XII

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Neytiri aveva continuato a fissarla mentre cercava di mettersi in piedi. Non credeva fosse così difficile. La pelle che si stava rimarginando era ancora fresca e creava dolore ogni qual volta si muoveva. Quando trovò l'equilibrio, fece qualche passo barcollando. Seguì la Na'vi giù da una sottospecie di scala naturale che il grosso tronco dell'albero aveva creato. Si aggrappò alla corteccia quando rischiò di cadere ma non si lamentò, troppo intimorita da cosa sarebbe successo da lì a poco. Quando finalmente toccarono di nuovo il suolo, sospirò, stando dietro a Neytiri quando si infilò in mezzo alla folla di indigeni, dividendola in due parti. Passò anche lei, sentendosi toccare le spalle e le braccia da mani veloci e rapide, come se si scottassero solo sfiorandola. Abbassò il capo fino a quando la giovane non si fermò davanti a un uomo dall'abbigliamento bizzarro e piumoso.

- Ma sempul, oel ngati kameie.
T: - Padre, io ti vedo.
Disse Neytiri, portandosi due dita alla fronte, allungandole verso il destinatario.

Lui rispose con un semplice cenno del capo, camminando in cerchio attorno alla straniera. Leyra decise di sostenere il suo sguardo mentre si stringeva nella maglietta che aveva indosso, nonostante fosse mezza rovinata e tagliata, sporca di sangue in alcuni punti. Non era di certo l'abbigliamento perfetto per mostrarsi agli occhi del capo clan.

- Fìswiräti, ngal pelun molunge fìtseng?
T: - Questa creatura, perché l'hai portata qui?
Domandò, fissando la figlia negli occhi.

Guardò Leyra per un secondo, portandosi una mano sul petto.
- Po kefya oeti.
T: - Non sono stata io.
Rispose, abbassando lo sguardo per poi cercare il responsabile tra la folla.
- Slä Jake.
T: - Ma Jake.

Leyra ebbe un colpo al cuore. Era tutto maledettamente familiare. Chiuse per qualche secondo gli occhi, cercando di frugare nella memoria per trovare dove avesse già sentito quel nome esser pronunciato. Aveva ricordi sbiaditi che in quel momento non riusciva a collegare con nessun altro. Eppure le stava sfuggendo qualcosa, qualcosa di importante. Sospirò, aprendo gli occhi poco dopo, notando provenire dalla folla un Na'vi alto, con le spalle larghe e la vita sottile. Il viso aveva fisionomie decise e ben delineate e il tutto era ornato con due treccine più lunghe a destra rispetto alla singola più corta a sinistra; tutte le altre erano tirate indietro. Al collo anche lui portava una collana di perle, ma era diversa rispetto a quella che indossava Neytiri: era composta da due fasci, ognuno ornato con diverse perle di legno colorato. A proteggergli lo stomaco c'era una sorta di bustino fatto con il cuoio e probabilmente qualche filamento di pianta elastica e resistente. Infine, proprio come tutti gli altri, aveva ai fianchi legato un panno verdognolo che lo andava a coprire. Era legato anche dietro, sulla base della coda, forse per impedirgli di scivolare via. Ai lati del suo vestiario c'erano anche due catenelle di perline gialle che gli penzolavano insieme al tessuto, ornando e dando un po' più di colore. Lo vide avvicinarsi al capo, facendo anche lui lo stesso gesto che aveva precedentemente visto fare a Neytiri.

- Ngal pelun molunge fìtseng?
T: - Perché l'hai portata qui?
Domandò di nuovo, guardandolo severo.

- Poe kin srung.
T: - Aveva bisogno d'aiuto.
Rispose, sostenendo il suo sguardo.

- Poltxe oe, san zene kea uniltìranyu, ke ziva'u fìtseng.
T: - Avevo detto che nessun Cammina nei Sogni sarebbe potuto venire qui.
Annunciò alzando i toni della voce.

"Cammina nei sogni?" Che appellativo è? E poi, non dovrei essere la prima a presentarmi qui? Negli appunti di mamma c'era scritto che nessuno era mai riuscito ad avvicinarsi tanto ad un popolo.

Pensò la ragazza, continuando ad osservare la scena, cercando di fare appello ad ogni forza possibile per non intromettersi. Avrebbe solo che peggiorato la situazione. Ascoltò le parole di Jake, continuando a guardarlo mentre affrontava il padre di Neytiri con sicurezza e testardaggine. Era stato lui a salvarla?

oel ngati kameieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora