Capitolo 18

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"Che ero uno stronzo te lo dico sorridendo, ma che mi manca me lo ripeto piangendo"

-Cit.

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Apro gli occhi ancora appesantiti e la leggera luce del mattino di giugno mi culla. Sento delle braccia cingermi e sento un cuore battere sotto la mia testa. Annuso il petto e capisco che è Michael. Mi rigiro e esco dalla morsa delle sue braccia. Michael fa un verso di disapprovazione mentre io guardo la sveglia. Sono le 9.38. Cosa penserà mia madre ora? Mi metto seduta sul bordo del letto e mi prendo la testa tra le mani. "Non è possibile" mi ripeto nella mente.

Sento la porta aprirsi e subito mi giro di scatto per vedere chi è. Entra Ashton con un vassoio, seguito da Luke.

«Ti abbiamo portato la colazione»

Appena Ashton appoggia il vassoio sul comodino, un conato di vomito mi pervade. C'è un cornetto, una tazza di caffè e un bicchiere di spremuta d'arancia.

«Apprezzo il gesto ragazzi ma davvero non riesco a mangiare»

«Devi Noelle. Devi prendere forze» Luke sveglia Michael scrollandolo per le spalle e lui si lamenta. Dopo qualche minuto si stiracchia le braccia e poi si stropiccia gli occhi.

«Noelle mangia» dice Michael ancora con la voce impastata dal sonno.

Sbuffo e prendo il bicchiere con la spremuta d'arancio dentro. «Solo questo»

Riesco a mandarne giù solo metà ma già sento tutta la pancia gonfia e piena.

«Devo tornare a casa» mi stropiccio ancora gli occhi e un forte mal di testa mi fa immobilizzare. «Mia madre mi uccide»

«Gli abbiamo detto che sei da Diana e che hai la febbre. Quando ti sentirai meglio, tornerai a casa» mi spiega Ashton.

«Mi scoppia la testa»

«Vuoi una pasticca?»

«No, preferisco non prendere niente» mi porto le mani sulle tempie e me le massaggio sperando che quel dolore acuto cessi presto.

«Quando devo cominciare questi allenamenti?»

«Dovresti oggi ma li spostiamo a domani»

«No, oggi vanno benissimo. Che ora?»

«Ma..» interrompo Ashton e domando di nuovo. «A che ora?»

«Alle quattro»

«Ci sarò»

«Me ne torno a casa» annuncio dopo qualche minuto di silenzio da parte di tutti. Mi alzo in piedi e subito un giramento mi fa perdere l'equilibrio. Luke che sta vicino a me, mi prende per un braccio e riesco a rimanere in piedi.

«Ti portiamo noi» Luke dice.

«Non c'è bisogno. Vado da sola» tolgo la presa della mano del biondo dal mio braccio e raccolgo il mio cellulare da sopra il suo comodino.

«Grazie» dico prima di chiudere la porta. Tutti mi guardano andare via e io mi sento i loro occhi anche quando sono fuori di casa. Con passo lento mi avvio verso casa mia e l'aria calda non mi permette di respirare a pieno. Odio il caldo, continuo a ripetermi fino a quando non arrivo.

Mia madre non è in casa e sul tavolo della cucina ha lasciato un bigliettino. "Sono andata a fare delle commissioni. Tornerò stasera. Riposati tesoro"

Salgo le scale e la prima cosa che faccio appena entro in camera mia, è buttarmi sul letto e chiudere gli occhi.

Mi sveglio alle due di pomeriggio e mi sento tutta ovattata, confusa, come se questo mondo non mi appartenesse. Mi alzo e mi faccio una doccia per svegliarmi. Dei brividi mi pervadono il corpo quando l'acqua fredda viene a contatto con la mia pelle calda. Quando finisco, mi vesto con dei pantaloni della tuta e con una classica maglietta a maniche corte nera. Harry ha detto che questa volta sarà una cosa totalmente diversa quindi decido di non ritirare fuori i miei scarpini da sotto il letto.

COLD LOVE 2 || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora