XVIII

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Viaggiare dentro alle sue memorie l'aveva scossa, e non poco. Stava scendendo le scale per andare a cercare Jake e Neytiri, ma il proprio corpo si muoveva da solo. Aveva la testa completamente tra le nuvole. Ripensava a quello che fosse successo, a cosa Mo'at le avesse riferito e che eventi si fossero palesati.

Perché proprio quelli più strazianti? Cosa voleva conoscere Eywa?

Pensieri intrusivi la fecero andare addosso a qualcuno. Vari e veloci rumori le stapparono le orecchie, facendola tornare in sé. Vide un cesto cadere per terra, sparpagliando tutt'attorno vari frutti. Erano rotondi e la buccia era di un bellissimo color violetto.

- Eltu si!
T: - Fa attenzione!
Esclamò una ragazza, girandosi a guardarla. La coda si muoveva repentina, visibilmente infastidita.

- Ngaytxoa.
T: - Scusami.
Rispose guardando in basso, accucciandosi per aiutarla a sistemare il raccolto. Le si abbassarono le orecchie.

- Nìwotx faysawtute lu teng.
T: - La Gente del cielo è tutta uguale.
Si lamentò ancora la giovane, quasi soffiandole contro. Le strappò dalle mani il cesto che aveva raccolto e riempito, rimettendolo di nuovo a penzoloni sulla schiena.

Leyra abbassò gli occhi, sospirando amareggiata. Qualsiasi cosa facesse andava in malora. Voleva difendersi, rispondere o dire qualcosa, ma l'unica cosa che riusciva a fare era stare ferma a pensare, pensare a così tante cose che non sapeva nemmeno come comportarsi: doveva essere la Leyra umana o la Leyra Avatar?

- Ninat, fpak po.
T: - Ninat, smettila.
Intervenne una voce familiare.

Girò il capo insieme alle orecchie, vedendo la principessa avvicinarsi fino ad affiancarla. Si scambiarono un veloce sguardo, vedendola poi torreggiare sull'altra Na'vi.

- Pelun?
T: - Perché?

- Po lu fte ta tsahìk.
T: - È un ordine della tsahìk.

Ninat strinse le meningi mentre la coda frustava l'aria. Era sempre più irritata.
- Poe lu ke pxel ayoeti.
T: - Lei non è come noi.

- Ninat.
T: - Ninat.
La avvertì Neytiri con un gesto lieve del capo.

- Poe kawkrr lu 'awpo yä ayoeti te.
T: - Lei non sarà mai una di noi.

Neytiri avanzò, soffiando tra i denti. Abbassò le orecchie, continuando a torreggiare su di lei. Ninat sbuffò, guardò di soppiatto Leyra per poi girare i tacchi, andandosene con la coda alta. La giovane si girò, fissandola attentamente.

- Irayo.
T: - Grazie.
Disse Leyra, sospirando anch'essa.

Fece un cenno con il capo, avvicinandosi per toccarle la spalla. - Stai meglio? - domandò, guardando i suoi occhi.

Rimase sbalordita da quella vicinanza. Neytiri l'aveva sempre vista come una straniera, a malapena la guardava, figurarsi toccarla. Quel momento significava molto. Sorrise leggermente, facendo tornare le sue orecchie ad essere dritte. Annuì, nonostante sentisse un continuo peso sul petto.

- Oggi, ti insegno io. - le riferì, cominciando a camminare.

La seguì, recuperando quei pochi passi di distanza con una leggera corsetta. - Ancora... tiro con l'arco? - domandò tesa.

- No. - rispose, mostrandole come non avesse indosso le protezioni. - Oggi devi correre.

Aggrottò le sopracciglia. - Eh?

Neytiri fece un leggero sorriso, cominciando a correre dentro alla foresta, incitandola a seguirla più di una volta. Leyra ridacchiò tra le labbra, guardò Alberocasa per poi seguirla, cercando di non perderla di vista.









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