio in questa mezz'ora di dormiveglia che, almeno per me, si concentravano i sogni. Il più delle volte bizzarri e senza senso, ma sempre reali.

È così con loro: ti accorgi di aver sognato solo quando ti stropicci gli occhi per svegliarti, e sei costretto a prendere subito appunti su ciò che hai visto se non vuoi dimenticare tutto dopo pochi minuti. Sapevano essere molto vanitosi e si concedevano per poco tempo, ma sempre a comodo loro e mai quando ne avevo bisogno. Per questo avevo un taccuino sul comodino, per non perdermi nulla di questo prezioso bene.

Ecco ciò che scrissi quella mattina.

Mi trovavo in un antico impero di stampo orientale – di  quelli dalle case color sabbia e cupole d'oro – , ero più vecchio e avevo un obiettivo, quasi un dovere: salvare la vita della mia amata. Non era la prima volta, ce n'erano state delle altre, altrove, ma lei era ancora in pericolo. Avevo un cavallo, stanco e grigio, che mi portò davanti a una specie di teatro. Tuttavia, lo spettacolo non sarebbe iniziato prima di qualche ora, quindi aspettai lì davanti e ad attendere insieme a me c'era un altro tizio. Mi somiglia, ma è più giovane di me ed è più affascinante di quanto non lo sia mai stato, anche lui aveva un cavallo, fiero e forte, nero come la pece. Uno stallone se paragonato al mio ronzino. A un certo punto, si aprì una porta di servizio e percepii un po' di trambusto: a quanto sembrava un attore della compagnia era stato colpito da un malore improvviso e andava sostituito. Dalla porta riuscii a intravederla, era ancora sana e salva per fortuna. Assieme a lei c'era il regista che guardò per lunghi istanti verso la mia direzione, fece un cenno con la mano, di quelli che si usano per richiamare una persona a sé. Cercavo di muovermi, ma fui pervaso da una grande delusione quando vidi che si stava riferendo all'altro uomo, quello che mi somiglia ma che era più giovane e attraente. Scelsero lui per rimpiazzare l'attore malato e a me non rimase altro che aspettare, ma nei sogni il tempo passava subito e, dopo un attimo, mi ritrovai all'interno del teatro: una sala rettangolare con tavolini e divanetti lungo le pareti, al centro, il palco dove si esibivano gli attori era leggermente ribassato. Nell'aria, un'atmosfera intima e offuscata da giochi di luci e ombre.

Lo spettacolo iniziò e lei era al centro della scena, seduta su una sedia, forse legata, attorno a lei alcuni uomini vestiti di nero da capo a piedi. Le fanno qualcosa, qualcosa di brutto, la picchiano, la deridono, le tagliano un lembo di pelle dal braccio. A prima vista sembra soffrire, ma se si guarda attentamente pare che ne abbia bisogno, che a ogni colpo subito si liberi di qualcosa di nocivo che alberga in lei. Io guardo, non so cosa fare, per un attimo mi dimentico perché sono lì. Ora uno degli uomini in nero si avvicina al tavolino accanto al mio, ha una boccetta di colore verde e una siringa tra le mani. Sta preparando un'iniezione, ma senza farsi vedere dagli altri, mette da parte la boccetta verde e dalla tasca ne tira fuori una di colore rosso.

Una Seconda Occasione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora