Secret 1: Voci nelle tenebre

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Jason non poteva credere che esistessero davvero degli altri mezzosangue figli di Hermes, oltre i confini del campo mezzosangue. Il ragazzo, non vedeva i suoi amici greci dalla fine dello scontro con Gea e gli altri giganti. Magari, con questa scusa dei nuovi semidei, avrebbe potuto fare un salto a trovarli. In quel momento, si trovava al campo giove, a nuova Roma, e stava passeggiando con Piper per le varie strade della cittadella. La ragazza lo aveva pregato di partecipare a sua volta alla 'scampagnata', e il figlio di Giove si costrinse a cedere. Accidenti a quella dannata lingua ammaliatrice. - Non puoi sempre usarla contro di me per ottenere quello che vuoi - gli rinfaccio' lui, borbottando e caricandosela in spalla a mo' di sacco. Piper scoppio' a ridere e gli dette dei pugnetti sulla schiena - non vorrai mica portarmi cosi!? -. Riusci' appena in tempo a finire di formulare la domanda che i due si trovarono in aria. Un'abilita' che Jason possedeva e di cui andava orgoglioso era il volo. Poteva spostarsi liberamente e andare ovunque, con la conoscenza appropriata dei venti giusti. Fortunatamente, non era la prima volta che andava al campo mezzosangue in visita. Diciamo che faceva un orario spezzato tra un campo e l'altro: perche' era si un figlio di Roma, ma dalla fine dell'ultima guerra, non poteva fare a meno di sentirsi anche un poco Greco. Soprattutto, da quando aveva saldato ancor di piu il suo legame di amicizia con Percy e gli altri. E comunque, non doveva preoccuparsi troppo. Al fianco di Reyna, al comando, stava Frank Zang. Non aveva nulla da temere finche' avrebbe preso anche il suo compagno di avventure le decisioni.
Ormai, erano in viaggio da una ventina di minuti, ma andavano piu o meno a settanta chilometri orari. Si teneva a bassa quota per evitare di soffocare la sua ragazza, che gia' non approvava quel suo modo spericolato di viaggiare. - Ti tengo! - grido' ad alta voce, a causa del vento che soffiava forte nelle loro orecchie. - Non preoccuparti! Siamo quasi arrivati! -. Jason accellero' ancora. Ottanta chilometri orari. Altri dieci minuti dopo, il ragazzo comincio' a rallentare di piu', sempre di piu', finche' non mise i piedi a terra e successivamente, mise Piper a sedere. Aveva i capelli neri e ormai, totalmente spettinati. Tentava almeno di toglierseli dalla faccia ma non riusciva a trattenere le risate. Non e' che i capelli di Jason fossero messi meglio, ma almeno, i suoi erano corti. Forse, l'unico e piu recente problema del volo, erano i suoi occhiali. Aveva perso un po' di vista dalla quasi fine dell'ultima guerra a quella parte. Ma non poteva farci nulla. - Eccoci, Percy Jackson -ridacchio' lui. - Voglio proprio vedere come te la sei passata durante la mia assenza -.
***
- E' tutto pronto, mio signore? -.
-Hai ancora dei dubbi, Mask? -.
-Beh, credo che il piano possa avere delle falle che non abbiamo tenuto in considerazione...-
- Pfff. Non preoccuparti. I leggendari quattro saranno presto riuniti, e allora si che potremo cominciare a godercela. Va pure e riposa tranquillo, ragazzo mio -.
- Con permesso, mio signore -.

Percy Jackson e gli dei dell'olimpo: il figlio di hermesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora