XVII

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- Pronta. - disse stendendosi dentro il link, prendendo respiri profondi. Aveva il cuore in gola. Tornare ad essere un Avatar dopo il disastro che aveva fatto con l'arco le metteva ansia. Come avrebbero reagito gli Omaticaya? Chiuse gli occhi, aspettando che il tettuccio si chiudesse. Sentì il macchinario accendersi, cominciando a fare rumore. Aspettò, impaziente di addormentarsi in quella realtà per svegliarsi in un'altra dimensione. Tutto quello che percepì, però, era che una presenza si era avvicinata molto velocemente, facendo smettere di girare il macchinario che aveva alle spalle. Aprì gli occhi, pronta ad imprecare a chiunque fosse lì, ma non appena vide Kate, si morse la lingua. Spostò lo sguardo, vedendo la sua mano sopra al bottone di spegnimento. Perché lo aveva premuto? - Kate, tutto bene? - chiese, preoccupandosi, vedendola estremamente tesa.

- Come ti senti?

Tra tutte le domande che potesse farle, quella era l'unica che non si aspettava. Si mise a sedere, incrociando le gambe. - Bene, perché?

- Summer mi ha detto che hai avuto vari dolori ultimamente. - le riferì. - Volevo essere sicura che stessi bene.

- Beh, sto bene, non vedi? - le sorrise, cercando un feedback da parte sua. L'unica cosa che le arrivò fu solo un mezzo sorriso forzato. - Sei strana. - smorzò la sua leggera allegria, guardandola negli occhi. - Non è che sei tu quella che non sta bene?

Negò. - Sono solo stanca, sai, tante cose a cui pensare. - sussurrò, cercando di mandare giù quel nodo alla gola.

- Devo preoccuparmi? - le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla.

Kate gliela prese, stringendola affettuosamente, negando ancora. - No, tranquilla. Hai già troppe cose per la testa. - soffiò, contornandolo con un leggero sorriso.

- Sai che puoi parlarmi quando ne hai bisogno, vero?

- Lo so, lo so. - annuì dicendolo. - Hai fretta? - chiese poi di punto in bianco, guardandola negli occhi.

Leyra fece una smorfia. Quella sensazione di panico si stava espandendo, ma non voleva troncare in quel modo quella conversazione. Era da un bel po' di tempo che non parlavano apertamente. Quelle poche volte che cercava Kate per i corridoi, qualcuno le diceva di lasciarla riposare, visto che era molto stanca. - Dovrei aggiustare delle cose con gli Omaticaya, ma possono aspettare. - ridacchiò.

- Che hai combinato adesso? - si allarmò.

- Ho avuto qualche problema alla lezione di arco. - ammise, sapendo come non dovesse nasconderle nulla. - Ero sovrappensiero - prese un grosso respiro - e ho scoccato per sbaglio una freccia. - abbassò il capo.

- Oh Leyra... - le baciò maternamente la testa, accarezzandole i capelli.

- Non ho ferito o ucciso nessuno, ma... - strizzò le palpebre - il modo in cui mi hanno guardata, mi ha ferito in un modo che non riesco a spiegare. - ammise, riaprendo gli occhi, sentendo il naso pizzicare.

- È successo qualcos'altro?

Si fermò a pensare, cercando di capire se fosse una buona idea dirle che cosa avesse scoperto. Negò. - Sono solo scappata con la coda tra le gambe. - ridacchiò, smorzando la tensione. - Comunque - cambiò argomento - mi hai trattenuta per un motivo, ma non hai ancora detto niente.

Kate stette in silenzio. Prese profondi respiri, cercando di calmare sia il suo cuore che le caotiche idee che aveva  dentro alla testa. - Non è nulla di importante. - sussurrò poi, vedendola fare una smorfia con il naso.

- Sei sicura? Sembrava abbastanza importante.

Negò. - Tranquilla, era una sciocchezza. - le accarezzò i capelli dolcemente. - Te la dirò quando tornerai. - le sorrise. - Ora devi andare, la vita nel villaggio comincia presto. - la spronò, schiacciando qualche bottone sul tablet, accendendo di nuovo il macchinario.

oel ngati kameieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora