Il mio primo viaggio all'interno di un autobus fu un'esperienza traumatica. Tralasciando il fetido odore di sudore e chiuso che si aggirava all'interno di quel trabiccolo mortale, lo spazio a noi riservato, a causa del gran numero di umani, era così misero che praticamente fui costretta a spiaccicarmi contro le porte in vetro della vettura, ed ad ogni buca le persone mi urtavano e mi spingevano ulteriormente contro di esse. L'unica che sembrava divertirsi fu proprio Rosi che trovava buffo o quanto meno ironico il mio imprecare contro chiunque osasse spingermi o anche solo sfiorarmi, anche se era una cosa impossibile da evitare.
Quando finalmente uscimmo dall'infernale pullman, benedii l'aria la terra ferma.
"Libertà!"
Ci ritrovammo così in un delizioso paesino dalle case in pietra risalenti probabilmente a qualche buon decennio fa. Le strade erano ornate da lunghe file d'alberi alternati a panchine ed aiuole in fiore, mentre umani di ogni dimensione e forma camminavano indaffarati per le vie, chi solo, chi in gruppo, fermandosi davanti alle vetrine nei negozi o a quelli che scoprii essere "Bar".
<<Allora ...>> iniziò Rosi sistemandosi lo zaino di scuola sulle spalle <<Il centro commerciale è a qualche minuto di cammino da qui, ma vedo che il paese ti piace. Possiamo fare un giro per la zona e vedere cosa troviamo qui, che ne dici?>>. Acconsentii senza esitare. C'era un'atmosfera magica nell'aria e per quanto quel luogo fosse diverso dal mio habitat naturale, riuscì ad incantarmi.
Rosi mi mostrò la piazza principale, sulla quale molti studenti si godevano il tiepido sole di settembre seduti sulle gradinate di quello che mi spiegò essere un vecchio ed antico teatro dell'800.
Poi mi fece visitare i giardini, il cosiddetto "Viale degli innamorati" dove le coppie passeggiavano mano nella mano, per poi fermarci in un piccolo chiosco grazie al quale scoprii lo strabiliante sapore della pizza.
"Come abbiamo potuto vivere senza?!"
Infine la ragazza mi portò nella sua zona preferita, la via del mercato. Lì una lunga strada si mostrò a noi in tutto il suo splendore. Negozi d'ogni tipo: gioiellerie, boutique e sartorie, adornavano la strada con le loro splendenti vetrine, addobbate con piante, fiori e luci. Gli umani vagavano in maniera confusa ed euforica, uscendo da un negozio per poi entrare in un altro, con grandi buste fra le mani e sorrisi di giubilo dipinti in volto, creando così un continuo viavai. Rosi mi prese nuovamente sottobraccio e mi osservò con occhi sognanti e pieni d'allegria <<Che lo shopping abbia inizio!>>
Neanche il più duro e doloroso degli allenamenti mi avrebbero preparata ad una giornata di acquisti in compagnia della piccola umana. Starle dietro era praticamente impossibile. Qualsiasi cosa le capitasse a tiro lei la comprava, dimenticandosi dello scopo primario della missione, ovvero trovare il vestito perfetto per la festa in maschera.
La giovane mi spiegò che ogni anno, da quando la cattedra era stata assegnata al signor Risend Higter che io conoscevo come William Stenton, si teneva una sorta di "raggruppamento" per permettere ai nuovi arrivati di fare conoscenza ed inserirsi al meglio all'interno della scuola. Da ciò che mi disse la ragazza, ci sarebbero stati: musica, balli scatenati, ottimo cibo e nuove amicizie.
Ovviamente la cosa non mi interessò più di tanto, per quanto la mia curiosità mi stesse dicendo di andare alla presunta festa, sapevo che mio padre non me l'avrebbe mai permesso, poiché partecipare alle attività mondane degli umani non era un'usanza tipica del nostro popolo.
<<Pensavo di vestirmi da streghetta, tu che mi dici? Da cosa vorresti vestirti?>> la voce della mia accompagnatrice mi riportò alla realtà, mentre mi porgeva ciò che mi spiegò essere un cono gelato.
Osservai lo strano cibo fra le mie mani, sperando di non far capire all'umana che non avevo la minima idea di cosa potesse essere <<Oh, io non credo che verrò ...>> quando la vidi leccare la fredda sostanza la imitai e ... Luna mia! Assieme alla pizza era la cosa più buona che avessi mai mangiato!
<<Che significa che non verrai?!>> fece questa stupefatta <<Non puoi! Per una nuova arrivata questa festa è ... è ...>> sembrava non riuscire a trovare nemmeno le parole giuste per la follia che avevo appena detto.
Cercai di spiegargli che mio padre non era un tipo che ti lasciava andare alle feste e che non avevo nemmeno un vestito da mettermi, dato che quella della divisa era l'unica gonna presente nel mio guardaroba.
Inutile descrivere la faccia di Rosi a quelle parole, una bestemmia avrebbe fatto meno effetto <<Ah no! No! No! Questo non posso accettarlo!>> esclamò indignata, afferrandomi per la mano trascinandomi chissà dove per la via.
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La ragazza Lupo [in revisione]
WerewolfChe lupi e vampiri si siano da sempre odiati non è un mistero per i mortali. Che le loro razze, tanto diverse quanto uguali, si siano fatte la guerra è noto perfino agli eremiti. I lupi sono figli della luna, della terra, e rispettosi del grande ci...