- Bene, per oggi abbiamo finito. - disse con un sorriso il dottore, togliendosi i guanti in lattice. Leyra cercò di alzarsi, ma venne fermata. - Potresti avere delle vertigini, forse è meglio che ti stendi.
Annuì, sdraiandosi poco dopo come stato consigliato.
- Vado a prenderti qualcosa di zuccherato, aspettami qui. - ordinò, uscendo quando la vide annuire.
Cominciò a fissare il soffitto, vedendolo girare leggermente. Non aveva mai fatto un prelievo così pesante. Inclinò il capo, cercando di capire quante sacche fossero state riempite per gli ultimi esami, o almeno è quello che Kate le aveva detto. Gli ultimi esami e poi avrebbe cominciato a governare un Avatar. Con fatica cercò di tenere gli occhi aperti per aspettare il dottore, ma la pesantezza delle sue palpebre ebbe il sopravvento, facendola addormentare.
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- Attenta che ti prendo! - l'uomo correva dietro alla bambina per tutta la casa. La biondina rideva dolcemente e con lei il genitore che, appena l'acciuffava, la prendeva in braccio mettendola a testa in giù per farle le pernacchie sulla pancia.
- Papà hai vinto! Hai vintooo! - esclamava ridendo, cercando di liberarsi da quella presa. Il mondo era a testa in giù e tutto sembrava prendere una forma diversa: gli orologi correvano in senso antiorario, le tende fluttuavano davanti alle finestre e i fiori superavano la forza di gravità, rimanendo dritti dentro i vasi. L'uomo la raddrizzò, tenendola ancorata a sé grazie ad un caloroso abbraccio che venne ricambiato immediatamente. Si guardarono poco dopo e il padre le diede dei dolci baci sulle guance morbide mentre non la smetteva di ridere.
- Ho vinto di nuovo, Lily. - rise.
Gonfiò le guance. - Uffa, non mi fai mai vincere!
- Al mondo non si può sempre vincere tesoro.
- Ma io non vinco mai! - continuò a ribattere.
Rise ancora, camminando per il salotto fino ad arrivare alle scale, cominciando a salire. - Va bene, va bene. Ti farò comunque vedere il premio che ti avevo promesso. - sorrise.
Leyra esclamò contenta, alzando le piccole braccia al cielo. Si aggrappò al suo papà subito dopo fino a quando non raggiunsero la camera matrimoniale. L'uomo mise seduta a bordo del letto la bambina e aprì la cabina armadio.
- Cosa stai facendo? - domandò inclinando un poco il capo, confusa.
- Che cosa vedi? - domandò senza rispondere alla domanda precedente. Indicò i vestiti e aspettò.
- Mmmh - pensò intensamente mentre assottigliava gli occhi per vedere meglio. - Vestiti?
- Non solo.
- Scarpe?
Rise. - Guarda oltre le apparenze, tesoro. - sorrise avvicinandosi.
Controllò ancora, ma sospirò poco dopo. - Papà... io proprio non capisco- ah! - Emise un urlo quando si ritrovò di nuovo a testa in giù, tenuta solo dalle caviglie. - Papà! Mettimi giù!