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-Cosa...- Cercai di guardare in basso e non potevo credere ai miei occhi. Nei suoi pantaloni vi era una protuberanza. -Tu hai—

-Vuoi provarlo, piccola?- mi disse nuovamente con lussuria.

-Va' via da me, lurida! Che cosa sei!? Un mostro? Non solo sequestri persone e le violenti, sei anche metà uomo e metà donna? Cos'è? Sei una creatura mitologica?

Nei suoi occhi vidi riflessa nuovamente la rabbia. -Bene, vediamo cosa ti farà questo mostro, questa creatura mitologica.

Si abbassò i pantaloni e vidi quella protuberanza essere ancora più evidente. Mi mise una mano alla gola per non farmi muovere, mentre con l'altra sbottonava il mio pantalone. Con un po' di fatica, riuscì ad abbassarmelo e poi fece lo stesso con le mie mutandine, ma più violentemente.

-Lasciami andare.- dissi con un sussurro.

-Ti comporterai da bravo ostaggio?

-Lo farò.- dissi ormai senza più aria nei miei polmoni.

Mi lasciò andare la gola e finalmente tornai a respirare. Si abbassò le mutande e vidi quanto grande fosse. È ermafrodita? Transessuale? Cos'è?

-È vero.- mi disse, notando che lo stavo osservando.

Mantenni la mia promessa e non mi lamentai più. Ci tenevo alla mia vita. Eravamo completamente nude e lei stava giocando con i miei seni non troppo grandi, infatti entravano perfettamente nelle sue mani. Era una sensazione piacevole, ma mi disgustava il fatto che fosse lei a provocarmi quell'eccitazione. Allineò il suo membro alla mia entrata e poi sentii come se il mondo si fosse fermato. Era entrata in un colpo e aveva cominciato ad andare velocemente. Io ero lì, piagnucolando e gemendo, sperando che quella tortura finisse presto. Avevo imparato la lezione: non dovevo lamentarmi così frequentemente. Mentre si divertiva a farmi soffrire, lei urlava per quanto le piacesse. Scaraventò nuovamente le sue labbra sulle mie, mentre sentivo il mio liquido uscire ed avvolgere il suo membro. Sembrava che le piacesse particolarmente, perché me lo dimostrò nell'intensità di quel bacio. Dovevo ammettere che baciava bene. Sentii poi anche il suo liquido essere rilasciato dentro di me. Si allontanò dalle mie labbra e si stese sul letto, accanto a me.

-Hai imparato la lezione, Im?

-Sì, capodecina Yoo.

-Ho tante altre cose che voglio provare con te. Finché non mi dirai dov'è tuo padre, ti farò conoscere le mie fantasie.

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Mi trovavo in camera mia, non completamente pronta per un nuovo giorno. La colazione senza Sana fu molto silenziosa. Tutte noi eravamo scosse, in particolare io. Non guardai in faccia Yoo per tutta la giornata. La sera, quando accompagnò le altre nelle loro stanze, decise di portare me nella sua. Chiuse la porta a chiave e mi guardò attentamente.

-Perché mi stai evitando?- La fissai negli occhi ma non ebbi il coraggio di risponderle. -È colpa tua. Se non mi dirai dov'è tuo padre...- Mi si avvicinò e si mise sulle ginocchia. -...Non mi lasci altra scelta.

-Cosa c'entro io?

-Non c'entri nulla. È così che funzionano queste associazioni.- Avvolse attorno al suo dito una ciocca dei miei capelli. -Tuo padre è uno str*nzo ma ha fatto una bella figlia.- mi sussurrò.

Prese le mia mano e la mise sul suo membro, il quale era già abbastanza duro. È incredibile l'effetto che ho su questa donna. Con la mano tremante decisi di accarezzaglielo e lei chiuse gli occhi, respirando affannosamente.

-Stasera voglio mettertelo dietro.- sussurrò al mio orecchio.

Un brivido percosse la mia schiena. Che vuol dire? Se prima ero terrorizzata, ora sono paralizzata. Mi sollevò e mi buttò sul letto con la pancia contro il materasso. Mi abbassò i pantaloni e le mutandine e poi sentii un dolore anche peggiore di quello di ieri. Il suo grosso membro si trovava interamente nel mio ano.

-Che caz*o fai!? Pervertita!- urlai.

-Sì, lo sono.- disse, mentre entrava ed usciva, torturandomi ancora di più.

-Io ti odio!- urlai con tutta la voce che avevo.

Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance ed io strinsi il lenzuolo sotto di me. Era doloroso e disgustoso allo stesso tempo. Non potevo credere che quello stesse accadendo a me. Non avevo fatto nulla di male nella vita. Perché dovevo pagare per qualcosa che aveva fatto mio padre?

-Non piangere, non serve a nulla. Parla, se vuoi essere lasciata libera.

-Papà, cosa fai con Doyeon?- domandò la bambina, vedendo suo padre seduto con la sua bambola in mano.

-Doyeon è proprio una bella bambola, vero?- Nayeon annuì, mentre suo padre accarezzava i capelli della bambola. -Peccato che appartenga ad una cattiva padrona.

-Mi dispiace di aver rotto il tuo computer.- disse la bambina con le lacrime agli occhi.

-Sai cosa succede a quelli che fanno cattive azioni?- Nayeon scosse il capo. -Nulla. Saranno gli altri a pagare. Per il tuo errore pagherà Doyeon.

-No! Doyeon no!

L'uomo si alzò e gettò la bambola nel camino, sotto gli occhi di Nayeon, la quale aveva solo otto anni. La bambina piangeva mentre la sua bambola preferita bruciava e di lei ne restava solo un ricordo.

-La prossima potresti essere tu, Nayeon. Vieni qui.- disse l'uomo, picchiettando le sue gambe. La piccola andò verso suo padre, il quale la prese in braccio, mentre lei piangeva ancora. -Se ti prenderanno—

-Non voglio allontanarmi da te, papà!- piagnucolò la bambina, stringendosi forte al suo papà.

-Se dovesse succedere, non dovrai mai dire dove sono io. D'accordo?

-Perché ti nascondi, papà?

-Lo capirai quando sarai più grande. Solo non dire mai dove mi trovo. Lo prometti?

Nayeon guardò Doyeon, della quale restava solo la cenere. Non voleva fare la stessa fine della sua bambola. Si girò verso il padre e vide il suo mignolo; lo strinse con il suo mignolino.

-Promesso.

-Coraggio, tr*ia, dimmi dov'è tuo padre!

-Non te lo dirò.- disse Nayeon stringendo i denti, cercando di trattenere le urla per quel dolore infernale.

Jeongyeon la tirò per i capelli e le alzò la testa. -Bene, allora preparati al peggio. Se pensi che questo sia doloroso, devi ancora assaggiare l'Inferno. Più passeranno i giorni, più ti farò soffrire. Abbiamo solo iniziato, Im.

Mafia in the morning, sweetheart in the night|2YEON|ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora