- Kate calmati, ti prego. - la supplicò cercando di fermarla, visto che continuava a camminare avanti e indietro da almeno venti minuti. Quel movimento stava cominciando a farle girare la testa.
- Come posso calmarmi? - disse esasperata. Si passò velocemente le dita sugli occhi, grattandoli furiosamente, rischiando di sbavare il trucco.
- Perché non starò qui un minuto di più se continui a fare avanti e indietro come fossi un disco rotto. Stai cominciando a mettere ansia anche a me, come se non ne avessi già abbastanza. - la rimproverò.
- Perché proprio te maledizione. - quasi imprecò, rompendo quella sensazione di tensione.
- Non ti sembra ovvio il motivo?
La guardò. - E quale sarebbe?
Sbuffò. - Non gli vado a genio, Kate. Non gli sono mai andata a genio, soprattutto da quando ha scoperto che sono la secondo genita dei Parker. - spiegò, torturandosi le dita delle mani. - Tutto questo è molto strano e puzza di marcio.
- Cosa sarebbe strano. - la spronò a continuare, rimettendosi gli occhiali.
- Sono morti prima i miei genitori, e adesso mia sorella. - sospirò profondamente, massaggiandosi le tempie. - È come se qualcuno volesse eliminarci tutti.
- Per quale ragione dovrebbero farlo? Non ha senso. - la interruppe la dottoressa. - Non mi risulta tu abbia nemici qui dentro.
- Hai dimenticato il colonnello.
- Non è tuo nemico.
- Nemmeno mio amico, però. - la fissò. - E questo basta e avanza secondo il mio punto di vista.
- Ci sono ancora troppe cose nascoste nell'ombra, non puoi incolpare qualcuno con delle prove che non hai.
- Prove che non ho? - domandò esasperata, alzandosi dal divanetto. - Sono morti i miei genitori in uno strano incidente ed è stato proprio lui a raccontare le dinamiche. Adesso è morta anche mia sorella, sempre a causa di un incidente accaduto per caso? Non ti sembra un po' sospetto? - spiegò con affanno, sentendo il petto bruciarle come fosse sott'acqua senza ossigeno da troppo tempo. - Farmi uscire lì fuori sembra il pretesto perfetto per uccidermi.
- Sarai scortata, non ti accadrà nulla di male.
- La foresta sembra più sicura di qualsiasi persona mi accompagnerà. - sibilò in uno sbuffo, rassegnata che riuscisse a capire cosa stesse provando. Nella sua testa quei collegamenti avevano un senso logico, ma appena pronunciava un'idea, tutta quella sicurezza sembrava sciogliersi sulla lingua.
- Quando uscirai? - domandò Kate, avvicinandosi piano per appoggiarle le mani sulle spalle.
- Appena dopo pranzo. - sospirò in risposta.
- E sei pronta?
- Ho la faccia di una che è pronta? - domandò facendo una risata stressata poco dopo. - Ero così felice di uscire prima, ma ora... - sospirò, chiudendo gli occhi.
Kate l'abbracciò forte, sperando di confortarla almeno un poco. - Se solo potessi verrei con te, lo sai questo? - chiese con tono dolce, quasi materno.
Leyra annuì, stringendola di rimando. Indurì la presa sulla sua figura, timorosa di punto in bianco che quello potesse essere il loro ultimo abbraccio.
⠀⠀⠀
⠀⠀⠀***
⠀⠀⠀
⠀⠀⠀
La minore aprì gli occhi, stropicciandoli con le mani chiuse a pugno. Ogni volta che si svegliava nella'Avatar delle fitte alla testa la sormontavano, costringendola a restare immobile per qualche minuto.
