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Aprii gli occhi al rumore della sveglia. In quella mafia non c'era tempo per dormire, neanche la domenica. A me sarebbe piaciuta una mafia in cui ognuno vive a casa propria e interviene se necessario. Mi misi seduta e guardai Jeongyeon che dormiva ancora abbracciandomi la vita. Era come se non volesse che mi allontanassi da lei. So che ha sofferto tanto l'abbandono di entrambi i genitori biologici e adottivi e mi dispiace. Spero che nulla ci separerà perché non so come potrebbe prenderla. Ammetto che non so neanch'io come potrei prenderla. Anch'io non ho parole per quello che ha fatto mio padre. Vendere sua figlia? E se mi avessero mentito? Ma Jeongyeon lo farebbe? Me lo direbbe...

-Jeong...- La scossi con calma. -Sono le sette.

-Dammi cinque minuti.

-Ma... Capodecina Yoo... Non è lei a dire che dobbiamo svegliarci presto?

-Soldato Im... Prendi tu il comando della decina oggi.

-Immagina che potrei combinare...

-Chiama Jihyo. È laureata in medicina.

-Non ti senti bene?

Scosse il capo. Mi alzai immediatamente e non m'importò di stare in pigiama. Uscii dalla camera ed andai a quella di Jihyo, che non era molto distante. Bussai. Jihyo mi aprì con già la divisa addosso.

-Soldato Im.

-Capodecina Park, la capodecina Yoo mi ha chiesto di chiamarla perché non si sente bene.

Jihyo inarcò un sopracciglio. -Perché eravate insieme?

-Beh...

-Le ho detto mille volte di non dormire con te o la mattina non si sveglia.

-No, no! Non è per quello...

Jihyo si chiuse dietro la porta e venne verso la mia camera. Entrai e la feci accomodare.

-Cos'hai, Jeongyeon?

-Mal di testa, mal di stomaco, dolori ovunque... È stato tutto così improvviso.

-Sei una grande capodecina e ti lamenti per questo? Si chiama febbre. Misuratela. Oggi prenderò io il comando della tua decina.- Park mi guardò dalla testa ai piedi. -Tu vestiti e vieni con me.

-Non posso rimanere con Jeongyeon e prendermi cura di lei?

-Ogni soldato è uguale.

-Ma io la starei aiutando. Starei comunque facendo qualcosa di utile.

Park guardò Jeongyeon e poi guardò me. Sospirò. -Rimani. Solo oggi. Domani lavori anche se Jeongyeon sta morendo.

Jihyo uscì dalla mia camera ed io chiusi la porta. Andai verso il kit di pronto soccorso e trovai anche il termometro. Lo diedi a Jeongyeon e aspettammo.

-Sarebbe stato bello essere capodecina per un giorno.

-Non credo. Tu non odi i sequestri e queste cose?

-Ma al momento non stiamo organizzando nulla.

-Noi no ma le decine di Son e Park si stanno muovendo.

-I sequestri sono necessari?

-Solo se hanno debiti con noi. Altrimenti perché sequestrare gente inutile?

-Quindi io sarei inutile?

-Tu non sei stata sequestrata.

Sistemai meglio le coperte su di lei. -Jeongyeon, ho bisogno di sapere una cosa.

-Cosa, bellissima?

Perché mi fai battere tanto il cuore quando mi chiama così? Mi ricomposi mentalmente e feci la vera domanda. -Mio padre mi ha davvero venduta?

-C'è stato un accordo tra tuo padre e il boss. Se non avesse pagato la cifra che doveva al boss, allora il boss ti avrebbe presa. Lui non ha pagato, non preoccupandosi di te...

-Non è vero! A lui importa di me!- Alzai il tono della voce. -Probabilmente mi sta anche cercando. Non aveva i soldi...

-Nayeon! È ricco! Anche tu lo sei!

-Lo so ma... Avrà avuto le sue ragioni. Mi verrà a prendere.

-Ha preferito i suoi soldi a te.

-Non è vero.

Si tolse il termometro e lo guardò. -Trentotto e due.

-Riposa.

Le diedi un bacio sulla fronte.

-Stenditi vicino a me.

-Così prendo anch'io la febbre?- Ridacchiai.

Mi stesi accanto a lei e chiusi gli occhi completamente assorbita dal tepore del suo corpo.

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Sana

Tzuyu mi aveva detto che aveva un annuncio da fare ai capodecina. Vidi Park e Son ma non c'era traccia di Yoo.

-Capodecina Son, tu sei l'ultima arrivata e l'unica a non sapere di Myoui.

-L'ho saputo, boss Chou.

-Bene. È proprio di lei che voglio parlarvi. La nostra infiltrata è riuscita a mettersi in contatto con me. Boss Myoui sta cercando una ragazza. Im si sta facendo aiutare da lui.

-Il padre dell'ostaggio Im?- domandò Jihyo.

-Esattamente, Jihyo.

-Perché si è unito alla mafia Myoui?- domandai io ignorante sull'argomento.

-Perché Im vuole sua figlia indietro ma sa che non la riavrà se non pagherà.

-Forse non ha i soldi. Non è crudele?

Vidi gli sguardi perplessi di Park e Son su di me.

-Sana, il signor Im ha molti soldi. È stata una sua scelta quella di non darci ciò che ci spetta.

-E non credo che Im rinuncerebbe a Yoo.- intervenne Park.

Quindi è una cosa seria tra quelle due...

-Parlando di Yoo... Se posso... Dov'è?

-Non si è sentita bene.- disse Park.

-Domani io e Sana verremo a trovarvi. Fate trovare in buone condizioni gli ostaggi, Kim e Im.

-Sì, boss Chou.- rispose Son.

-Parlando di boss Myoui... Voglio che mandiate un ammonimento. Capiche?- Roteai gli occhi. Odio quando fa la mafiosa. Non che di solito sia gentile ma quando parla in questo modo non la sopporto. -Son, come si sta comportando Kim?

-Bene, boss Chou. Andiamo molto d'accordo.

-Perfetto. Avete qualcosa da riportare?

-Vorrei parlare di Yoo ed Im. Cosa faremo se il capodecina Yoo dovesse decidere di andarsene?

Guardai Tzuyu. Lei fece spallucce e un respiro profondo. -Che possiamo fare? Tenerla qui per sempre? Il capodecina Yoo ha fatto molto per noi. È libera di fare ciò che vuole.

-E se dovesse consegnare Im a suo padre?

-Non lo farà. Se Yoo volesse vivere una vita tranquilla cambierebbe paese. Non si metterà mai in contatto con la polizia sapendo che rischia il carcere. E dovrebbe stare attenta anche alla sua fidanzatina perché anche lei è dentro ormai.

Fui sorpresa dalla "bontà" di Tzuyu. Quando si tratta di Yoo la vedo sempre molto coinvolta. Tra le due ci deve essere un bel rapporto di amicizia. Chissà... Magari con chi ama non è tanto male.

Mafia in the morning, sweetheart in the night|2YEON|ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora