Capitolo 44

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"Se stai attraversando l'inferno, fallo a testa alta"

-Wiston Churchill

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La luce del mattino filtra dalle tende della stanza. Apro gli occhi piano. Sono tra le braccia di Calum che mi stringe nella sua morsa. Abbiamo dormito tutta la notte abbracciati anche se faceva caldo. Non ci è importato.

Mi sento diversa dopo quello che è successo stanotte. Da una parte non riesco a crederci. Fino a due mesi fa, ero a pezzi, mentre ora, ho fatto per la prima volta l'amore con Calum. Non lo avrei mai immaginato. Non mi è mai passato per la mente questa possibilità, nemmeno prima che se ne andasse, ma ieri sera, ho sentito qualcosa partirmi dallo stomaco fino alla testa. Ho sentito di volerlo veramente. Volevo sentirmi viva insieme a lui, e credo che abbiamo fatto la scelta migliore.

Cercando di non farlo svegliare, mi libero dalla sua presa e mi metto seduta sul letto. Lo osservo, ed è bellissimo. Ieri non la smetteva di ripetermi che mi ama e io non la smettevo di dirgli che anch'io lo amo. Il suo petto nudo risalta alla luce. Ci sono delle cicatrici ma il resto è perfetto. Il suo ciuffo è davanti agli occhi così glielo scosto.

Apre gli occhi leggermente e si alza a sedere anche lui ancora assonnato.

«Buongiorno» biascica. «Buongiorno» sorrido e gli lascio un bacio veloce sulle labbra.

«Come ti senti?» si stiracchia e i suoi addominali risaltano. «Molto bene tu?»

«Mai sentito meglio in vita mia» risponde dopo avermi guardato per qualche secondo.

«Mi piace quella canottiera» ammicca. «Smettila!» mi copro con la mano l'ampia scollatura del mio pigiama. Calum ridacchia.

«Giuro che vengo al mare con il maglione se non la smetti» lo minaccio ridendo. Mi butto sopra di lui e cadiamo sul materasso. Ridiamo entrambi e non potrei desiderare di meglio.

«Mi sto zitto, prometto» si difende.

Mi alzo e dalla valigia prendo tutto l'occorrente per prepararmi. Mi chiudo in bagno, mi lavo e mi vesto.

Quindici minuti dopo sono pronta per andare al mare. Mentre preparo le ultime cose per la borsa con gli asciugami, Calum va in bagno e si prepara anche lui. Quando tutti e due siamo pronti, scendiamo e andiamo in spiaggia a piedi. Non dista molto e così dopo nemmeno una ventina di minuti arriviamo.

Mi spoglio e con il pareo indosso andiamo a fare colazione al bar. È un posto carino. È una casetta di legno con dei fiori hawaiani tutt'intorno. Mangiamo poco visto che vogliamo passare tutta la mattinata dentro l'acqua.

Quando finalmente è giunta l'ora, Calum freme come un bambino.

«Mi è sempre piaciuto stare in acqua» mi dice mentre si toglie la maglietta. «Di sicuro anche a me. Non mi piace il sole che ti brucia sulla pelle»

«Andiamo» mi prende la mano e mi fa alzare sull'asciugamano sul quale ero seduta.

Immergiamo i piedi in acqua. «Ma è fredda!»

«Nemmeno tanto»

«E' congelata, Calum!»

«Guarda quei bambini là. Nemmeno la sentono» mi indica dei bambini che stanno giocando con la palla e non sembrano minimamente sentire l'acqua fredda.

«Non è la stessa cosa» mi difendo. Incrocio le braccia al petto.

«Ho capito» mi prende il braccio stile sposa e avanza verso l'acqua più profonda. «No Calum» rido e cerco di liberarmi ma lui mi tiene stretta. Butto la testa all'indietro e rido.

COLD LOVE 2 || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora