Atterrò stranamente in piedi quando scese dall'albero. Alzò gli occhi, notando come il cielo stesse prendendo le prime sfumature rosate, segnando l'arrivo imminente della notte.
Maledizione.
Pensò prendendo alla cieca il primo bastone che trovò, cominciando ad intagliarne la punta per creare una sottospecie di lancia. Sistemò accuratamente il coltellino nella tasca degli shorts e prese a camminare, sentendo rumori poco rassicuranti provenire da ogni dove.
Non c'è una base da nessuna parte qui intorno?
Stare all'aperto stava cominciando a non appassionarla più. Pandora era famosa per aver inghiottito vari esploratori tra le braccia della notte, impedendo loro di fare ritorno il giorno successivo. Aveva studiato, compreso a distanza e al sicuro cosa potesse succedere a qualcuno disperso. Maledì mentalmente il colonnello Quaritch, girandosi successivamente di spalle, guardando attentamente tra le fronde degli alberi e le felci che niente o nessuno la stesse seguendo. Purtroppo era a conoscenza che da lì a poco qualche animale avrebbe fiutato il profumo del suo sangue. Come previsto, la notte scese velocemente, e Leyra dovette sacrificare il proprio cappotto per creare una sottospecie di lancia-torcia con cui difendersi e vedere. Non aveva smesso di camminare da quando era scesa dall'albero. Aveva paura che qualsiasi luogo fosse stato usufruito per riposare, sarebbe diventato automaticamente il capolinea. Era stanca, però, a dir poco stremata. Voleva fermarsi qualche secondo, almeno per cercare una pozza d'acqua, ma il proprio cervello non ne voleva sapere, rendendola simile ad uno zombie in cerca di cibo.
Le proprie orecchie si rizzarono, facendola girare bruscamente dalla parte opposta il suo cammino. Assottigliò gli occhi, allungando il bastone per permettere al fuoco di illuminare una zona precisa. Quando notò la presenza di vari occhi, le si gelò il sangue nelle vene. Rumori di zampe veloci e fronde che venivano spostate cominciarono a farle muovere le orecchie da ogni parte, impedendole così di concentrarsi su un unico obbiettivo. - Oh no... - sussurrò, cominciando a correre. Allungò la mano in avanti, cercando di impedire alle grandi foglie di schiaffeggiarle il viso mentre scappava. Non doveva permettersi di rallentare per nessun motivo al mondo. Versi animaleschi simili a risa cominciarono ad echeggiare per la foresta, facendole venire i brividi mentre le proprie gambe si muovevano rapide. Grugniti ai lati del suo corpo si avvicinarono, facendole muovere la coda in un modo che le creò disagio. Frenò di colpo, osservando come due esemplari di Nantang si scontrarono a mezz'aria. Leyra li esaminò velocemente, notando i lunghi denti essere dello stesso colore della pelle. Avevano sei zampe e ognuna di esse possedeva artigli affilati come rasoi. Cambiò traiettoria, schivando un attacco, riprendendo a correre non appena ne ebbe la possibilità. Girò solo il capo per vedere se avesse seminato il branco, trovandosi in mezzo ad una traiettoria d'attacco. Degli artigli le si conficcarono sulla schiena, facendola urlare mentre cadeva a terra. Rotolò su se stessa, schiacciando il Nantang sotto il suo peso. Riprese il bastone e cominciò a muoverlo tutt'intorno a lei, creando così una sottospecie di protezione. Notò come non si azzardassero ad avvicinarsi uno alla volta, ma come la stessero circondando piano piano, avanzando inesorabili come uno tsunami. Le gambe di Leyra non riuscivano più a reggerla. Stava perdendo troppo sangue. Le articolazioni cedettero, facendola cadere in ginocchio sull'erba, fino a quando non ci si sedette sopra. Strisciò fino alla base di un albero, tenendo con mani tremanti la lancia dinnanzi a lei. - S-state... lontani... - sussurrò, sentendo le proprie orecchie abbassarsi. Soffiò, cercando di incutere timore a quei canidi simili a iene. Fallì miseramente quando uno di loro le rispose, ringhiandole contro per poi ridacchiare.
Mi sfottono pure.
Se la situazione fosse stata diversa, avrebbe riso a quel suo stesso pensiero. Continuò a muovere il bastone fino a quando un esemplare non decise di azzannare il capo opposto a quello che stesse tenendo. Leyra mise più forza nella presa, dando tutto il peso alla schiena per tirare un forte calcio al muso del Nantang, facendolo correre in mezzo al branco con la coda tra le zampe. Soffiò ancora, mostrando i canini affilati mentre si rimetteva in ginocchio, cercando di alzarsi. Passò in modo circolare il bastone intorno al proprio corpo, notando migliaia di occhi fissarla. Ingoiò la saliva, sentendo ogni briciolo di speranza essere risucchiata via. Erano troppi. Non sarebbe riuscita a scappare nemmeno volendo. La ferita al fianco molto probabilmente era infetta e gli squarci che aveva sulla schiena stavano perdendo sangue come fossero cascate. Le forze venivano meno ogni secondo che passasse, rendendola debole e facilmente attaccabile. Un capogiro le fece perdere forza alle mani, permettendo ad un altro Nantang di prenderle la lancia, separandolo da lei, buttandolo lontano. Leyra ricadde all'indietro, appoggiandosi malamente al tronco dell'albero. A fatica prese il coltellino svizzero che aveva posto in una tasca degli shorts, lo aprì e lo puntò contro il branco che continuava ad avanzare. Notò come la propria mano tremasse per poi sentire altre risatine provenire dagli animali. Non aveva scampo. Un altro giramento di testa le offuscò la vista, rendendole impossibile riconoscere quanti nemici avesse intorno. Abbassò il coltellino a causa del tremolio, sentendo il proprio respiro divenire sempre più corto, affannoso e faticoso. - Facciamola f-inita... - sussurrò stremata, aspettando con il cuore che le martellava in gola che un Nantang la azzannasse.
