VIII

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Un'ora. Mancava un'ora a quel cambiamento radicale. Era ancora in spogliatoio a cambiarsi: doveva abbandonare i suoi vestiti per indossare una tuta monocolore. Strinse il nodo dei pantaloni ed infilò la maglietta, controllando che l'etichetta fosse dalla parte corretta. Aveva la testa piena di pensieri, tanto  da dimenticarsi perfino come si indossava un indumento. Sobbalzò quando sentì bussare. - Chi è? - domandò cercando di non far sentire il tremolio della sua voce. 

- Di la è tutto pronto, quando vuoi possiamo cominciare. - rispose Kate dall'altro lato della porta. 

- Arrivo subito. - annunciò sciogliendosi i capelli, uscendo poi dalla stanza. Con le gambe che tremavano e lo stomaco sotto sopra, raggiunse l'amica in un'altra piccola sala. Si sedette sul lettino quando le venne fatto un cenno. - Devi castigarmi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?

- Niente di tutto ciò, stranamente. - rispose la donna in un sorriso, avvicinandosi per poi controllare che le cervicali non le facessero male e che le tonsille non fossero ingrossate. Era da due settimane che non sorrideva e Leyra ipotizzò che lo stesse facendo solo in quel momento per trattenere le lacrime e la preoccupazione. - Devi sapere delle cose.

La minore girò gli occhi al cielo in una risatina. - Oh no, ti prego. Almeno lo spiegone risparmiamelo. - rise ancora, alzando la testa verso l'alto quando le puntò una luce sugli occhi, controllando il riflesso delle pupille. 

- Smettila, sto parlando seriamente. - rispose cercando di sembrare convincente, finendo solo col sorridere insieme a lei. Annotò i risultati di quella veloce visita sulla sua cartella clinica per poi guardarla e sospirare. Leyra le fece appoggiare i fogli che aveva in mano e intrecciò le loro dita. 

- Andrà tutto bene Kate. - sussurrò dolcemente, accarezzando il dorso secco delle sue mani con i pollici.

Abbassò lo sguardo su quel contatto tenero. - Una cosa che odio del mio lavoro è non avere mai la certezza di nulla. - ammise, cercando di non farle notare i suoi occhi lucidi. - Ma di questo ne sei già cosciente. - ridacchiò tirandosi su gli occhiali, prendendo poi un respiro profondo. Sciolse i legami tra le loro mani e le prese il viso in una dolce morsa; le accarezzò le guance, osservandola attentamente e in silenzio, come volesse imprimere nella sua memoria quelle fisionomie per far si che non se le dimenticasse. - E odio essere a conoscenza dei rischi che potrebbero accadere.

- Lo so che hai paura, e anche io ne ho. - cercò di rincuorarla, prendendole i polsi nelle mani, accoccolandosi con le guance a quelle carezze. - Ma se questo è davvero il mio destino, tanto vale provare no? - domandò in un sussurro, sapendo quanto non fosse d'accordo con il suo pensiero.

- Stai rischiando la vita.

- Lo so. - sospirò. - Ma l'avrei fatto ugualmente, anche se non me lo avesse imposto lui così di punto in bianco. Io volevo e voglio governare un Avatar, e lo sai meglio di chiunque altro. 

Annuì, consapevole che nonostante le circostanze non andassero bene a nessuna delle due, il suo sogno lo stava realizzando comunque. Da quando era morta sua sorella non aveva più visto determinazione e voglia di fare nella sua esile persona. Ogni giorno sperava che Leyra trovasse qualcosa che la appassionasse così tanto da permetterle di vivere di nuovo come meritava; ma adesso che l'aveva finalmente trovato, non voleva seguisse quella strada. 

La mora si alzò, abbracciando stretta la dottoressa al proprio petto prima di essere richiamata nella sala principale. Uscirono dall'infermeria, dirigendosi verso la sala dei link. L'ultima volta che Leyra ci aveva messo piede era per vedere la sorella entrare in un Avatar. Non credeva sarebbe successo anche a lei. Ad attenderla ci furono le quattro guardie di Quaritch e il colonnello stesso, circondato da vari medici. Non lo degnò della minima attenzione quando gli passò davanti per raggiungere quella che sembrava una bara di metallo. Quando ella si aprì, il mondo sembrò fermarsi di punto in bianco. Stava accadendo davvero? Cosa sarebbe successo se il collegamento non fosse bastato per farla passare? Sarebbe morta? O sarebbe solo scomparsa in qualche angolo dell'iperuranio? 

oel ngati kameieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora