𝑪apitolo tre

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« Il destino fa sempre il suo corso »

Essere chiamata mentre prendo il sole è una delle cose che più odio. Subito dopo aver slacciato i laccetti del costume per evitare di avere i segni dell'abbronzatura entro in quella fase in cui ho solo voglia di addormentarmi per poi risvegliarmi come Carlo Conti a Sanremo di qualche anno fa.

La fortuna volle che un qualcosa mi disse di non mandare a fanculo chi stesse dall'altra parte del telefono, ma di rispondere. Era proprio la chiamata che aspettavo da tempo e che ormai avevo dato per scontato che non sarebbe arrivata.

Ero stata notata ai provini e la produzione mi invitava a presentarmi a Roma per iniziare la quarantena preventiva che mi avrebbe permesso di partecipare alla prima registrazione del programma.

Non significava che ero dentro, ma era sicuramente un enorme passo avanti dal semplice mandare l'iscrizione. Quel giorno ho festeggiato con gli amici più cari, per poi godere dell'orgoglio proveniente dalla mia famiglia.

Avrei voluto condividere questa gioia con lui ma come qualche mese a quella parte avevo deciso di ripartire da me e, quindi, farmi bastare la mia di felicità.

Se il tempo dalla chiamata alla quarantena era volato, non potevo dire lo stesso del tempo in cui sono rimasta chiusa in una stanza d'hotel.

La quarantena scorreva lenta, tanto da farmi quasi impazzire. Ripetevo e ripetevo le coreografie che avevo preparato con il mio insegnante dalla mattina alla sera.

Certe volte mi videochiamata proprio per vedere se tutto fosse perfetto, anche se spesso appariva strano. Non ci avevo dato peso, magari era solo in tensione per me. Se fossi entrata sarebbe stata una bella pubblicità per lui e la sua scuola, ma so che sotto sotto era più felice per me.

Mi aveva vista crescere e, spesso, si era ritrovato a farmi quasi da padre in mancanza del mio biologico.

Il giorno della registrazione alla fine però arrivò e con esso anche tutta l'ansia.

La sveglia suona presto, per fare l'ultimo di una serie infinita di tamponi. Ormai il mio naso adornato di nostril chiedeva pietà.

Scegliere l'outfit questa mattina non è stato difficile dato che l'ho scelto accuratamente con l'aiuto di Clelia qualche giorno fa. Si trattava di un jeans cargo largo abbinato ad un top nero aderente. Qualcosa di comodo ma che potesse far già individuare qualche piccolo pezzo della mia personalità.

Mentre attendo dietro alle quinte che ci facciano entrare in studio stringi amicizia con qualche aspirante al banco. Per ora sono arrivati solo alcuni dei ragazzi, dato che l'attesa per i tamponi è molta.

Mentre chiacchiero con una dolcissima Rita, intravedo una testa bionda familiare. Ci metto poco a realizzare che si tratta di Mattia, un ballerino già presente l'anno scorso che ha dovuto abbandonare la scuola a causa di un infortunio.

"Salve belle donzelle, voi sembrate essere mie simili quindi ho deciso che starò con voi"

Quello che poi scoprirò chiamarsi Samuel ci degna della sua compagnia per i prossimi venti minuti, minuti che segnano l'arrivo dell'ultimo gruppi di allievi.

Per un attimo rimango immobile come solo una statuetta di ghiaccio farebbe, ma poi mi risveglio spinta dalla voce di Rita.

Lui è qui.

In cuor mio sapevo che avrebbe tentato il provino, ma non mi aspettavo che c'è l'avremmo fatta entrambi nella stessa annata.

Questo però mi porta ad avere l'amaro in bocca. Probabilmente a casa tutti lo sapevano. Partendo dai miei amici, che sono anche i suoi, finendo al nostro insegnante di danza.

Non li biasimo peró. Dirmelo mi avrebbe portato a desistere dal provare per paura di dover far scontrare i miei occhi con i suoi pozzi nocciola.

A questo punto però mi domando se lui sappia che io sono qui.

➸ Starboy || Samu SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora