XV

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- Sono pronta. - esclamò sdraiandosi dentro il link. Si abbassò sul petto gli esoscheletri con le ventose e i fili luminosi per poi aggrapparsi alla maniglia del tettuccio. Stava per tirare quando una mano posta vicino alla propria fermò il suo movimento. Girò il capo, vedendo spuntare lo sguardo di Zayden. Leyra lo trovò strano, non era solito passare a salutare in momenti come quelli.

- Zay, dovrei andare. - intervenne poco dopo, visto che il ragazzo la fissava senza proferire parola.

- Sei sicura? - domandò successivamente, stringendo la presa sul tettuccio, come se volesse romperlo.

La minore aggrottò le sopracciglia. - Che intendi?

- Ogni volta che vai lì, dopo torni che sei... - abbassò lo sguardo.

- Sono? - insistette.

- Diversa. - finì la frase con decisione, rialzando gli occhi per ricominciare a guardarla.

Leyra cercò di leggergli le pupille, trovando al proprio interno punte di tristezza e menzogna. Quelle sensazioni erano del tutto sfasate; non c'era un filo conduttore che riuscisse ad unirle. Perché si stava comportando in quel modo? Quell'atteggiamento non era da lui.

- Sono sempre io, la solita Leyra. - disse con un tono delicato, cercando di farlo rilassare. - Non hai nulla di cui preoccuparti Zay, sto bene. - gli sorrise leggermente, stringendogli affettuosamente il braccio con l'altra mano. - Ora però devo proprio andare, sono in ritardo. - aggiunse staccandosi da lui, chiudendo il link subito dopo averlo visto andare via.

Rimase a fissare la telecamera posta sopra al suo viso. Strinse i pugni per poi rilassare i muscoli. Chiuse gli occhi e prese a respirare tranquillamente, faticando a passare dall'altra parte a causa degli innumerevoli pensieri che le fluttuavano in testa.










***











- Leyra.

Una voce la chiamò, facendola sussultare leggermente. Si guardò intorno, quasi spaesata. Non si era nemmeno resa conto di come i suoi pensieri l'avessero bloccata. Riprese a guardare quello che stava facendo, notando come le proprie mani avessero continuato a muoversi, rovinando tutto il lavoro. Le sue orecchie si abbassarono quando emise un soffio lamentoso.

- Che cos'hai? - domandò la giovane, seduta dinnanzi a lei.

Guardò per un secondo la Na'vi, sciogliendo i nodi che aveva sbagliato, ricominciando. Era più difficile del previsto crearsi le proprie protezioni. In quel momento stava intrecciando dei fili marroni per  il parabraccio. - Nulla. - rispose solamente, non accorgendosi di avere ancora le orecchie basse.


- Il tuo corpo dice il contrario.

Sbuffò, chiudendo gli occhi per pensare a come rispondere. Neytiri riusciva a leggerla anche fin troppo bene nonostante si conoscessero poco. Dopo che Mo'at le aveva ordinato di controllarla, la figlia sembrava abbastanza rabbiosa al riguardo. Leyra però aveva visto una punta di curiosità nel suo comportamento, nonostante fosse illeggibile e spesso autorevole.

- Ho tanti pensieri, nulla di che. - cercò di rispondere il più sinceramente possibile, riprendendo ad intrecciare i fili.

La ragazza stette in silenzio, ma si avvicinò per controllare il suo lavoro. - Qui è sbagliato. - disse con voce tenue, indicando un intreccio storto. - Vedi?

oel ngati kameieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora