Capitolo 11

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"Così salvami da chi dovrei essere"

-Social Casualty, 5 Seconds Of Summer

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Sono passati due giorni e Mattia da quel giorno a Roma non mi ha più parlato. Non so cosa gli è successo. Non so quali problemi abbia e non so nemmeno se la colpa è mia.

Appena suona la campanella della ricreazione decido di andargli a parlare come avrei dovuto fare una settimana fa. Devo capire cosa succede.

Lo trovo appoggiato alla porta del bar e si sta mangiando un panino.

«Ciao» lo saluto. Alza lo sguardo dal suo panino e mi sorride. «Ciao»

«Come stai?» mi precede nel farmi la domanda. «Bene tu?»

«Bene bene. Vuoi un pezzo di panino?» me lo offre. «No grazie»

«Ho fatto una colazione abbondante» continuo sorridendogli.

«Pomeriggio che fai?» gli domando.

«Devo studiare ma dopo sono libero»

«Oh.. che ne dici se andiamo a vedere un film?» la mia voce è un po' incerta e insicura ma certo di farla sembrare il contrario.

«Insieme?»

«Si, certo»

«Alle 5 va bene?»

«Va benissimo» gli rispondo sorridendogli ampiamente. Sto ricominciando, si.

«Oh, scusa devo andare, Luke mi aspetta per copiarsi matematica» con una scusa scappo il più velocemente possibile. La conversazione doveva finire lì e così è stato. «A dopo!» sento rispondermi.

"Sono pronta, devo essere pronta" mi ripeto nella mente mentre prendo il cellulare, le chiavi e esco di casa.

Mi avvio verso la fermata dell'autobus e mi metto le cuffiette nell'attesa. Mi appoggio al palo giallo della fermata e controllo se il mio trucco è ancora tutto apposto. Ho deciso di vestirmi normale ma con un filo di trucco in più, così, per sembrare più decente.

Mentre sono sull'autobus mi fermo a guardare le persone che ci sono sopra.

C'è una mamma non italiana con il figlio che gioca con un pupazzetto. Tutti e due hanno i capelli di un biondo platino, molto chiaro. Non riesco a vedere i loro occhi, visto che sono seduti davanti a me ma penso ce l'abbiano azzurri.

Ci sono anche dei ragazzi in fondo all'autobus. Sono 4, due ragazzi e due ragazze. Tutti e due i ragazzi sono appiccicati letteralmente a una ragazza mentre l'altra è in piedi davanti a loro, sorridendo flebilmente. Loro parlano molto e solo poche volte coinvolgono la ragazza in piedi.

Dalla parte opposta, nei sedili dietro l'autista c'è una ragazza che legge un libro. Indossa le cuffiette e cerco di sbirciare il nome del libro ma senza risultato. È più grande di me, avrà massimo vent'anni.

Dopo 20 minuti di viaggio, alla mia fermata scendo e devo fare 5 minuti a piedi per raggiungere il cinema. Una volta che entro, vedo che c'è abbastanza gente per essere giovedì pomeriggio. Ci sono ragazzi con pop-corn e coca cola in mano dappertutto.

Fortunatamente vedo Mattia, alla destra dell'entrata e lo raggiungo subito. Indossa dei semplici jeans e una maglietta bianca con sopra una camicia di jeans. Ai piedi porta delle Converse bianche e non nere. I capelli sono tirati su e fanno risaltare ancora di più il suo viso.

«Ciao» lo saluto non appena mi vede. «Eccoti» fa un passo avanti e io mi trattengo dal non farne uno indietro.

«Fatto buon viaggio?» mi domanda.

COLD LOVE 2 || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora